Genesi 45:4-28
Genesi 45:4-28 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Vi prego, avvicinatevi a me!» Quelli s’avvicinarono ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse portato in Egitto. Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qui; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. Infatti, sono due anni che la carestia è nel paese e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà raccolto né mietitura. Ma Dio mi ha mandato qui prima di voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra e per salvare la vita a molti scampati. Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Egli mi ha stabilito come padre del faraone, signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d’Egitto. Affrettatevi a risalire da mio padre e ditegli: “Così dice tuo figlio Giuseppe: ‘Dio mi ha stabilito signore di tutto l’Egitto; scendi da me, non tardare. Tu abiterai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. Qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi’”. Ecco, voi vedete con i vostri occhi, e mio fratello Beniamino vede con i suoi occhi, che è proprio la mia bocca quella che vi parla. Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto; e fate che mio padre scenda presto qua». Poi si gettò al collo di Beniamino, suo fratello, e pianse; e Beniamino pianse sul collo di lui. Baciò pure tutti i suoi fratelli, piangendo. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui. Intanto la voce si diffuse nella casa del faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo piacque al faraone e ai suoi servitori. Il faraone disse a Giuseppe: «Di’ ai tuoi fratelli: “Fate questo: caricate le vostre bestie e andate, tornate al paese di Canaan; prendete vostro padre, le vostre famiglie e venite da me; io vi darò il meglio del paese d’Egitto e voi mangerete il grasso della terra”. Tu hai l’ordine di dire loro: “Fate questo: prendete nel paese d’Egitto dei carri per i vostri bambini e per le vostre mogli; conducete vostro padre e venite. E non vi rincresca di lasciare la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese d’Egitto sarà vostro”». I figli d’Israele fecero così e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l’ordine del faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. Diede un abito di ricambio per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d’argento e cinque mute di vestiti; a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d’Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. Così congedò i suoi fratelli e questi partirono; ed egli disse loro: «Non ci siano, durante il viaggio, delle liti tra di voi». Essi risalirono dall’Egitto e giunsero nel paese di Canaan, da Giacobbe loro padre. Gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe vive ancora ed è governatore di tutto il paese d’Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. Essi gli ripeterono tutte le parole che Giuseppe aveva dette loro. Quando egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per trasportarlo, lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò. E Israele disse: «Basta, mio figlio Giuseppe vive ancora; io andrò e lo vedrò prima di morire».
Genesi 45:4-28 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Vi prego, avvicinatevi a me!» Quelli s’avvicinarono ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse portato in Egitto. Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qui; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. Infatti, sono due anni che la carestia è nel paese e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà raccolto né mietitura. Ma Dio mi ha mandato qui prima di voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra e per salvare la vita a molti scampati. Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Egli mi ha stabilito come padre del faraone, signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d’Egitto. Affrettatevi a risalire da mio padre e ditegli: “Così dice tuo figlio Giuseppe: ‘Dio mi ha stabilito signore di tutto l’Egitto; scendi da me, non tardare. Tu abiterai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. Qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi’”. Ecco, voi vedete con i vostri occhi, e mio fratello Beniamino vede con i suoi occhi, che è proprio la mia bocca quella che vi parla. Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto; e fate che mio padre scenda presto qua». Poi si gettò al collo di Beniamino, suo fratello, e pianse; e Beniamino pianse sul collo di lui. Baciò pure tutti i suoi fratelli, piangendo. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui. Intanto la voce si diffuse nella casa del faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo piacque al faraone e ai suoi servitori. Il faraone disse a Giuseppe: «Di’ ai tuoi fratelli: “Fate questo: caricate le vostre bestie e andate, tornate al paese di Canaan; prendete vostro padre, le vostre famiglie e venite da me; io vi darò il meglio del paese d’Egitto e voi mangerete il grasso della terra”. Tu hai l’ordine di dire loro: “Fate questo: prendete nel paese d’Egitto dei carri per i vostri bambini e per le vostre mogli; conducete vostro padre e venite. E non vi rincresca di lasciare la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese d’Egitto sarà vostro”». I figli d’Israele fecero così e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l’ordine del faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. Diede un abito di ricambio per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d’argento e cinque mute di vestiti; a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d’Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. Così congedò i suoi fratelli e questi partirono; ed egli disse loro: «Non ci siano, durante il viaggio, delle liti tra di voi». Essi risalirono dall’Egitto e giunsero nel paese di Canaan, da Giacobbe loro padre. Gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe vive ancora ed è governatore di tutto il paese d’Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. Essi gli ripeterono tutte le parole che Giuseppe aveva dette loro. Quando egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per trasportarlo, lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò. E Israele disse: «Basta, mio figlio Giuseppe vive ancora; io andrò e lo vedrò prima di morire».
