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Isaia 51:1-23

Isaia 51:1-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

«Ascoltatemi, voi che perseguite la giustizia, che cercate il SIGNORE! Considerate la roccia da cui foste tagliati, la buca della cava da cui foste cavati. Considerate Abraamo vostro padre e Sara che vi partorì; poiché io lo chiamai, quando egli era solo, lo benedissi e lo moltiplicai. Così il SIGNORE sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue rovine; renderà il suo deserto pari a un Eden, la sua solitudine pari a un giardino del SIGNORE. Gioia ed esultanza si troveranno in mezzo a lei, inni di lode e melodia di canti. Prestami attenzione, popolo mio! Porgimi orecchio, mia nazione! Poiché la legge procederà da me e io porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, la mia salvezza sta per apparire, le mie braccia giudicheranno i popoli; le isole spereranno in me, confideranno nel mio braccio. Alzate i vostri occhi al cielo e abbassateli sulla terra! I cieli infatti si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito; anche i suoi abitanti moriranno; ma la mia salvezza durerà in eterno, la mia giustizia non verrà mai meno. Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia, popolo che hai nel cuore la mia legge! Non temete gli insulti degli uomini, né siate sgomenti per i loro oltraggi. Infatti la tignola li divorerà come un vestito, la tarma li roderà come la lana; ma la mia giustizia rimarrà in eterno, la mia salvezza per ogni epoca». Risvègliati, risvègliati, rivèstiti di forza, braccio del SIGNORE! Risvègliati come nei giorni di una volta, come nelle antiche età! Non sei tu che facesti a pezzi Raab, che trafiggesti il dragone? Non sei tu che prosciugasti il mare, le acque del grande abisso, che facesti delle profondità del mare una via per il passaggio dei redenti? I riscattati del SIGNORE torneranno, verranno con canti di gioia a Sion; letizia eterna coronerà il loro capo, otterranno felicità e gioia; il dolore e il gemito fuggiranno. «Io, io sono colui che vi consola; chi sei tu che temi l’uomo che deve morire, il figlio dell’uomo che passerà come l’erba? Hai dimenticato il SIGNORE che ti ha fatto, che ha disteso i cieli e fondato la terra? Tu tremi continuamente, tutto il giorno, davanti al furore dell’oppressore, quando si prepara a distruggere. Ma dov’è il furore dell’oppressore? Colui che è curvo nei ceppi sarà presto liberato: non morirà nella fossa, non gli mancherà il pane. Io infatti sono il SIGNORE, il tuo Dio; io sollevo il mare e ne faccio muggire le onde. Il mio nome è il SIGNORE degli eserciti. Io ho messo le mie parole nella tua bocca e ti ho coperto con l’ombra della mia mano per spiegare nuovi cieli e fondare una nuova terra, per dire a Sion: “Tu sei il mio popolo”». Risvègliati, risvègliati, àlzati, Gerusalemme, che hai bevuto dalla mano del SIGNORE il calice, la coppa di stordimento, e l’hai succhiata sino in fondo! Fra tutti i figli da lei partoriti non c’è nessuno che la guidi; fra tutti i figli da lei allevati non c’è nessuno che la prenda per mano. Queste due cose ti sono avvenute; chi ti compiangerà? Desolazione e rovina, fame e spada; chi ti consolerà? I tuoi figli venivano meno, gettati a ogni angolo di strada, come un’antilope nella rete, prostrati dal furore del SIGNORE, dalle minacce del tuo Dio. Perciò ascolta ora questo, o infelice e ubriaca, ma non di vino! Così parla il tuo Signore, il SIGNORE, il tuo Dio, che difende la causa del suo popolo: «Io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, il calice, la coppa del mio furore; tu non la berrai più! Io la metterò in mano ai tuoi persecutori, che ti dicevano: “Chìnati, ché ti passiamo addosso!” Tu facevi del tuo dorso un suolo, una strada per i passanti!»

