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Giudici 19:11-30

Giudici 19:11-30 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Quando furono vicini a Gebus, era quasi notte; il servo disse al suo padrone: «Vieni, ti prego, dirigiamo il cammino verso questa città dei Gebusei e passiamoci la notte». Il padrone gli rispose: «No, non dirigeremo il cammino verso una città di stranieri i cui abitanti non sono figli d’Israele, ma andremo fino a Ghibea». Disse ancora al suo servo: «Andiamo, cerchiamo di arrivare a uno di quei luoghi e pernotteremo a Ghibea o a Rama». Così passarono oltre e continuarono il viaggio; e il sole tramontò quando erano presso Ghibea, che appartiene a Beniamino. Volsero il cammino in quella direzione, per andare a pernottare a Ghibea. Il Levita andò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per la notte. Quando ecco un vecchio, che tornava la sera dai campi, dal suo lavoro; era un uomo della regione montuosa di Efraim, che abitava come forestiero a Ghibea, in mezzo ai Beniaminiti. Il vecchio alzò gli occhi, vide quel viandante sulla piazza della città e gli disse: «Dove vai, e da dove vieni?» Quello gli rispose: «Siamo partiti da Betlemme di Giuda e andiamo nella parte più remota della zona montuosa di Efraim. Io sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora sto andando alla casa del SIGNORE, ma nessuno mi accoglie in casa sua. Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il giovane che è con i tuoi servi; a noi non manca nulla». Il vecchio gli disse: «La pace sia con te! Mi incarico io di ogni tuo bisogno; ma non devi passare la notte sulla piazza». Così lo condusse in casa sua e diede del foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, mangiarono e bevvero. Mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiarono alla porta e dissero al vecchio, al padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui!» Ma il padrone di casa, uscito fuori, disse loro: «No, fratelli miei, vi prego, non fate una cattiva azione; dal momento che quest’uomo è venuto in casa mia, non commettete quest’infamia! Ecco qua mia figlia che è vergine, e la concubina di quell’uomo; io ve le condurrò fuori e voi abusatene e fatene quel che vi piacerà; ma non commettete contro quell’uomo una simile infamia!» Ma quegli uomini non vollero dargli ascolto. Allora l’uomo prese la sua concubina e la condusse fuori da loro; ed essi la presero, abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; poi, allo spuntar dell’alba, la lasciarono andare. Quella donna, sul far del giorno, venne a cadere alla porta di casa dell’uomo presso il quale stava suo marito e rimase lì finché fu giorno chiaro. Suo marito, la mattina, si alzò, aprì la porta di casa e uscì per continuare il suo viaggio, quand’ecco la donna, la sua concubina, giaceva distesa alla porta di casa, con le mani sulla soglia. Egli le disse: «Àlzati, andiamocene!» Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull’asino e partì per tornare a casa sua. Quando giunse a casa, si munì di un coltello, prese la sua concubina e la divise, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d’Israele. Tutti quelli che videro ciò dissero: «Una cosa simile non è mai accaduta né si è mai vista, da quando i figli d’Israele salirono dal paese d’Egitto fino al giorno d’oggi! Prendete a cuore questo fatto, consultatevi e parlate».

Giudici 19:11-30 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Quando furono vicini a Gebus, era quasi notte; il servo disse al suo padrone: «Vieni, ti prego, dirigiamo il cammino verso questa città dei Gebusei e passiamoci la notte». Il padrone gli rispose: «No, non dirigeremo il cammino verso una città di stranieri i cui abitanti non sono figli d'Israele, ma andremo fino a Ghibea». Disse ancora al suo servo: «Andiamo, cerchiamo d'arrivare a uno di quei luoghi e pernotteremo a Ghibea o a Rama». Cosí passarono oltre e continuarono il viaggio; e il sole tramontò quando erano presso Ghibea, che appartiene a *Beniamino. Volsero il cammino in quella direzione, per andare a pernottare a Ghibea. Il Levita andò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per la notte. Quando ecco un vecchio, che tornava la sera dai campi, dal suo lavoro; era un uomo della regione montuosa d'Efraim, che abitava come forestiero a Ghibea, in mezzo ai Beniaminiti. Il vecchio alzò gli occhi, vide quel viandante sulla piazza della città e gli disse: «Dove vai, e da dove vieni?» Quello gli rispose: «Siamo partiti da Betlemme di Giuda e andiamo nella parte piú remota della zona montuosa d'Efraim. Io sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora sto andando alla casa del Signore, ma nessuno mi accoglie in casa sua. Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il giovane che è con i tuoi servi; a noi non manca nulla». Il vecchio gli disse: «La pace sia con te! Mi incarico io di ogni tuo bisogno; ma non devi passare la notte sulla piazza». Cosí lo condusse in casa sua e diede del foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, mangiarono e bevvero. Mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiarono alla porta e dissero al vecchio, al padrone di casa: «Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui!» Ma il padrone di casa, uscito fuori, disse loro: «No, fratelli miei, vi prego, non fate una cattiva azione; dal momento che quest'uomo è venuto in casa mia, non commettete quest'infamia! Ecco qua mia figlia che è vergine, e la concubina di quell'uomo; io ve le condurrò fuori e voi abusatene e fatene quel che vi piacerà; ma non commettete contro quell'uomo una simile infamia!» Ma quegli uomini non vollero dargli ascolto. Allora l'uomo prese la sua concubina e la condusse fuori da loro; ed essi la presero, abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; poi, allo spuntar dell'alba, la lasciarono andare. Quella donna, sul far del giorno, venne a cadere alla porta di casa dell'uomo presso il quale stava suo marito e rimase lí finché fu giorno chiaro. Suo marito, la mattina, si alzò, aprí la porta di casa e uscí per continuare il suo viaggio, quand'ecco la donna, la sua concubina, giaceva distesa alla porta di casa, con le mani sulla soglia. Egli le disse: «Àlzati, andiamocene!» Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partí per tornare a casa sua. Quando giunse a casa, si muní di un coltello, prese la sua concubina e la divise, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d'Israele. Tutti quelli che videro ciò dissero: «Una cosa simile non è mai accaduta né si è mai vista, da quando i figli d'Israele salirono dal paese d'Egitto, fino al giorno d'oggi! Prendete a cuore questo fatto, consultatevi e parlate».

Giudici 19:11-30 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Quando furono vicini a Gebus, il giorno si avviava ormai al tramonto. Il servo disse al levita: — Prendiamo la strada per Gebus. Passeremo la notte nella città dei Gebusei. Ma il suo padrone gli rispose: — No, non faremo tappa qui: è una città straniera, la gente che vi abita non è Israelita. Andiamo ancora avanti per la strada verso Gàbaa. Faremo ancora un pezzo di strada e troveremo qualche altro posto. Passeremo la notte a Gàbaa o a Rama. Così proseguirono il viaggio. Arrivarono vicino a Gàbaa, città che apparteneva alla tribù di Beniamino, proprio al tramonto. Andarono là per passare la notte. Entrarono e si fermarono sulla piazza, ma nessuno offrì loro ospitalità. Nel frattempo arrivò un vecchio, che tornava a casa al termine della giornata di lavoro nei campi. Egli era forestiero. Viveva a Gàbaa, dove tutti erano della tribù di Beniamino, lui invece era originario della zona montagnosa della tribù di Èfraim. Il vecchio notò quel viandante sulla piazza della città e gli domandò: — Da dove vieni? e dove stai andando? Egli rispose: — Veniamo da Betlemme di Giudea e dobbiamo andare fino al centro della zona montuosa di Èfraim: io sono di quelle parti. Sono stato a Betlemme in Giudea e ora sto tornando al santuario del Signore. Ma nessuno vuole ospitarci in casa sua. Eppure abbiamo paglia e fieno per gli asini, pane e vino per me, la mia concubina e il mio servo. Non abbiamo quindi bisogno di nient’altro. Il vecchio disse: — Voi siete i benvenuti in casa mia. Io penserò a tutto ciò che vi occorre, e così non dovrete passare la notte in piazza. Li portò in casa sua e diede del fieno agli asini. Gli ospiti si lavarono i piedi e poi mangiarono e bevvero. Mentre si godevano il riposo, all’improvviso una banda di pervertiti di quella città circondò la casa. Bussarono ripetutamente alla porta e gridarono al vecchio padrone di casa: — Fa’ venire fuori l’uomo che è da te. Vogliamo un po’ conoscerlo come piace a noi. Il padrone di casa uscì e disse: — No, amici! Non toccate quell’uomo. È mio ospite. È una vergogna una cosa simile. In casa ci sono la sua concubina e mia figlia, che è ancora vergine. Io le farò venire fuori. Sfogatevi con loro e fate quel che volete. Ma non fate un oltraggio simile al mio ospite. Ma quegli uomini non gli diedero retta. Il levita allora prese la concubina e la portò fuori. Essi l’afferrarono e la violentarono per tutta la notte: la lasciarono andare solo quando spuntò l’alba. Essa si mosse per entrare, ma crollò vicino alla porta della casa del vecchio, presso il quale era ospite il levita, e rimase lì finché fu giorno chiaro. Al mattino presto il levita si alzò, aprì la porta e uscì per riprendere il viaggio. Trovò la concubina stesa a terra davanti alla porta della casa, con le mani verso la soglia. Le disse: — Alzati che partiamo! Ma non ebbe nessuna risposta. Allora la sollevò, l’adagiò, morta, su un asino; poi partì e tornò a casa. Quando arrivò a casa, prese un coltello e tagliò il corpo della concubina in dodici pezzi e ne mandò un pezzo a ciascuna tribù d'Israele. Ordinò ai messaggeri di dire a tutti gli Israeliti: «Riflettete su questi fatti, consultatevi e prendete una decisione». Tutti quelli che videro i resti della donna, dicevano: «Non è mai capitato e non si è mai vista una cosa simile, dal giorno in cui gli Israeliti sono usciti dall’Egitto fino a oggi!».