Genesi 45:4-28 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Vi prego, avvicinatevi a me!» Quelli s'avvicinarono ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse portato in Egitto. Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qui; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. Infatti, sono due anni che la carestia è nel paese e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà raccolto né mietitura. Ma Dio mi ha mandato qui prima di voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra e per salvare la vita a molti scampati. Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Egli mi ha stabilito come padre del faraone, signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. Affrettatevi a risalire da mio padre e ditegli: “Cosí dice tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare; tu abiterai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. Qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi''. Ecco, voi vedete con i vostri occhi, e mio fratello *Beniamino vede con i suoi occhi, che è proprio la mia bocca quella che vi parla. Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto; e fate che mio padre scenda presto qua». Poi si gettò al collo di Beniamino, suo fratello, e pianse; e Beniamino pianse sul collo di lui. Baciò pure tutti i suoi fratelli, piangendo. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui. Intanto la voce si diffuse nella casa del faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo piacque al faraone e ai suoi servitori. Il faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: “Fate questo: caricate le vostre bestie e andate, tornate al paese di *Canaan; prendete vostro padre, le vostre famiglie e venite da me; io vi darò il meglio del paese d'Egitto e voi mangerete il grasso della terra”. Tu hai l'ordine di dire loro: “Fate questo: prendete nel paese d'Egitto dei carri per i vostri bambini e per le vostre mogli; conducete vostro padre e venite. E non vi rincresca di lasciare la vostra roba; perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro”». I figli d'*Israele fecero cosí e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. Diede un abito di ricambio per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento *sicli d'argento e cinque mute di vestiti; a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. Cosí congedò i suoi fratelli e questi partirono; ed egli disse loro: «Non ci siano, durante il viaggio, delle liti tra di voi». Essi risalirono dall'Egitto e giunsero nel paese di Canaan, da *Giacobbe loro padre. Gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe vive ancora ed è governatore di tutto il paese d'Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. Essi gli ripeterono tutte le parole che Giuseppe aveva dette loro. Quando egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per trasportarlo, lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò. E Israele disse: «Basta, mio figlio Giuseppe vive ancora; io andrò e lo vedrò prima di morire».
Genesi 45:4-28 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
«Avvicinatevi a me!», disse allora Giuseppe ai suoi fratelli. Quando furono accanto a lui proseguì: «Io sono veramente Giuseppe, vostro fratello, quello che voi avete venduto perché fosse portato in Egitto! Ora però non state ad angustiarvi e a rimproverarvi per avermi venduto. È Dio che mi ha fatto venire qui prima di voi per potervi salvare la vita. Già da due anni la carestia infierisce ovunque e per altri cinque non vi sarà né aratura né mietitura. Ma Dio mi ha inviato in questa terra davanti a voi, per tenervi da parte una scorta di viveri e così potervi salvare con una grande liberazione. Dunque: non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. Ed è sempre lui che ha fatto di me il più potente ministro del faraone, responsabile della sua corte e governatore dell'intero Egitto. «Presto dunque, ritornate da mio padre e ditegli: Ecco quel che ti manda a dire Giuseppe, tuo figlio: Dio mi ha costituito padrone dell'intero Egitto. Vieni da me. Non tardare. Ti stabilirai nella regione di Gosen e così sarai vicino a me, tu, i tuoi figli e i tuoi nipoti, con i tuoi greggi, i tuoi armenti e tutto quel che possiedi. Lì io rifornirò di viveri te, la tua famiglia e i tuoi greggi. Vi saranno ancora cinque anni di carestia, ma a voi non mancherà nulla! «Voi stessi — aggiunse Giuseppe — con i vostri propri occhi potete costatare che sono proprio io, e non un altro, che vi parla. E mio fratello Beniamino è in grado di confermarlo. «Raccontate dunque a mio padre tutto quel che avete visto e ditegli quale posto di grande prestigio io occupo in Egitto! Poi datevi da fare per fare venire qui mio padre al più presto». Giuseppe gettò le braccia al collo di suo fratello Beniamino e i due piansero insieme abbracciandosi. Poi, sempre piangendo, Giuseppe abbracciò anche gli altri. A questo punto i suoi fratelli riuscirono a parlare con lui. La notizia dell'accaduto si diffuse anche nel palazzo del faraone. Dicevano: «I fratelli di Giuseppe sono venuti in Egitto». E il faraone e i suoi ministri ne furono felici. Il faraone disse a Giuseppe: «Di’ ai tuoi fratelli di preparare i loro asini e di ritornare nella terra di Canaan per prendere vostro padre e le vostre famiglie e farli venire qui da me. Assegnerò loro la parte più fertile del territorio egiziano e avranno per cibo i migliori prodotti del paese. Inoltre devi dar loro quest’ordine: Procuratevi qui alcuni carri per trasportare in Egitto vostro padre, le vostre mogli e i vostri figli. Non avrete da rimpiangere quel che lascerete laggiù, perché qui vi stabilirete nella contrada più produttiva dell'Egitto». I figli di Giacobbe ubbidirono. Giuseppe, secondo l’ordine del faraone, diede loro alcuni carri e li fornì di provviste per il viaggio. Inoltre diede a ognuno un abito da festa. A Beniamino, però, ne diede cinque e gli regalò anche trecento pezzi d'argento. E inviò a suo padre, per il viaggio, dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e vettovaglie varie. Raccomandò ai suoi fratelli di non litigare durante il viaggio e li lasciò andare. Essi lasciarono l’Egitto, raggiunsero la terra di Canaan e arrivarono dal loro padre Giacobbe. Gli annunziarono: «Giuseppe è ancora in vita! È addirittura governatore di tutto l’Egitto!». Ma egli rimase indifferente perché non ci credeva. Allora gli riferirono tutto quel che Giuseppe aveva detto. Egli esaminò i carri che suo figlio gli aveva inviato per trasportarlo, si rianimò e disse: «Basta! Mio figlio Giuseppe è vivo! Voglio partire per rivederlo prima di morire!».
