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Geremia 4:1-31

Geremia 4:1-31 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

«Israele, se tu torni», dice il SIGNORE, «se tu torni da me, se togli dalla mia presenza le tue abominazioni, se non vai più vagando qua e là, se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno». Poiché così parla il SIGNORE alla gente di Giuda e di Gerusalemme: «Dissodatevi un campo nuovo e non seminate tra le spine! Circoncidetevi per il SIGNORE, circoncidete i vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinché il mio furore non scoppi come un fuoco e non s’infiammi al punto che nessuno possa spegnerlo, a causa della malvagità delle vostre azioni!» «Annunciate in Giuda, proclamate questo in Gerusalemme e dite: “Suonate le trombe nel paese”, gridate forte e dite: “Adunatevi ed entriamo nelle città fortificate!” Alzate la bandiera verso Sion, cercate un rifugio, non vi fermate, perché io faccio venire dal settentrione una calamità, una grande rovina». Un leone balza fuori dal folto bosco, un distruttore di nazioni si è messo in marcia, ha lasciato il suo luogo per ridurre il tuo paese in desolazione, al punto che le tue città saranno rovinate e prive di abitanti. Perciò vestitevi di sacchi, siate afflitti, prorompete in lamenti, perché l’ira furente del SIGNORE non si è distolta da noi. «In quel giorno avverrà», dice il SIGNORE, «che il cuore del re e il cuore dei capi verranno meno, i sacerdoti saranno attoniti, i profeti stupefatti». Allora io dissi: «Ahi! Signore, DIO, tu hai dunque ingannato questo popolo e Gerusalemme! Hai detto: “Voi avrete pace”. Ma la spada toglie loro la vita!» In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: «Un vento infuocato viene dalle alture del deserto verso la figlia del mio popolo, non per vagliare, non per nettare il grano; un vento anche più impetuoso di quello verrà da parte mia. Ora anch’io pronuncerò la sentenza contro di loro». Ecco, l’invasore sale come fanno le nuvole; i suoi carri sono come un turbine; i suoi cavalli sono più rapidi delle aquile. Guai a noi! poiché siamo devastati! Gerusalemme, purifica il tuo cuore dalla malvagità, affinché tu sia salvata. Fino a quando albergheranno in te i tuoi pensieri iniqui? Poiché una voce che viene da Dan annuncia la calamità, la proclama dai colli di Efraim. «Avvertitene le nazioni, fatelo sapere a Gerusalemme: degli assedianti vengono da un paese lontano, lanciano le loro grida contro le città di Giuda. Si sono posti contro Gerusalemme da ogni lato, come guardie di un accampamento, perché essa si è ribellata contro di me», dice il SIGNORE. «Il tuo procedere e le tue azioni ti hanno attirato queste cose; questo è il frutto della tua malvagità; sì, è amaro; sì, è una cosa che ti penetra fino al cuore». Le mie viscere! Le mie viscere! Sento un gran dolore! Le pareti del mio cuore! Il mio cuore mi freme nel petto! Io non posso tacere, poiché io ho udito il suono della tromba, il grido di guerra. Si annuncia rovina sopra rovina, poiché tutto il paese è devastato. Le mie tende sono distrutte all’improvviso, i miei teli in un attimo. Fino a quando vedrò la bandiera e udrò il suono della tromba? «Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare». Io guardo la terra, ed ecco, è desolata e deserta; i cieli sono senza luce. Guardo i monti, ed ecco, tremano; tutti i colli sono agitati. Guardo, ed ecco, non c’è uomo; tutti gli uccelli del cielo sono volati via. Guardo, ed ecco, il Carmelo è un deserto; tutte le sue città sono abbattute davanti al SIGNORE, davanti alla sua ira furente. Infatti così parla il SIGNORE: «Tutto il paese sarà desolato, ma io non lo finirò del tutto. A causa di ciò, la terra è afflitta e i cieli di sopra si oscurano; perché io l’ho detto, l’ho stabilito e non me ne pento, e non ritratterò». Al rumore dei cavalieri e degli arcieri tutte le città sono in fuga; tutti entrano nel folto dei boschi, montano sulle rocce; tutte le città sono abbandonate e non c’è più nessun abitante. E tu che stai per essere devastata, che fai? Hai un bel vestirti di scarlatto, un bel metterti i tuoi ornamenti d’oro, un bell’ingrandirti gli occhi con il belletto! Invano ti abbellisci; i tuoi amanti ti disprezzano, vogliono la tua vita. Odo infatti delle grida come di donna che è nei dolori, un’angoscia come quella di donna nel suo primo parto; è la voce della figlia di Sion, che sospira ansimando e stende le mani: «Ahi, me misera! perché io vengo meno davanti agli uccisori».

