Geremia 35:1-19
Geremia 35:1-19 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE, al tempo di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda: «Va’ alla casa dei Recabiti e parla loro; conducili nella casa del SIGNORE, in una delle camere, e offri loro del vino da bere». Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti e li condussi nella casa del SIGNORE, nella camera dei figli di Anan, figlio di Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della soglia. Misi davanti ai figli della casa dei Recabiti delle brocche piene di vino e delle coppe, e dissi loro: «Bevete del vino». Ma quelli risposero: «Noi non beviamo vino, perché Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce l’ha proibito, dicendo: “Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli per sempre; non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate lungamente nel paese dove state come forestieri”. Noi abbiamo ubbidito alla voce di Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi che le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie; non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente; abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Ionadab, nostro padre, ci ha comandato. Ma quando Nabucodonosor, re di Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: “Venite, ritiriamoci a Gerusalemme, per paura dell’esercito dei Caldei e dell’esercito di Siria”. Così ci siamo stabiliti a Gerusalemme». Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: Va’ e di’ agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: “Non riceverete voi dunque la lezione, imparando a ubbidire alle mie parole?”, dice il SIGNORE. “Le parole di Ionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica, ed essi fino a oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all’ordine del padre loro. Io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto; ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori, i profeti, per dirvi: ‘Convertitevi ciascuno dalla sua via malvagia, cambiate comportamento; non andate dietro ad altri dèi per servirli, e abiterete nel paese che ho dato a voi e ai vostri padri’, ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete ubbidito. Sì, i figli di Ionadab, figlio di Recab, hanno messo in pratica l’ordine dato dal padre loro, ma questo popolo non mi ha ubbidito!” Perciò così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti, Dio d’Israele: “Ecco, io faccio venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho pronunciato contro di loro, perché ho parlato loro ed essi non hanno ascoltato; perché li ho chiamati ed essi non hanno risposto”». Alla casa dei Recabiti Geremia disse: «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “Poiché avete ubbidito all’ordine di Ionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto quello che egli vi aveva prescritto, così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: ‘A Ionadab, figlio di Recab, non verranno mai a mancare discendenti che stiano davanti alla mia faccia’”».
Geremia 35:1-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Ecco la parola che fu rivolta a *Geremia da parte del Signore, al tempo di Ioiachim, figlio di *Giosia, re di *Giuda: «Va' alla casa dei Recabiti, e parla loro; conducili nella casa del Signore, in una delle camere, e offri loro del vino da bere». Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti, e li condussi nella casa del Signore, nella camera dei figli di Anan, figlio d'Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della soglia; misi davanti ai figli della casa dei Recabiti delle brocche piene di vino e delle coppe, e dissi loro: «Bevete del vino». Ma quelli risposero: «Noi non beviamo vino; perché Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce l'ha proibito, dicendo: “Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli per sempre; non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne, e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate lungamente nel paese dove state come forestieri”. Noi abbiamo ubbidito alla voce di Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi, che le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie; non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente; abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Ionadab, nostro padre, ci ha comandato. Ma quando *Nabucodonosor, re di *Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: “Venite, ritiriamoci a *Gerusalemme, per paura dell'esercito dei *Caldei e dell'esercito di *Siria”. Cosí ci siamo stabiliti a Gerusalemme». Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia in questi termini: «Cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'*Israele: Va' e di' agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: “Non riceverete voi dunque la lezione, imparando a ubbidire alle mie parole?” dice il Signore. “Le parole di Ionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; ed essi fino a oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all'ordine del padre loro; io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto; ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori, i *profeti, per dirvi: «Convertitevi ciascuno dalla sua via malvagia; cambiate comportamento; non andate dietro ad altri dèi per servirli, e abiterete nel paese che ho dato a voi e ai vostri padri», ma voi non avete prestato orecchio, e non mi avete ubbidito. Sí, i figli di Ionadab, figlio di Recab, hanno messo in pratica l'ordine dato dal padre loro, ma questo popolo non mi ha ubbidito!” Perciò, cosí parla il Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: “Ecco, io faccio venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho pronunziato contro di loro, perché ho parlato loro, ed essi non hanno ascoltato; perché li ho chiamati, ed essi non hanno risposto”». Alla casa dei Recabiti Geremia disse: «Cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: “Poiché avete ubbidito all'ordine di Ionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto quello che egli vi aveva prescritto”, cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: “A Ionadab, figlio di Recab, non verranno mai a mancare discendenti che stiano davanti alla mia faccia”».
