Logo YouVersion
Icona Cerca

Giobbe 39:1-30

Giobbe 39:1-30 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

«Sai quando figliano le capre selvatiche? Hai osservato quando le cerve partoriscono? Conti i mesi della loro pregnanza e sai il momento in cui devono sgravarsi? Si accosciano, fanno i loro piccini e sono subito liberate dalle loro doglie; i loro piccini si fanno forti, crescono all’aperto, se ne vanno e non tornano più alle madri. Chi manda libero l’onagro e chi scioglie i legami all’asino selvatico? A lui ho dato per dimora il deserto e la terra salata per abitazione. Egli si beffa del frastuono della città e non ode grida di padrone. Percorre le montagne della sua pastura e va in cerca di ogni filo di verde. Il bufalo vorrà forse servirti o passare la notte presso la tua mangiatoia? Legherai il bufalo con una corda perché faccia il solco? Erpicherà egli le valli dietro a te? Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande? Lascerai a lui il tuo lavoro? Conterai su di lui perché ti porti a casa il raccolto e ti ammucchi il grano sull’aia? Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna? No, poiché esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia. Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare. Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba, perché Dio lo ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza. Ma quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca. Sei tu che dai al cavallo la forza? Che gli vesti il collo di una fremente criniera? Sei tu che lo fai saltare come la locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento. Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza; si slancia incontro alle armi. Disprezza la paura, non trema, non indietreggia davanti alla spada. Gli risuona addosso la faretra, la folgorante lancia e la freccia. Con fremente furia divora la terra. Non sta più fermo quando suona la tromba. Come ode lo squillo, dice: “Aha!” e fiuta da lontano la battaglia, la voce tonante dei capi e il grido di guerra. È la tua intelligenza che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegare le ali verso il sud? È forse al tuo comando che l’aquila si alza in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati? Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese; di là spia la preda e i suoi occhi mirano lontano. I suoi piccini si abbeverano di sangue, e dove sono i corpi morti, là essa si trova».

Giobbe 39:1-30 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

«Sai quando figliano le capre selvatiche? Hai osservato quando le cerve partoriscono? Conti i mesi della loro pregnanza e sai il momento in cui devono sgravarsi? Si accosciano, fanno i loro piccini, e sono subito liberate dalle loro doglie; i loro piccini si fanno forti, crescono all'aperto, se ne vanno, e non tornano piú alle madri. Chi manda libero l'onagro e chi scioglie i legami all'asino selvatico? A lui ho dato per dimora il deserto e la terra salata per abitazione. Egli si beffa del frastuono della città e non ode grida di padrone. Percorre le montagne della sua pastura e va in cerca di ogni filo di verde. Il bufalo vorrà forse servirti o passar la notte presso la tua mangiatoia? Legherai il bufalo con una corda perché faccia il solco? Erpicherà egli le valli dietro a te? Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande? Lascerai a lui il tuo lavoro? Conterai su di lui perché ti porti a casa il raccolto e ti ammucchi il grano sull'aia? Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna? No, poich'esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia. Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare. Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba, perché Dio l'ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza. Ma quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca. Sei tu che dai al cavallo la forza? Che gli vesti il collo di una fremente criniera? Sei tu che lo fai saltare come la *locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento. Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza; si slancia incontro alle armi. Disprezza la paura, non trema, non indietreggia davanti alla spada. Gli risuona addosso la faretra, la folgorante lancia e la freccia. Con fremente furia divora la terra. Non sta piú fermo quando suona la tromba. Come ode lo squillo, dice: “Aha!” E fiuta da lontano la battaglia, la voce tonante dei capi, e il grido di guerra. È la tua intelligenza che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegare le ali verso il sud? È forse al tuo comando che l'aquila si alza in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati? Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese; di là spia la preda e i suoi occhi mirano lontano. I suoi piccini si abbeverano di sangue, e dove sono i corpi morti, là essa si trova».