Geremia 4:1-31 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

«*Israele, se tu torni», dice il Signore, «se tu torni da me, se togli dalla mia presenza le tue abominazioni, se non vai piú vagando qua e là, se giuri per il Signore che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno». Poiché cosí parla il Signore alla gente di *Giuda e di *Gerusalemme: «Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate tra le spine! Circoncidetevi per il Signore, circoncidete i vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinché il mio furore non scoppi come un fuoco, e non s'infiammi al punto che nessuno possa spegnerlo, a causa della malvagità delle vostre azioni!» «Annunziate in Giuda, proclamate questo in Gerusalemme, e dite: “Sonate le trombe nel paese”, gridate forte e dite: “Adunatevi ed entriamo nelle città fortificate!” Alzate la bandiera verso *Sion, cercate un rifugio, non vi fermate, perché io faccio venire dal settentrione una calamità, una grande rovina». Un leone balza fuori dal folto bosco, un distruttore di nazioni si è messo in marcia, ha lasciato il suo luogo, per ridurre il tuo paese in desolazione, al punto che le tue città saranno rovinate e prive d'abitanti. Perciò, vestitevi di sacchi, siate afflitti, prorompete in lamenti, perché l'ira furente del Signore non si è distolta da noi. «In quel giorno avverrà», dice il Signore, «che il cuore del re e il cuore dei capi verranno meno, i *sacerdoti saranno attoniti, i *profeti stupefatti». Allora io dissi: «Ahi! Signore, Signore, tu hai dunque ingannato questo popolo e Gerusalemme! Hai detto: “Voi avrete pace”. Ma la spada toglie loro la vita!» In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: «Un vento infocato viene dalle alture del deserto verso la figlia del mio popolo, non per vagliare, non per nettare il grano; un vento anche piú impetuoso di quello verrà da parte mia; ora anch'io pronunzierò la sentenza contro di loro». Ecco, l'invasore sale come fanno le nuvole; i suoi carri sono come un turbine; i suoi cavalli sono piú rapidi delle aquile. Guai a noi! poiché siamo devastati! Gerusalemme, purifica il tuo cuore dalla malvagità, affinché tu sia salvata. Fino a quando albergheranno in te i tuoi pensieri *iniqui? Poiché una voce che viene da *Dan annunzia la calamità, la proclama dai colli di *Efraim. «Avvertitene le nazioni, fatelo sapere a Gerusalemme; degli assedianti vengono da un paese lontano, lanciano le loro grida contro le città di Giuda. Si sono posti contro Gerusalemme da ogni lato, come guardie di un accampamento, perché essa si è ribellata contro di me», dice il Signore. «Il tuo procedere e le tue azioni ti hanno attirato queste cose; questo è il frutto della tua malvagità; sí, è amaro; sí, è una cosa che ti penetra fino al cuore». Le mie viscere! Le mie viscere! Sento un gran dolore! Le pareti del mio cuore! Il mio cuore mi freme nel petto! Io non posso tacere; poiché io ho udito il suono della tromba, il grido di guerra. Si annunzia rovina sopra rovina, poiché tutto il paese è devastato. Le mie tende sono distrutte all'improvviso, i miei teli in un attimo. Fino a quando vedrò la bandiera e udrò il suono della tromba? «Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare». Io guardo la terra, ed ecco è desolata e deserta; i cieli sono senza luce. Guardo i monti, ed ecco tremano, tutti i colli sono agitati. Guardo, ed ecco non c'è uomo; tutti gli uccelli del cielo sono volati via. Guardo, ed ecco il *Carmelo è un deserto; tutte le sue città sono abbattute davanti al Signore, davanti