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Isaia 16:1-14

Isaia 16:1-14 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Mandate gli agnelli per il dominatore del paese, mandateli da Sela, per la via del deserto, al monte della figlia di Sion! Come uccelli che fuggono, come una nidiata dispersa, così saranno le figlie di Moab ai guadi dell’Arnon. Consigliaci, fa’ giustizia! In pieno mezzogiorno, stendi su di noi l’ombra tua densa come la notte, nascondi gli esuli, non tradire i fuggiaschi; lascia abitare presso di te gli esuli di Moab, sii tu per loro un rifugio contro il devastatore! L’oppressione infatti è finita, la devastazione è cessata, gli invasori sono scomparsi dal paese. Il trono è stabilito fermamente sulla clemenza e sul trono sta seduto fedelmente, nella tenda di Davide, un giudice amico del diritto e pronto a fare giustizia. Noi conosciamo l’orgoglio di Moab, l’orgogliosissima, la sua alterigia, la sua superbia, la sua arroganza, il suo vantarsi senza fondamento! Perciò gema Moab per Moab, tutti gemano! Rimpiangete, costernati, i grappoli d’uva di Chir-Areset! Poiché le campagne di Chesbon languono; languono i vigneti di Sibma, le cui viti scelte, che inebriavano i padroni delle nazioni, arrivavano fino a Iazer, erravano per il deserto, e avevano propaggini che si espandevano lontano e attraversavano il mare. Piango, perciò, come piange Iazer, i vigneti di Sibma; io vi inondo con le mie lacrime, o Chesbon, o Eleale! Poiché sui vostri frutti d’estate e sulla vostra mietitura si è abbattuto un grido di guerra. La gioia, l’esultanza sono scomparse dalla fertile campagna; nelle vigne non ci sono più canti, né grida di gioia. Il vendemmiatore non pigia più l’uva nei tini; io ho fatto cessare il grido di gioia della vendemmia. Perciò le mie viscere fremono per Moab come un’arpa e geme il mio cuore per Chir-Eres. Quando Moab si presenterà, quando si affaticherà sull’alto luogo ed entrerà nel suo santuario a pregare, esso nulla otterrà. Questa è la parola che il SIGNORE già da lungo tempo pronunciò contro Moab. Ora il SIGNORE parla e dice: «Fra tre anni, contati come quelli di un operaio, la gloria di Moab cadrà in disprezzo, nonostante i suoi numerosi abitanti; e ciò che ne resterà sarà poca, pochissima cosa, senza forza».

Isaia 16:1-14 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Mandate gli agnelli per il dominatore del paese, mandateli da Sela, per la via del deserto, al monte della figlia di *Sion! Come uccelli che fuggono, come una nidiata dispersa, cosí saranno le figlie di *Moab ai guadi dell'Arnon. Consigliaci, fa' giustizia! In pieno mezzogiorno, stendi su di noi l'ombra tua densa come la notte, nascondi gli esuli, non tradire i fuggiaschi; lascia abitare presso di te gli esuli di Moab, sii tu per loro un rifugio contro il devastatore! L'oppressione infatti è finita, la devastazione è cessata, gli invasori sono scomparsi dal paese. Il trono è stabilito fermamente sulla clemenza e sul trono sta seduto fedelmente, nella tenda di *Davide, un giudice amico del diritto e pronto a far giustizia. Noi conosciamo l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissima, la sua alterigia, la sua superbia, la sua arroganza, il suo vantarsi senza fondamento! Perciò gema Moab per Moab, tutti gemano! Rimpiangete, costernati, i grappoli d'uva di Chir-Areset! Poiché le campagne di Chesbon languono; languono i vigneti di Sibma, le cui viti scelte, che inebriavano i padroni delle nazioni, arrivavano fino a Iazer, erravano per il deserto, e avevano propaggini che si espandevano lontano, e attraversavano il mare. Piango, perciò, come piange Iazer, i vigneti di Sibma; io vi inondo con le mie lacrime, o Chesbon, o Eleale! Poiché sui vostri frutti d'estate e sulla vostra mietitura si è abbattuto un grido di guerra. La gioia, l'esultanza sono scomparse dalla fertile campagna; nelle vigne non ci sono piú canti, né grida di gioia; il vendemmiatore non pigia piú l'uva nei tini; io ho fatto cessare il grido di gioia della vendemmia. Perciò le mie viscere fremono per Moab come un'arpa e geme il mio cuore per Chir-Eres. Quando Moab si presenterà, quando si affaticherà sull'alto luogo ed entrerà nel suo *santuario a pregare, esso nulla otterrà. Questa è la parola che il Signore già da lungo tempo pronunziò contro Moab. Ora il Signore parla e dice: «Fra tre anni, contati come quelli di un operaio, la gloria di Moab cadrà in disprezzo, nonostante i suoi numerosi abitanti; e ciò che ne resterà sarà poca, pochissima cosa, senza forza».

