Giobbe 5:6-27
Giobbe 5:6-27 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Infatti la sventura non spunta dalla terra, né il dolore germina dal suolo; ma l’uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto. Io però vorrei cercare Dio, a Dio vorrei esporre la mia causa; a lui, che fa cose grandi, imperscrutabili, meraviglie innumerevoli; che sparge la pioggia sopra la terra e manda l’acqua sui campi; che innalza quelli che erano abbassati e pone in salvo gli afflitti, in luogo elevato; che sventa i disegni degli astuti, sicché le loro mani non giungono a eseguirli; che prende gli abili nella loro astuzia, sicché il consiglio degli scaltri va in rovina. Di giorno essi incorrono nelle tenebre, a mezzogiorno brancolano come di notte. Ma Dio salva il meschino dalla spada della loro bocca, e il povero dalla mano del potente. Così per il misero c’è speranza, mentre l’iniquità chiude la bocca. Beato l’uomo che Dio corregge! Tu non disprezzare la lezione dell’Onnipotente; perché egli fa la piaga, ma poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono. In sei sciagure egli sarà il tuo liberatore, e in sette il male non ti toccherà. In tempo di carestia ti scamperà dalla morte, in tempo di guerra dai colpi della spada. Sarai sottratto al flagello della lingua, non temerai quando verrà il disastro. In mezzo al disastro e alla fame riderai, non temerai le belve della terra; perché avrai per alleate le pietre del suolo, e gli animali dei campi saranno con te in pace. Saprai al sicuro la tua tenda; e, visitando i tuoi pascoli, vedrai che non ti manca nulla. Saprai che la tua discendenza moltiplica, che i tuoi rampolli crescono come l’erba dei campi. Te ne andrai maturo alla tomba, come i covoni di grano si accumulano a suo tempo. Ecco quel che abbiamo trovato, riflettendo. Così è. Tu ascolta e fanne tesoro».
Giobbe 5:6-27 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Infatti, la sventura non spunta dalla terra, né il dolore germina dal suolo; ma l'uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto. «Io però vorrei cercare Dio, a Dio vorrei esporre la mia causa; a lui, che fa cose grandi, imperscrutabili, meraviglie innumerevoli; che sparge la pioggia sopra la terra e manda l'acqua sui campi; che innalza quelli che erano abbassati e pone in salvo gli afflitti, in luogo elevato; che sventa i disegni degli astuti, sicché le loro mani non giungono a eseguirli; che prende gli abili nella loro astuzia, sicché il consiglio degli scaltri va in rovina. Di giorno essi incorrono nelle tenebre, a mezzogiorno brancolano come di notte. Ma Dio salva il meschino dalla spada della loro bocca, e il povero dalla mano del potente. Cosí per il misero c'è speranza, mentre l'*iniquità chiude la bocca. «Beato l'uomo che Dio corregge! Tu non disprezzare la lezione dell'Onnipotente; perché egli fa la piaga, ma poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono. In sei sciagure egli sarà il tuo liberatore, e in sette, il male non ti toccherà. In tempo di carestia ti scamperà dalla morte, in tempo di guerra dai colpi della spada. Sarai sottratto al flagello della lingua, non temerai quando verrà il disastro. In mezzo al disastro e alla fame riderai, non temerai le belve della terra; perché avrai per alleate le pietre del suolo, e gli animali dei campi saranno con te in pace. Saprai al sicuro la tua tenda; e, visitando i tuoi pascoli, vedrai che non ti manca nulla. Saprai che la tua discendenza moltiplica, che i tuoi rampolli crescono come l'erba dei campi. Te ne andrai maturo alla tomba, come i covoni di grano si accumulano a suo tempo. Ecco quel che abbiamo trovato, riflettendo. Cosí è. Tu, ascolta, e fanne tesoro».