Genesi 45:4-28 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E Giuseppe disse a' suoi fratelli: Deh! appressatevi a me. Ed essi si appressarono a lui. Ed egli disse: Io son Giuseppe, vostro fratello, il qual voi vendeste per esser menato in Egitto. Ma ora non vi contristate, e non vi rincresca di avermi venduto per esser menato qua; conciossiachè Iddio mi abbia mandato davanti a voi per vostra conservazione. Perciocchè quest'è l'anno secondo della fame dentro del paese; e ve ne saranno ancora cinque, ne' quali non vi sarà nè aratura, nè mietitura. Ma Iddio mi ha mandato davanti a voi, per far che abbiate alcun rimanente nella terra, e per conservarvelo in vita, per un grande scampo. Ora dunque, non voi mi avete mandato qua, anzi Iddio; ed egli mi ha costituito per padre a Faraone, e per padrone sopra tutta la sua casa, e rettore in tutto il paese di Egitto. Ritornatevene prestamente a mio padre, e ditegli: Così dice il tuo figliuolo Giuseppe: Iddio mi ha costituito rettor di tutto l'Egitto; scendi a me, non restare. E tu dimorerai nella contrada di Gosen, e sarai presso di me, tu, e i tuoi figliuolo, e i figliuoli de'tuoi figliuoli e le tue gregge, e i tuoi armenti, e tutto ciò ch'è tuo. E io ti sostenterò quivi, perciocchè vi saranno ancora cinque anni di fame; accioccè talora tu non sofferi necessità, tu, e la tua famiglia, e tutto ciò ch'è tuo. Ed ecco, gli occhi vostri veggono, gli occhi del mio fratello Beniamino anch'essi veggono, che la mia bocca è quella che vi parla. Rapportate adunque a mio pardre tutta la gloria, nella quale io sono in Egitto, e tutto ciò che voi avete veduto; e fate prestamente venir qua mio padre. Poi, gittatosi al collo di Beniamino, suo fratello, pianse; Beniamino altresì pianse sopra il collo di esso. Baciò ancora tutti i suoi fratelli, e pianse sopra loro. E, dopo questo, i suoi fratelli parlarono con lui. E il grido ne fu udito nella casa di Faraone, e fu detto: I fratelli di Giuseppe son venuti. E la cosa piacque a Faraone ed a' suoi servitori. E Faraone disse a Giuseppe: Di' a' tuoi fratelli: Fate questo: caricate le vostre bestie, e andatevene; e, quando sarete giunti nel paese di Canaan, prendete vostro padre, e le vostre famiglie, e venite a me; ed io vi darò il meglio del paese di Egitto, e voi mangerete il grasso del paese. E a te, Giuseppe, è ordinato questo: fate ciò: prendete de' carri del paese di Egitto, per le vostre famiglie, e per le vostre mogli; e levate vostro padre, e venitevene. E non vi rincresca di lasciar le vostre masserizie; perciocchè il meglio di tutto il paese di Egitto sarà vostro. E i figliuoli d'Israele fecero così; e Giuseppe diede loro de' carri secondo il comandamento di Faraone; diede loro ancora provvisione per lo viaggio. Diede eziandio a ciascun d'essi tutti delle mute di vestimenti; e a Beniamino diede trecento sicli di argento, e cinque mute di vestimenti. E a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose di Egitto; e dieci asine cariche di grano, e di pane, e di vittuaglia, per suo padre, per lo viaggio. E diede commiato a' suoi fratelli, ed essi se ne andarono. Ed egli disse loro: Non vi crucciate per cammino. Ed essi se ne ritornarono di Egitto; e vennero nel paese di Canaan, a Giacobbe, lor padre. E gli rapportarono la cosa, dicendo: Giuseppe vive ancora; e anche è rettore in tutto il paese di Egitto. E il cuore gli venne meno; perciocchè non credeva loro. Ma essi gli dissero tutte le parole che Giuseppe avea lor dette; ed egli vide i carri, che Giuseppe avea mandati per levarlo; allora lo spirito si ravvivò a Giacobbe, lor padre. E Israele disse: Basta, il mio figliuolo Giuseppe vive ancora; io andrò, e lo vedrò, avanti che io muoia.