Geremia 35:1-19 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Durante il regno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, il Signore diede a me, Geremia, questi ordini: «Va’ a parlare con quelli del clan dei Recabiti. Poi conducili in una delle stanze annesse al tempio e offri loro del vino da bere». Allora andai a prendere l’intero clan dei Recabiti: Iaazania figlio di un certo Geremia e nipote di Cabassinia, i suoi fratelli e tutti i suoi figli, e li condussi al tempio. Li feci entrare nella sala riservata ai discepoli del figlio di Igdalia, Canan, uomo di Dio. Questa sala è adiacente a quella dei capi, sopra la stanza di Maasia figlio di Sallum, incaricato di sorvegliare l’ingresso del tempio. Misi poi alcuni boccali pieni di vino e dei bicchieri davanti ai Recabiti e dissi loro: — Su, bevete un po’ di vino! Ma essi risposero: — Noi non beviamo vino, perché il nostro antenato Ionadàb figlio di Recab ci ha lasciato quest’ordine preciso: «Non berrete mai vino, né voi né i vostri discendenti; non costruirete case, non seminerete campi, non pianterete vigne, non ne possederete alcuna, ma abiterete sotto le tende tutta la vita. Così potrete vivere a lungo su questa terra dove abitate come forestieri». Noi abbiamo ubbidito a tutti gli ordini che ci ha dato il nostro antenato Ionadàb figlio di Recab. Così noi, le nostre mogli, i nostri figli e figlie, durante tutta la vita non beviamo mai vino; e nemmeno possediamo vigne, campi, sementi, né costruiamo case, ma continuiamo ad abitare sotto le tende. Insomma, eseguiamo fedelmente quel che ci ha ordinato il nostro antenato Ionadàb. Però quando Nabucodònosor re di Babilonia ha invaso la nostra terra, abbiamo deciso di venire a Gerusalemme per sfuggire all’esercito babilonese e arameo. Ed ora ci troviamo qui, a Gerusalemme. Allora il Signore ordinò a Geremia di andare a riferire agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme queste parole: «Io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi chiedo: per quale motivo non avete imitato l’esempio dei Recabiti e non avete ubbidito ai miei ordini? Ionadàb figlio di Recab aveva comandato ai suoi discendenti di non bere vino. I Recabiti sono stati fedeli alla prescrizione del loro antenato e fino a oggi non hanno mai bevuto vino. Io invece ho continuato a ripetervi i miei ordini, ma voi non mi avete ascoltato. Ho continuato a mandarvi tutti i miei servi, i profeti, che vi esortavano ad abbandonare le vostre abitudini malvagie e a migliorare il vostro comportamento. Essi vi raccomandavano anche di non seguire divinità straniere e di non servirle, per continuare a vivere sulla terra che avevo dato ai vostri antenati e a voi. Però voi non mi avete ascoltato, non avete dato retta alle mie parole. Così i discendenti di Ionadàb figlio di Recab hanno eseguito le prescrizioni del loro antenato, mentre voi, abitanti di Giuda, non mi avete ascoltato. Perciò farò venire su di voi, abitanti di Giuda e di Gerusalemme, tutte le sciagure che vi avevo annunziato, perché vi ho parlato ma non mi avete ascoltato, vi ho chiamati ma non mi avete risposto. Ve lo dico io, il Signore, Dio dell'universo e Dio d'Israele». Geremia riferì poi ai Recabiti quest’altro messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: «Voi avete ubbidito all’ordine del vostro antenato Ionadàb, avete eseguito le sue prescrizioni, avete fatto fedelmente quanto vi aveva ordinato. Per questo, io il Signore dell'universo, Dio d'Israele, prometto che tra i discendenti di Ionadàb figlio di Recab ci sarà sempre qualcuno che avrà l’onore di servirmi».