Giobbe 39:1-30 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

«Sai tu quando nascono gli stambecchi? Hai assistito al parto delle cerve? Hai contato dopo quanti mesi partoriscono? Conosci il momento in cui si sgravano, quando si coricano per dare alla luce e mettere al mondo i loro piccoli? I loro figli crescono sani all’aperto, corrono via e non ritornano». «Chi ha dato la libertà all’asino selvatico? Chi gli ha sciolto le briglie? Io gli ho dato per casa la steppa, per abitazione la terra salmastra. Anche la terra arida è sua dimora. Se ne sta lontano dal rumore della città e non sente grida di padrone. Trova fra i monti il suo pascolo; lo cerca dove cresce il verde». «Pensi che il bufalo selvatico voglia lavorare per te e venire a mangiare nella tua stalla? Tu non potrai legarlo all’aratro con una corda, né trascinarlo al lavoro nelle tue valli. Vorresti fidarti di lui perché è molto forte e affidargli il frutto del tuo lavoro? Credi davvero che egli venga da te per ammucchiare il tuo grano sull’aia?». «Lo struzzo batte festoso le ali, ma non riesce a volare come la cicogna; lascia le sue uova a terra, le fa riscaldare nella polvere e dimentica che un piede le può schiacciare o che gli animali possono calpestarle. Maltratta come estranei i suoi piccoli e non capisce che spreca il suo lavoro. Non agisce con intelligenza, perché io gli ho tolto la sapienza; ma quando si lancia nella corsa, se la ride del cavallo e del cavaliere». «Sei tu che hai dato la forza al cavallo e adornato il suo collo con la criniera? Puoi farlo saltare come fosse un grillo? Egli mette spavento con il suo nitrire maestoso, scalpita baldanzoso nella valle, va incontro alle armi con impeto. Non conosce la paura né il terrore, la battaglia non lo mette in fuga. Porta addosso la faretra tintinnante, lance e giavellotti che luccicano. Freme impaziente di divorare le distanze. Nessuno lo trattiene quando suona la tromba, essa dà il via e il cavallo nitrisce; da lontano sente la battaglia, le grida di guerra e gli ordini dei capitani». «Se il falco vola e spiega le ali verso il sud, è forse per la tua intelligenza? Hai ordinato tu all’avvoltoio di volare in alto e di farsi il nido lassù? L’aquila è di casa sulla cima dei monti, il suo riparo è tra le rocce inaccessibili. Di lassù scorge la sua preda, il suo occhio vede lontano. Va dove ci sono cadaveri e i suoi piccoli bevono il sangue».

Giobbe 39:1-30 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Andrai tu a cacciar preda per il leone? E satollerai tu la brama de' leoncelli? Quando si appiattano ne'  lor ricetti, E giaccion nelle lor caverne, stando in guato. Chi apparecchia al corvo il suo pasto, Quando i suoi figli gridano a Dio, E vagano per mancamento di cibo? Sai tu il tempo che le camozze delle rocce figliano? Hai tu osservato quando le cerve partoriscono? Annoveri tu i mesi del termine del lor portato, E sai tu il tempo che devono figliare? Elle si chinano, fanno scoppiar fuori il lor feto, Si alleviano delle lor doglie. I lor figli son gagliardi, crescono per le biade, Escono fuori, e non ritornano più a quelle. Chi ne ha mandato libero l'asino salvatico, E chi ha sciolti i suoi legami? A cui io ho ordinato il deserto per casa; E per abitazioni, i luoghi salsugginosi. Egli si beffa dello strepito della città; Egli non ode gli schiamazzi del sollecitator delle opere. I monti, ch'egli va spiando, sono il suo pasco; Ed egli va ricercando qualunque verdura. Il liocorno ti vorrà egli servire? Si riparerà egli presso alla tua mangiatoia? Legherai tu il liocorno con la sua fune, per farlo arare al solco? Erpicherà egli le valli dietro a te? Ti fiderai tu in lui, perchè la sua forza è grande? E gli rimetterai tu il tuo lavoro? Ti fiderai tu in lui ch'egli ti renda la ricolta della tua sementa, E ch'egli te l'accolga nella tua aia? Le ale de' paoni son esse vaghe per opera tua? Od ha da te lo struzzolo le penne e la piuma? Fai tu ch'egli abbandoni le sue uova in su la terra, E che le lasci scaldare in su la polvere? E che dimentichi che il piè d'alcuno le schiaccerà, Ovvero che le fiere della campagna le calpesteranno? Egli è spietato inverso i suoi figli, come se non fosser suoi; Indarno è la sua fatica, egli è senza tema; Perciocchè Iddio l'ha privo di senno, E non l'ha fatto partecipe d'intendimento. Quando egli si solleva in alto, Egli si beffa del cavallo, e di colui che lo cavalca. Hai tu data la forza al cavallo? Hai tu adorna la sua gola di fremito? Lo spaventerai tu come una locusta? Il suo magnifico nitrire è spaventevole. Egli raspa nella valle, si rallegra della sua forza, Esce ad incontrare le armi. Egli si beffa della paura, e non si spaventa, E non si volge indietro per la spada. Il turcasso, e la folgorante lancia, E lo spuntone gli risuonano addosso. D'impazienza e di stizza pare ch'egli voglia trangugiar la terra; E non può credere che sia il suon della tromba. Come prima la tromba ha sonato, egli dice: Aha, Aha; Da lontano annasa la battaglia, Lo schiamazzo de' capitani; e le grida. È per il tuo senno che lo sparviere vola? Che spiega le sue ali verso il mezzodì? L'aquila si leva ella ad alto per lo tuo comandamento? E fai tu ch'ella faccia il suo nido in luoghi elevati?