Isaia 51:1-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

«Ascoltatemi, voi che perseguite la giustizia, che cercate il Signore! Considerate la roccia da cui foste tagliati, la buca della cava da cui foste cavati. Considerate *Abraamo vostro padre e *Sara che vi partorí; poiché io lo chiamai, quand'egli era solo, lo benedissi e lo moltiplicai. Cosí il Signore sta per consolare *Sion, consolerà tutte le sue rovine; renderà il suo deserto pari a un *Eden, la sua solitudine pari a un giardino del Signore. Gioia ed esultanza si troveranno in mezzo a lei, inni di lode e melodia di canti. Prestami attenzione, popolo mio! Porgimi orecchio, mia nazione! Poiché la legge procederà da me e io porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, la mia salvezza sta per apparire, le mie braccia giudicheranno i popoli; le isole spereranno in me, confideranno nel mio braccio. Alzate i vostri occhi al cielo e abbassateli sulla terra! I cieli infatti si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito; anche i suoi abitanti moriranno; ma la mia salvezza durerà in eterno, la mia giustizia non verrà mai meno. Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia, popolo che hai nel cuore la mia legge! Non temete gli insulti degli uomini, né siate sgomenti per i loro oltraggi. Infatti la tignola li divorerà come un vestito, e la tarma li roderà come la lana; ma la mia giustizia rimarrà in eterno, la mia salvezza, per ogni epoca». Risvégliati, risvégliati, rivéstiti di forza, braccio del Signore! Risvégliati come nei giorni di una volta, come nelle antiche età! Non sei tu che facesti a pezzi Raab, che trafiggesti il dragone? Non sei tu che prosciugasti il mare, le acque del grande abisso, che facesti delle profondità del mare una via per il passaggio dei redenti? I riscattati del Signore torneranno, verranno con canti di gioia a Sion; letizia eterna coronerà il loro capo, otterranno felicità e gioia; il dolore e il gemito fuggiranno. «Io, io sono colui che vi consola; chi sei tu che temi l'uomo che deve morire, il figlio dell'uomo che passerà come l'erba? Hai dimenticato il Signore che ti ha fatto, che ha disteso i cieli e fondato la terra? Tu tremi continuamente, tutto il giorno, davanti al furore dell'oppressore, quando si prepara a distruggere. Ma dov'è il furore dell'oppressore? Colui che è curvo nei ceppi sarà presto liberato: non morirà nella fossa, non gli mancherà il pane. Io infatti sono il Signore, il tuo Dio. Io sollevo il mare, e ne faccio muggire le onde; il mio nome è il Signore degli eserciti. Io ho messo le mie parole nella tua bocca e ti ho coperto con l'ombra della mia mano per spiegare nuovi cieli e fondare una nuova terra, per dire a Sion: “Tu sei il mio popolo”». Risvégliati, risvégliati, àlzati, *Gerusalemme, che hai bevuto il calice, la coppa di stordimento, e l'hai succhiata sino in fondo! Fra tutti i figli da lei partoriti non c'è nessuno che la guidi; fra tutti i figli da lei allevati non c'è nessuno che la prenda per mano. Queste due cose ti sono avvenute: –chi ti compiangerà? – Desolazione e rovina, fame e spada; –e chi ti consolerà? – I tuoi figli venivano meno, gettati a ogni angolo di strada, come un'antilope nella rete, prostrati dal furore del Signore, dalle minacce del tuo Dio. Perciò, ascolta ora questo, o infelice e ubriaca, ma non di vino! Cosí parla il tuo Signore, il Signore, il tuo Dio, che difende la causa del suo popolo: «Io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, il calice, la coppa del mio furore; tu non la berrai piú! Io la metterò in mano ai tuoi persecutori, che ti dicevano: “Chínati, ché ti passiamo addosso!” Tu facevi del tuo dorso un suolo, una strada per i passanti!»