alla sua ira furente. Infatti cosí parla il Signore: «Tutto il paese sarà desolato, ma io non lo finirò del tutto. A causa di ciò, la terra è afflitta, e i cieli di sopra si oscurano; perché io l'ho detto, l'ho stabilito, e non me ne pento, e non ritratterò». Al rumore dei cavalieri e degli arcieri tutte le città sono in fuga; tutti entrano nel folto dei boschi, montano sulle rocce; tutte le città sono abbandonate, e non c'è piú nessun abitante. E tu che stai per essere devastata, che fai? Hai un bel vestirti di scarlatto, un bel metterti i tuoi ornamenti d'oro, un bell'ingrandirti gli occhi con il belletto! Invano ti abbellisci; i tuoi amanti ti disprezzano, vogliono la tua vita. Odo infatti dei gridi come di donna che è nei dolori; un'angoscia come quella di donna nel suo primo parto; è la voce della figlia di Sion, che sospira ansimando e stende le mani: «Ahi, me misera! perché io vengo meno davanti agli uccisori».

Geremia 4:1-31 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Il Signore dice: «Popolo d'Israele, se davvero cambi condotta, puoi ritornare a me. Se elimini quegli idoli che io non posso sopportare e ti mantieni fedele a me, se tu giuri sul mio nome nella verità, nel diritto e nella giustizia, allora anche gli altri popoli vorranno essere benedetti da me e mi canteranno le loro lodi». Il Signore dice agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme: «Arate di nuovo i campi lasciati incolti, non seminate più fra le spine, ma circoncidetevi per il Signore. Circoncidete il vostro cuore, abitanti di Giuda e di Gerusalemme. Se non farete così, il mio furore divamperà come fuoco. Brucerà e nessuno lo potrà spegnere a causa del male che avete commesso». Suonate la tromba per tutto il paese, gridate a piena voce e avvisate il popolo di Giuda e di Gerusalemme: «Correte a rifugiarvi nelle città fortificate! Indicate la strada che conduce a Sion! Mettetevi al sicuro! Non perdete tempo! Il Signore sta per mandare una sciagura. Una grande rovina verrà dal nord». Come un leone che balza fuori dalla tana, il distruttore dei popoli è già in marcia. È uscito dal suo paese per saccheggiare il territorio di Giuda, distruggere le sue città e lasciarle senza abitanti. Perciò, vestitevi a lutto, piangete con forti lamenti, perché la collera ardente del Signore non si è allontanata da Giuda. Dice il Signore: «In quel giorno i re e i capi perderanno il loro coraggio; i sacerdoti e i profeti saranno confusi e terrorizzati». Allora dissi: «Signore mio Dio, sei riuscito a ingannare questo popolo e Gerusalemme! Avevi promesso la pace e invece ci troviamo con la spada alla gola!». Verrà un giorno in cui si dirà al popolo di Gerusalemme: «Il Signore manda questo vento infuocato verso di voi e verso la figlia del mio popolo. Più impetuoso di quello del deserto, esso spazza via la paglia e il grano». Il Signore stesso pronunzierà la condanna contro il suo popolo. L’invasore si avvicina come nube minacciosa, i suoi carri da guerra sono come un uragano, più veloci delle aquile sono i suoi cavalli. Non c’è speranza per noi, siamo perduti! Abitanti di Gerusalemme, fate sparire la malvagità dal vostro cuore, se volete sfuggire alla morte. Per quanto tempo avete ancora intenzione di seguire i vostri istinti malvagi? Dalla città di Dan e dalle montagne di Èfraim cominciano ad arrivare cattive notizie. Fate sapere agli abitanti di Gerusalemme e alle altre popolazioni che i nemici stanno arrivando da una terra lontana. Lanciano urla contro le città di Giuda, circondano Gerusalemme da ogni parte come