Giobbe 5:6-27 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Si sa che la sofferenza e i guai non spuntano dalla terra come l’erba; è dall’uomo che viene il male, come dal fuoco sprizzano faville». «Io però mi rivolgerei a Dio, a lui presenterei il mio caso. Dio fa cose grandi e misteriose, cose stupende, senza numero: fa cadere la pioggia sulla terra, manda l’acqua per irrigare i campi. Innalza gli umili, rende felici gli afflitti. Distrugge i piani dei furbi, impedisce loro di avere successo. Dio prende in trappola i sapienti con la loro stessa astuzia, annienta i progetti dei perversi. Questi brancolano al buio; di giorno camminano a tentoni come di notte. Dio però salva il povero dalle loro calunnie e dall’oppressione, dà speranza agli indifesi e tappa la bocca ai malvagi». «Beato chi è corretto da Dio! Non disprezzare la correzione dell'Onnipotente, perché egli colpisce, ma fascia la ferita, risana la piaga che provoca. Egli ti verrà sempre in aiuto, ti salverà da ogni male: ti scamperà dalla morte in tempo di carestia e dalla spada durante la guerra; ti metterà al sicuro dalle calunnie, e per il futuro non dovrai temere rovina, della rovina e della fame non avrai paura, non ti metteranno spavento le belve selvagge. Le pietre dei campi ti saranno alleate e gli animali selvatici ti saranno amici. Conoscerai pace e abbondanza nella tua casa, ti guarderai attorno e non ti mancherà nulla. La tua discendenza sarà immensa, numerosa come i fili d'erba dei prati. Tu chiuderai gli occhi vecchio e nel pieno vigore, sarai come grano maturo al tempo della raccolta. Giobbe, tutto ciò è l’esperienza che ce lo insegna, ascoltalo e ricordalo per il tuo bene».
Giobbe 5:6-27 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Perciocchè la sventura non ispunta dalla polvere, E il dolore non germoglia dalla terra; Benchè l'uomo nasca per soffrire, Come le faville delle brace per volare in alto. Ma quant'è a me, io ricercherei pure Iddio, Ed addirizzerei il mio ragionamento a Dio; Il quale fa cose sì grandi, che non si posson investigare; E tante cose maravigliose, che non si possono annoverare; Che manda la pioggia in su la terra, E le acque in su le campagne; Che innalza i bassi, E fa che quelli ch'erano in duolo sono esaltati per salvazione; Che disperde i pensieri degli astuti, E fa che le lor mani non possono far nulla di bene ordinato. Egli soprapprende i savi nella loro astuzia, E fa che il consiglio de' perversi va in ruina. Di giorno scontrano tenebre, E in pien mezzodì vanno a tentone come di notte. Ma egli salva il bisognoso dalla spada, Dalla gola loro, e dalla mano del possente. E vi è qualche speranza per lo misero; Ma l'iniquità ha la bocca turata. Ecco, beato è l'uomo, il quale Iddio castiga; E però non disdegnar la correzione dell'Onnipotente. Perciocchè egli è quel che manda la doglia e altresì la fascia; Egli è quel che fa la piaga, e le sue mani altresì guariscono. In sei afflizioni egli ti libererà, Ed in sette il male non ti toccherà. In tempo di fame egli ti riscoterà dalla morte, E in tempo di guerra dalla spada. Al tempo del flagello della lingua tu sarai nascosto; E non temerai la desolazione, quando verrà. Tu riderai del guasto e della carestia; E non temerai delle fiere della terra. Perciocchè tu avrai patto eziandio con le pietre de' campi; E le fiere della campagna ti saranno rendute pacifiche. E tu conoscerai per prova che il tuo padiglione non sarà se non pace, E governerai la tua casa, e nulla ti verrà fallito. E riconoscerai che la tua progenie sarà molta, E che i tuoi discendenti saranno come l'erba della terra. Tu entrerai in estrema vecchiezza nel sepolcro, Come la bica delle biade è accumulata al suo tempo. Ecco ciò noi ti diciamo; noi l'abbiamo investigato; egli è così; Ascoltalo, e riconoscilo.