Isaia 51:1-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Dice il Signore: «Voi che cercate la salvezza e vi rivolgete a me, ascoltatemi! Riflettete sulle vostre origini: come un masso è estratto da una cava, o tagliato da una roccia, così voi siete stati generati da Abramo, vostro padre, e messi al mondo da Sara. Quando l’ho chiamato, Abramo era senza figli, poi io l’ho benedetto ed è divenuto padre di un popolo numeroso». Il Signore mostra la sua bontà verso Gerusalemme, ha pietà delle sue rovine. Trasformerà questa terra deserta in un giardino meraviglioso, questo suolo arido in un paradiso. Qui si sentiranno grida di gioia, canti di lode e di ringraziamento. Dice il Signore al suo popolo: «Ascoltatemi bene. State attenti a quanto sto per dirvi; darò la mia legge a tutte le nazioni, le mie sentenze saranno una luce per i popoli. Sto per venire a salvarvi, fra poco vi libererò; governerò con autorità tutti gli uomini. Popolazioni lontane porranno in me la loro speranza, confideranno nella mia potenza. Alzate gli occhi al cielo! Poi guardate la terra! Il cielo svanirà come fumo; la terra si consumerà come un abito logoro e i suoi abitanti cadranno come mosche. Ma la mia liberazione sarà eterna, la mia salvezza non tramonterà. Ascoltatemi, voi che conoscete quel che è giusto, e avete la mia legge impressa nel vostro cuore: non temete gli insulti degli uomini non abbiate paura dei loro sarcasmi, perché svaniranno come un vestito di lana divorato dalle tarme! Ma la mia salvezza sarà eterna, la mia liberazione non tramonterà». Svegliati, Signore! Apri gli occhi! Riprendi il tuo vigore e salvaci come nei tempi antichi, quando hai abbattuto il tempestoso Raab hai fatto a pezzi il mostro marino; quando hai prosciugato il mare e hai tracciato un cammino nelle profondità degli abissi, per far passare quelli che tu avevi liberato. Il Signore libererà il suo popolo; arriveranno gioiosi al monte Sion, sul loro volto felicità a non finire. Gioia e felicità rimarranno con loro, tristezza e pianto scompariranno. Dice il Signore: «Sono io che ti conforto, popolo mio! Perché hai paura degli uomini? Hanno la vita breve come l’erba dei prati. Hai dimenticato me, il Signore, che ti ho fatto. Io ho disteso il cielo come una tenda e ho posto le fondamenta della terra. Tutti i giorni tremi di paura perché il tuo nemico, pieno di furore, è pronto a distruggerti. Che cosa resta ormai del suo furore? Presto i deportati saranno liberi, non moriranno prigionieri, e il pane non mancherà loro. Io il Signore, tuo Dio, io sconvolgo il mare e le sue onde ruggiscono. Il mio nome è: Signore dell'universo. Io ho disteso il cielo e ho posto le fondamenta della terra; io adesso dico a te, Gerusalemme: “Tu sei il mio popolo, ho affidato a te il mio messaggio e ti proteggo con la mia mano”». Svegliati, Gerusalemme, svegliati e alzati! Tu hai bevuto la coppa dell'ira che il Signore ti aveva dato, l’hai dovuta bere fino all’ultima goccia, fino a ubriacarti. Non c’è nessuno tra i tuoi figli pronto a guidarti, nessuno di quelli che hai allevato ti prende per mano. Una disgrazia dopo l’altra ti ha colpito: rovine e disastro, fame e guerra. Nessuno ti compiangerà, nessuno ti conforterà. A tutti gli angoli delle strade i tuoi figli sono a terra, privi di forze, come un’antilope nella trappola. Li ha abbattuti l’ira del Signore, la minaccia del tuo Dio. Perciò, povera Gerusalemme, stammi bene a sentire, tu che sei ubriaca, ma non di vino: il Signore, tuo Dio, che difende il suo popolo ti annunzia: «Tolgo dalle tue mani la coppa della mia ira, che ti ubriaca. Non la berrai più. La darò ai tuoi oppressori, a quelli che ti dicevano: “Stenditi a terra, così noi ti passiamo sopra!”. Tu dovevi offrire la schiena, come selciato di strada, a quelli che ti calpestavano».