fanno i guardiani dei campi. «Questo vi accade perché vi siete ribellati contro di me. Dice il Signore». Siete stati voi stessi a tirarvi addosso tutte queste sciagure con la vostra condotta e le vostre azioni. Ecco il risultato della vostra malvagità! Ora ne provate l’amarezza fin nel profondo del cuore. Le mie viscere sono straziate, non posso sopportare il dolore! Il cuore mi scoppia, sono atterrito: non posso tacere! Ho sentito gli squilli di tromba, le urla dei soldati in battaglia. Si annunzia un disastro dopo l’altro, tutto il paese è caduto in rovina. I nostri accampamenti sono stati distrutti, in un baleno le nostre tende sono sparite. Per quanto tempo dovrò vedere bandiere di guerra e sentire squilli di tromba? Il Signore dice: «Il mio popolo si è comportato da stolto e non mi ha riconosciuto come Dio. Come sciocchi bambini non hanno capito nulla. Si sono dimostrati abili nel compiere il male, ma non sono stati capaci di fare qualcosa di buono». Guardo la terra: è deserta e vuota; il cielo: è senza luce! Guardo le montagne: le vedo tremare; le colline: sono tutte sconvolte! Guardo: non vedo nessuno. Perfino gli uccelli sono volati via! Guardo la terra che era fertile: è diventata un deserto, tutte le città sono mucchi di rovine! È stato il Signore! È stata la sua collera ardente! Così dice il Signore: «Tutta la terra sarà devastata, ma non la distruggerò completamente. Per questo, la terra sarà in lutto e il cielo diventerà oscuro. Perché così ho decretato e non cambio i miei piani. Ho preso una decisione e non torno indietro». Al rumore dei cavalieri e degli arcieri, tutti fuggono dalle città. Cercano rifugio nelle foreste o si nascondono tra le rocce dei monti. Ogni città è abbandonata, non vi è rimasto nemmeno un uomo. O città devastata, che cosa puoi fare ancora? Puoi vestirti d'oro sfoggiare i tuoi gioielli preziosi, truccarti gli occhi. A nulla serviranno i tuoi sforzi per farti più bella. I tuoi amanti ti disprezzano e cercano solo di ucciderti. Sento un grido come di donna che ha le doglie, un urlo come di donna al primo parto. È la voce di Sion, la figlia! Sta soffocando, tende le mani e grida: «Son venuti a uccidermi! Mi sento morire!».

Geremia 4:1-31 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

O Israele, se tu ti converti, dice il Signore, convertiti a me; e se tu togli dal mio cospetto le tue abbominazioni, e non vai più vagando, e giuri: Il Signore vive, veracemente, dirittamente, e giustamente; allora, le genti si benediranno in te, e in te si glorieranno. Perciocchè, così ha detto il Signore a que' di Giuda, e di Gerusalemme: Aratevi il campo novale, e non seminate fra le spine. Uomini di Giuda, ed abitanti di Gerusalemme, circoncidetevi al Signore, e togliete l'incirconcisione del vostro cuore; che talora l'ira mia non esca a guisa di fuoco, e non arda, e non vi sia alcuno che la spenga; per la malvagità de' vostri fatti. ANNUNZIATE in Giuda, e bandite in Gerusalemme, e dite: Sonate la tromba per lo paese, gridate, raunate il popolo, e dite: Raccoglietevi, ed entriamo nelle città forti. Alzate la bandiera verso Sion, fiuggite di forza, non restate; perciocchè io fo venir d'Aquilone na calamità, ed una gran ruina. Il leone è salito fuor del suo ricetto, e il distruggitore delle genti è partito; egli è uscito del suo luogo, per mettere il tuo paese in desolazione, e per far che le tue città sieno ruinate, per modo che niuno abiti più in esse. Perciò, cingetevi di sacchi, fate cordoglio, ed urlate; imperocchè l'ardor dell'ira del Signore non si è stornato