Isaia 16:1-14 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

«Gente di Moab, pagate il tributo a chi vi governa, da Sela, città del deserto, mandate agnelli a Gerusalemme. La gente sta ferma ai guadi del fiume Arnon, trema come un uccello strappato dal nido. Si rivolge al popolo di Giuda: “Diteci che cosa fare, proteggeteci come un albero che dà la sua fresca ombra a mezzogiorno. Siamo inseguiti, fate che nessuno ci trovi. Lasciateci restare nella vostra terra. Proteggeteci da quelli che vogliono distruggerci. Oppressione e distruzione finiranno, e tutti quelli che hanno devastato la nostra terra andranno via. Allora il trono del discendente di Davide sarà reso stabile nella fedeltà e amore. S’impegnerà a fare quel che è onesto, sarà pronto ad agire con giustizia”». Il popolo di Giuda dice: «Abbiamo sentito parlare dell'orgoglio smisurato di Moab! Conosciamo la sua arroganza e la sua superbia, ma la sua vanità è solo fumo. I Moabiti si lamentano della loro sorte, si lamentano tutti al ricordo delle buone focacce di uva che mangiavano a Kir-Carèset. Sono giunti alla disperazione. I campi vicini a Chesbon e le vigne presso Sibma sono distrutti. Il loro vino inebriava i re delle nazioni. Le vigne arrivavano alla città di Iazer, si estendevano a oriente fino al deserto, i loro rami raggiungevano l’altra riva del Mar Morto. Ora sono addolorato per le viti di Sibma e piango per la città di Iazer. Le mie lacrime cadono su Chesbon e su Elalè, perché ormai nessun raccolto rallegra questo popolo. Nessuno ora è felice nei frutteti, nessuno grida o canta nelle vigne, nessuno pigia più l’uva per fare il vino: sono finite le grida di gioia. Mi lamento e sono triste per Moab, soffro per Kir-Carèset. Il popolo di Moab si consumerà a furia di andare sulle montagne a pregare nei santuari e nei templi: non gli servirà a niente». Questo è il messaggio per Moab che il Signore ha pronunziato da tempo. Ora egli dice: «Fra tre anni precisi farò scomparire tutta la ricchezza di Moab. Di tutto quel popolo rimarrà solo un resto molto piccolo e senza forza».

Isaia 16:1-14 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Mandate l'agnello di colui che domina nel paese, da Sela, che è inverso il deserto, al monte della figliuola di Sion. Ed egli avverrà, che le figliuole di Moab saranno a' guadi dell'Arnon, come un uccello ramingo, come una nidiata scacciata. Prendi un consiglio, o Moab, fa' un decreto; fa' che la tua ombra, in pien mezzodì, sia come la notte; nascondi quelli che sono scacciati, non palesare i fuggitivi. Que' del mio popolo che sono scacciati, dimorino appresso di te; o Moab, sii loro un nascondimento dal guastatore; perciocchè colui che usava storsioni verrà meno, e il guastamento finirà, e coloro che calpestavano gli altri saran consumati d'in su la terra. E il trono sarà stabilito in benignità; e sopra quello sederà stabilmente, nel tabernacolo di Davide, uno che giudicherà, e ricercherà la ragione, e sarà pronto a far giustizia. Noi abbiamo intesa la superbia di Moab, grandemente superbo; il suo orgoglio, e la sua alterezza, e la sua indegnazione; le sue menzogne non saranno cosa ferma. Perciò, l'un Moabita urlerà all'altro; tutti quanti urleranno; voi gemerete per li fondamenti di Chir-hareset, essendo voi stessi feriti. Perciocchè le campagne di Hesbon, e le vigne di Sibma languiscono; i padroni delle nazioni hanno tritate le viti eccellenti di essa, le quali arrivavano infino a Iazer, e scorrevano qua e là per lo deserto; e le sue propaggini, che si spandevano, e passavano di là dal mare. Perciò, io piangerò le vigne di Sibma del pianto di Iazer; o Hesbon, ed Eleale, io ti righerò delle mie lagrime; perciocchè le grida di allegrezza per li tuoi frutti di state, e per la tua ricolta, son venute meno. E la letizia, e la festa è tolta via dal campo fertile; e non si canta, nè si giubila più nelle vigne; il pigiatore non pigia più il vino ne' tini; io ho fatte cessare, dice il Signore, le grida da inanimare. Perciò, le mie viscere romoreggeranno a guisa di cetera, per cagion di Moab; e le mie interiora, per cagion di Chir-heres. Ed avverrà che, quantunque Moab si presenti, e si affatichi sopra il suo alto luogo, e venga al suo santuario, per fare orazione; pur non potrà avanzar nulla. Quest'è la parola che il Signore ha detta contro a Moab, ab antico. Ed ora il Signore ha parlato, dicendo: Infra tre anni, quale è il termine degli anni d'un servitore tolto a prezzo, la gloria di Moab sarà avvilita, insieme con tutta la sua gran moltitudine di popolo; e il rimanente sarà in poco numero, piccolo, e non grande.