Isaia 51:1-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

ASCOLTATEMI, voi che procacciate la giustizia, che cercate il Signore; riguardate alla roccia onde siete stati tagliati, e alla buca della cava onde siete stati cavati. Riguardate ad Abrahamo, vostro padre, ed a Sara, che vi ha partoriti; perciocchè io lo chiamai solo, e lo benedissi, e lo moltiplicai. Perciocchè il Signore consolerà Sion, egli consolerà tutte le sue ruine, e renderà il suo deserto simile ad Eden, e la sua solitudine simile al giardino del Signore; in essa si troverà gioia ed allegrezza; lode, e voce di canto. Attendi a me, popol mio; e tu, mia nazione, porgimi gli orecchi; perciocchè la Legge procederà da me, ed io assetterò il mio giudicio, per luce de' popoli. La mia giustizia è vicina; la mia salute è uscita fuori, e le mie braccia giudicheranno i popoli; le isole mi aspetteranno, e spereranno nel mio braccio. Alzate gli occhi vostri al cielo, e riguardate in terra abbasso; perciocchè i cieli si dissolveranno a guisa di fumo, e la terra sarà logorata come un vestimento, ed i suoi abitanti similmente morranno; ma la mia salute sarà in eterno, e la mia giustizia non iscaderà. Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia; e tu, o popolo, nel cui cuore è la mia Legge. Non temiate delle onte degli uomini, e non vi sgomentate per li loro oltraggi. Perciocchè la tignuola li roderà come un vestimento, e la tarma li mangerà come lana; ma la mia giustizia sarà in eterno, e la mia salute per ogni età. O braccio del Signore, risvegliati, risvegliati, rivestiti di forza, risvegliati come a' giorni antichi, come nelle età dei secoli passati. Non sei tu quel che tagliasti a pezzi Rahab, che uccidesti il dragone? Non sei tu quel che seccasti il mare, le acque del grande abisso? Che riducesti le profondità del mare in un cammino, acciocchè i riscattati passassero? Quelli adunque che dal Signore saranno stati riscattati ritorneranno, e verranno in Sion con canto; ed allegrezza eterna sarà sopra il capo loro; otterranno gioia e letizia; il dolore ed il gemito fuggiranno. Io, io son quel che vi consolo; chi sei tu che temi dell'uomo che morrà, del figliuol dell'uomo che diverrà simile a fieno? Ed hai dimenticato il Signore che ti ha fatto, che ha distesi i cieli, e fondata la terra; ed hai del continuo, tuttodì, avuto paura dell'indegnazione di colui che ti stringeva, quando egli si apparecchiava per distruggere; ora, dove è l'indegnazione di colui che ti stringeva? Colui che è stato menato in cattività si affretta a sciogliersi, acciocchè non muoia nella fossa, e che non gli manchi il pane. Or io sono il Signore Iddio tuo, che muovo il mare, e fo che le sue onde romoreggiano; il cui Nome è: Il Signor degli eserciti. Ed ho messe le mie parole nella tua bocca, e ti ho coperto con l'ombra della mia mano, per piantare i cieli, e per fondar la terra, e per dire a Sion: Tu sei il mio popolo. Risvegliati, risvegliati, levati, o Gerusalemme, che hai bevuta dalla mano del Signore la coppa della sua indegnazione; tu hai bevuta, anzi succiata la feccia della coppa di stordimento. Infra tutti i figliuoli ch'ella ha partoriti, non vi è alcuno che la guidi; nè, fra tutti i figliuoli che ha allevati, alcuno che la prenda per la mano. Queste due cose ti sono avvenute; chi se ne conduole teco? Guastamento e ruina; spada e fame; per chi ti consolerei io? I tuoi figliuoli son venuti meno, son giaciuti in capo d'ogni strada, come un bue salvatico che è ne' lacci, pieni dell'indegnazione del Signore, dello sgridar dell'Iddio tuo. Perciò ascolta ora questo, o tu afflitta ed ebbra, e non di vino; così ha detto il tuo Signore, il Signore, e l'Iddio tuo, che difende la causa del suo popolo: Ecco, io ti ho tolta di mano la coppa di stordimento, la feccia della coppa della mia indegnazione; tu non ne berrai più per l'innanzi. Ed io la metterò in mano a quelli che ti affliggono, che han detto all'anima tua: Inchinati, e noi ti passeremo addosso: laonde tu hai posto il tuo corpo come terra, e come una strada a' passanti.

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