Giudici 19:11-30 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Come furono presso a Iebus, il giorno era molto calato; laonde il servitore disse al suo padrone: Deh! vieni, riduciamoci in questa città de' Gebusei, e alberghiamo in essa. Ma il suo padrone gli disse: Noi non ci ridurremo in alcuna città di stranieri, che non sia de' figliuoli d'Israele; anzi passeremo fino a Ghibea. Poi disse al suo servitore: Cammina, e arriviamo ad uno di que' luoghi, e alberghiamo in Ghibea, o in Rama. Essi adunque passarono oltre, e camminarono; e il sole tramontò loro presso a Ghibea, la quale è di Beniamino. Ed essi si rivolsero là, per andare ad albergare in Ghibea. Ed essendo quel Levita entrato nella città, si fermò in su la piazza; e non vi fu alcuno che li accogliesse in casa per passar la notte. Ma ecco, un uomo vecchio, che veniva in su la sera dal suo lavoro da' campi, il quale era della montagna di Efraim, e dimorava in Ghibea; gli abitanti del qual luogo erano Beniaminiti. Ed esso, alzati gli occhi, vide quel viandante nella piazza della città; e gli disse: Ove vai? ed onde vieni? Ed egli gli disse: Noi passiamo da Bet-lehem di Giuda, per andare al fondo della montagna di Efraim; io sono di là, ed era andato fino a Bet-lehem di Giuda; e ora me ne vo alla Casa del Signore; e non vi è alcuno che mi accolga in casa. E pure abbiamo della paglia, e della pastura, per li nostri asini; e anche del pane e del vino, per me, e per la tua servente, e per lo famiglio che è co' tuoi servitori; noi non abbiamo mancamento di nulla. E quell'uomo vecchio gli disse: Datti pace; lascia pur la cura a me d'ogni tuo bisogno; sol non istar la notte in su la piazza. Ed egli lo menò in casa sua, e diè della pastura agli asini; ed essi si lavarono i piedi, e mangiarono e bevvero. Mentre stavano allegramente, ecco, gli uomini di quella città, uomini scellerati, furono attorno alla casa, picchiando all'uscio; e dissero a quell'uomo vecchio, padron della casa: Mena fuori quell'uomo ch'è venuto in casa tua, acciocchè noi lo conosciamo. Ma quell'uomo, padron della casa, uscì fuori a loro, e disse loro: No, fratelli miei; deh! non fate questo male; poichè quest'uomo è venuto in casa mia, non fate questa villania. Ecco, la mia figliuola, ch'è vergine, e la concubina di esso; deh! lasciate che io ve le meni fuori, e usate con esse, e fate loro ciò che vi piacerà; ma non fate questa villania a quest'uomo. Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo; laonde quell'uomo prese la sua concubina, e la menò loro nella strada; ed essi la conobbero, e la straziarono tutta quella notte infino alla mattina; poi, all'apparir dell'alba, la rimandarono. E quella donna se ne venne, in sul far del dì, e cascò alla porta della casa di quell'uomo, nella quale il suo signore era; e stette quivi finchè fosse dì chiaro. E il suo signore si levò la mattina, e aprì l'uscio della casa, e usciva fuori per andarsene a suo cammino; ed ecco, quella donna, sua concubina, giaceva alla porta della casa, con le mani in su la soglia. Ed egli le disse: Levati, e andiamocene. Ma non v'era chi rispondesse. Allora egli la caricò sopra un asino, e si levò, e se ne andò al suo luogo. E, come fu giunto a casa sua, tolse un coltello, e prese la sua concubina, e la tagliò, per le sue ossa, in dodici pezzi, e la mandò per tutte le contrade d'Israele. E chiunque vide ciò, disse: Tal cosa non è giammai stata fatta, nè veduta, dal dì che i figliuoli d'Israele salirono fuor del paese di Egitto, fino a questo giorno; prendete il fatto a cuore, tenetene consiglio e parlamento.