Lettera agli Ebrei 13:8-16
Lettera agli Ebrei 13:8-16 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli che le osservavano. Noi abbiamo un altare al quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo. Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel santuario, quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, soffrì fuori della porta della città. Usciamo quindi fuori dall’accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Per mezzo di lui, {dunque,} offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace.
Lettera agli Ebrei 13:8-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Gesú Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli che le osservavano. Noi abbiamo un altare al quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al *tabernacolo. Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel *santuario quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell'accampamento. Perciò anche Gesú, per santificare il popolo con il proprio sangue, soffrí fuori della porta della città. Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiú una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Per mezzo di Gesú, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace.
Lettera agli Ebrei 13:8-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Gesù Cristo è sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi ingannare da dottrine diverse e strane. È bene che il nostro cuore sia fortificato dalla grazia di Dio e non da regole a proposito dei vari cibi: chi ubbidisce a quelle parole non ne ha mai avuto un vantaggio. Noi abbiamo un *altare nostro, del quale i *sacerdoti che servono nel *Tempio degli Ebrei non hanno il diritto di mangiare l’offerta. Il *sommo sacerdote degli Ebrei porta nel luogo santissimo sangue di animali, e l’offre come sacrificio per i peccati. I corpi di questi animali sono bruciati fuori della città. Per questo anche Gesù è morto fuori delle mura della città, per purificare il popolo con il suo sangue. Dunque usciamo anche noi fuori della città, andiamo verso di lui, portando la sua stessa umiliazione. Perché noi non abbiamo quaggiù una città nella quale resteremo per sempre; noi cerchiamo la città che deve ancora venire. Per mezzo di Gesù, offriamo continuamente a Dio — come sacrificio — le nostre preghiere di lode, il frutto delle nostre labbra che cantano il suo nome. Non dimenticate di fare il bene e di mettere in comune ciò che avete. Perché sono questi i sacrifici che piacciono al Signore.
Lettera agli Ebrei 13:8-16 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Gesù Cristo è lo stesso ieri, ed oggi, e in eterno. Non siate trasportati qua e là per varie e strane dottrine; perciocchè egli è bene che il cuor sia stabilito per grazia, non per vivande; dalle quali non han ricevuto alcun giovamento coloro che sono andati dietro ad esse. Noi abbiamo un altare, del qual non hanno podestà di mangiar coloro che servono al tabernacolo. Perciocchè i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote dentro al santuario per lo peccato, son arsi fuori del campo. Perciò ancora Gesù, acciocchè santificasse il popolo per lo suo proprio sangue, ha sofferto fuor della porta. Usciamo adunque a lui fuor del campo, portando il suo vituperio. Perciocchè noi non abbiam qui una città stabile, anzi ricerchiamo la futura. Per lui adunque offeriamo del continuo a Dio sacrificii di lode, cioè: il frutto delle labbra confessanti il suo nome. E non dimenticate la beneficenza, e di far parte agli altri dei vostri beni; poichè per tali sacrificii si rende servigio grato a Dio.