Geremia 35:1-19 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
LA parola che fu dal Signore indirizzata a Geremia, nel tempo di Gioiachim, figliuol di Giosia, re di Giuda, dicendo: Va' alla casa de' Recabiti, e parla loro, e menali nella Casa del Signore, in una delle camere, e presenta loro del vino a bere. Io adunque presi Iaazania, figliuol di Geremia, figliuolo di Habassinia, e i suoi fratelli, e tutti i suoi figliuoli, e tutta la famiglia de' Recabiti. E li menai nella Casa del Signore, nella camera de' figliuoli di Hanan, figliuolo d'Igdalia, uomo di Dio; la quale era appresso della camera dei capi di sopra della camera di Maaseia figliuolo di Sallum, guardiano della soglia. Ed io misi davanti a' figliuoli della casa de' Recabiti de' nappi pieni di vino, e delle coppe, e dissi loro: Bevete del vino. Ma essi dissero: Noi non berremo vino; perciocchè Gionadab, figliuolo di Recab, nostro padre, ce l'ha divietato, dicendo: Non bevete giammai in perpetuo vino, nè voi, nè i vostri figliuoli. E non edificate alcuna casa, e non seminate alcuna semenza, e non piantate vigne, e non ne abbiate alcuna; anzi abitate tutti i giorni della vita vostra in tende; acciocchè viviate per lunghi giorni sopra la terra, nella quale voi siete forestieri. E noi abbiamo ubbidito alla voce di Gionadab, figliuolo di Recab, nostro padre, in tutto ciò che egli ci ha comandato, per non ber vino tutti i giorni della vita nostra, nè noi, nè le nostre mogli, nè i nostri figliuoli, nè le nostre figliuole; e per non edificar case da abitarvi; e per non aver nè vigna, nè campo, nè sementa alcuna. E siamo abitati in tende, ed abbiamo ubbidito, e fatto secondo tutto ciò che Gionadab, nostro padre, ci avea comandato. Or è avvenuto che quando Nebucadnesar, re di Babilonia, è salito contro al paese, noi abbiamo detto: Venite, ed entriamo in Gerusalemme, per iscampar d'innanzi all'esercito dei Caldei, e dinanzi all'esercito di Siria; e così siamo dimorati in Gerusalemme. E la parola del Signore fu indirizzata a Geremia, dicendo: Così ha detto il Signore degli eserciti, l'Iddio d'Israele: Va', e di' agli uomini di Giuda, e agli abitanti di Gerusalemme: Non riceverete voi correzione, per ubbidire alle mie parole? dice il Signore. Le parole di Gionadab, figliuolo di Recab, il quale comandò a' suoi figliuoli, che non bevessero vino, sono state messe ad effetto, talchè essi non hanno bevuto vino infino al dì d'oggi; anzi hanno ubbidito al comandamento del padre loro; ed io vi ho parlato del continuo, per ogni mattina; e voi non mi avete ubbidito. E vi ho mandati, del continuo, per ogni mattina, tutti i miei servitori profeti, per dirvi: Deh! convertasi ciascun di voi dalla sua via malvagia, ed ammendate i vostri fatti, e non andate dietro ad altri dii, per servirli; e voi abiterete nella terra che io ho data a voi, ed a' padri vostri; ma voi non avete porto l'orecchio, e non mi avete ubbidito. Perciocchè i figliuoli di Gionadab, figliuolo di Recab, hanno messo ad effetto il comandamento che diede loro il lor padre; e questo popolo non ha ubbidito a me; perciò, il Signore, l'Iddio degli eserciti, l'Iddio d'Israele, ha detto così: Ecco, io fo venire sopra Giuda, e sopra tutti gli abitanti di Gerusalemme, tutto il male, che ho pronunziato contro a loro; perciocchè io ho lor parlato, e non hanno ascoltato; io ho lor gridato, e non hanno risposto. Ed alla casa de' Recabiti Geremia disse: Così ha detto il Signor degli eserciti, l'Iddio d'Israele: Perciocchè voi avete ubbidito al comandamento di Gionadab, vostro padre, ed avete osservati tutti i suoi ordini, ed avete fatto secondo tutto quello ch'egli vi avea comandato; perciò, così ha detto il Signor degli eserciti, l'Iddio d'Israele: Giammai in perpetuo non verrà meno a Gionadab, figliuolo di Recab, uomo che stia davanti alla mia faccia.