da noi. Ed avverrà in quel giorno, dice il Signore, che il cuor del re, e de' principi, verrà meno; e i sacerdoti saranno stupefatti, ed i profeti attoniti. Ed io ho detto: Ahi! Signore Iddio! hai tu pure ingannato questo popolo, e Gerusalemme, dicendo: Voi avrete pace; e pur la spada è giunta infino all'anima! In quel tempo si dirà a questo popolo, ed a Gerusalemme: Un vento secco, qual soffia ne' luoghi elevati, soffia nel deserto, traendo verso la figliuola del mio popolo; il quale non è da sventolare, nè da nettare; un vento, più forte che tali venti, verrà da parte mia; ora anch'io pronunzierò loro i miei giudicii. Ecco, colui salirà a guisa di nuvole, ed i suoi carri saranno come un turbo; i suoi cavalli saranno più leggieri che aquile. Guai a noi! perciocchè siamo deserti. O Gerusalemme, lava il cuor tuo di malvagità, acciocchè tu sii salvata; infino a quando albergherai tu dentro di te i pensieri della tua iniquità? Conciossiachè vi sia na voce, che annunzia che l'iniquità è maggiore che in Dan; e bandisce ch'ella è più grave che nel monte di Efraim. Avvertite le genti; ecco, adunate a grida contro a Gerusalemme degli assediatori, che vengano di lontan paese, e mandino fuori le lor grida contro alle città di Giuda. Essi si son posti contro a Gerusalemme d'ogn'intorno, a guisa delle guardie de' campi; perciocchè ella mi è stata ribella, dice il Signore. Il tuo procedere, ed i tuoi fatti, ti hanno fatte queste cose; questa tua malvagità ha fatto che ti è avvenuta amaritudine, e ch'ella ti è giunta infino al cuore. Ahi! le mie interiora, le mie interiora! io sento un gran dolore; ahi! il chiuso del mio cuore! il mio cuore romoreggia in me; io non posso racchetarmi; perciocchè, o anima mia, tu hai udito il suon della tromba, lo stormo della guerra. Una ruina è chiamata dietro all'altra ruina; conciossiachè tutto il paese sia guasto; le mie tende sono state di subito guaste, ed i miei teli in un momento. Infino a quando vedrò la bandiera, e udirò il suon della tromba? Questo è perciocchè il mio popolo è stolto, e non mi conoscono; son figliuoli pazzi, e non hanno alcuno intendimento; ben sono cauti a far male, ma non hanno alcun conoscimento da far bene. Io ho riguardata la terra; ed ecco, era una cosa tutta guasta, e deserta; ho anche riguardati i cieli, e la lor luce non era più. Ho riguardati i monti; ed ecco, tremavano, e tutti i colli erano scrollati. Io ho riguardato; ed ecco, gli uomini non erano più; ed anche tutti gli uccelli de' cieli si erano dileguati. Io ho riguardato; ed ecco, Carmel era un deserto, e tutte le sue città erano distrutte dal Signore, per l'ardor della sua ira. Perciocchè, così ha detto il Signore: Tutto il paese sarà desolato, ma non farò ancora fine. Per tanto la terra farà cordoglio, e i cieli di sopra scureranno; perciocchè io ho pronunziata, io ho pensata la cosa, e non me ne pentirò, nè storrò. Tutte le città se ne fuggono, per lo strepito de' cavalieri, e de' saettatori; entrano in boschi folti, e salgono sopra le rocce; ogni città è abbandonata, e niuno vi abita più. E tu, o distrutta, che farai? benchè tu ti vesti di scarlatto, e ti adorni di fregi d'oro, e ti stiri gli occhi col liscio, in vano ti abbellisci; gli amanti ti hanno a schifo, cercano l'anima tua. Perciocchè io ho udito un grido, come di donna che partorisce; una distretta, come di donna che è sopra parto del suo primogenito; il grido della figliuola di Sion, che sospira ansando, ed allarga le palme delle sue mani, dicendo: Ahi lassa me! perciocchè l'anima mi vien meno per gli ucciditori.