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Genesi 42:1-38

Genesi 42:1-38 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Giacobbe seppe che c’era grano in Egitto; allora disse ai suoi figli: «Perché state a guardarvi l’un l’altro?» Poi disse: «Ecco, ho sentito dire che c’è grano in Egitto; scendete là a comprarne, così vivremo e non moriremo». Così dieci dei fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi il grano. Ma Giacobbe non mandò con loro Beniamino, il fratello di Giuseppe, perché diceva: «Che non gli succeda qualche disgrazia!» I figli d’Israele giunsero per comprare grano in mezzo agli altri che erano venuti; perché nel paese di Canaan c’era la carestia. Or Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese. I fratelli di Giuseppe vennero e s’inchinarono davanti a lui con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un estraneo davanti a loro e parlò loro aspramente dicendo: «Da dove venite?» Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comprare dei viveri». Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto riguardo a loro e disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» Ed essi a lui: «No, mio signore, i tuoi servi sono venuti a comprare dei viveri. Siamo tutti figli di uno stesso uomo. Siamo gente sincera. I tuoi servi non sono delle spie». Ma egli disse: «No, siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» Quelli risposero: «Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo, del paese di Canaan. Ecco, il più giovane è oggi con nostro padre, e uno non è più». E Giuseppe disse loro: «La cosa è come vi ho detto, siete delle spie! Ecco come sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui fin tanto che non sarà arrivato il vostro fratello più giovane. Mandate uno di voi a prendere vostro fratello e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova e si veda se c’è del vero in voi; se no, per la vita del faraone, siete delle spie!» E li mise assieme in prigione per tre giorni. Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo Dio! Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi andate, portate il grano necessario alle vostre famiglie. Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morirete». Ed essi fecero così. Allora si dicevano l’uno all’altro: «Sì, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, giacché vedemmo la sua angoscia quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest’angoscia». Ruben rispose loro: «Non ve lo dicevo io: “Non commettete questo peccato contro il ragazzo?” Ma voi non voleste darmi ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato». Ora essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro c’era un interprete. Ed egli si allontanò da loro, e pianse. Poi tornò, parlò con quelli e prese tra di loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi. Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto. Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono. Or uno di essi aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l’uno all’altro: «Che cos’è mai questo che Dio ci ha fatto?» E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: «L’uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. Noi gli abbiamo detto: “Siamo gente sincera; non siamo delle spie; siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan”. Quell’uomo, signore del paese, ci ha detto: “Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello più giovane. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese”». Mentre essi vuotavano i loro sacchi, ecco che in ciascun sacco c’era il sacchetto con il denaro; essi e il padre loro videro i sacchetti con il loro denaro e furono presi da paura. Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa’ morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi, perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto; se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel soggiorno dei morti».

Genesi 42:1-38 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Giacobbe seppe che c'era grano in Egitto; allora disse ai suoi figli: «Perché state a guardarvi l'un l'altro?» Poi disse: «Ecco, ho sentito dire che c'è grano in Egitto; scendete là a comprarne, cosí vivremo e non moriremo». Cosí dieci dei fratelli di *Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi il grano. Ma Giacobbe non mandò con loro *Beniamino, il fratello di Giuseppe, perché diceva: «Che non gli succeda qualche disgrazia!» I figli d'*Israele giunsero per comprare grano in mezzo agli altri che erano venuti; perché nel paese di *Canaan c'era la carestia. Or Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; i fratelli di Giuseppe vennero e si inchinarono davanti a lui con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un estraneo davanti a loro e parlò loro aspramente dicendo: «Da dove venite?» Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comprare dei viveri». Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto riguardo a loro e disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» Ed essi a lui: «No, mio signore, i tuoi servi sono venuti a comprare dei viveri. Siamo tutti figli di uno stesso uomo. Siamo gente sincera. I tuoi servi non sono delle spie». Ma egli disse: «No, siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» Quelli risposero: «Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo, del paese di Canaan. Ecco, il piú giovane è oggi con nostro padre, e uno non è piú». E Giuseppe disse loro: «La cosa è come v'ho detto; siete delle spie! Ecco come sarete messi alla prova: per la vita del *faraone, non uscirete di qui fin tanto che non sarà arrivato il vostro fratello piú giovane. Mandate uno di voi a prendere vostro fratello e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova e si veda se c'è del vero in voi; se no, per la vita del faraone, siete delle spie!» E li mise assieme in prigione per tre giorni. Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo Dio! Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi andate, portate il grano necessario alle vostre famiglie. Poi conducetemi il vostro fratello piú giovane; cosí le vostre parole saranno verificate e voi non morirete». Ed essi fecero cosí. Allora si dicevano l'uno all'altro: «Sí, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, giacché vedemmo la sua angoscia quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest'angoscia». *Ruben rispose loro: «Non ve lo dicevo io: “Non commettete questo peccato contro il ragazzo?” Ma voi non voleste darmi ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato». Ora essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro c'era un interprete. Ed egli si allontanò da loro, e pianse. Poi tornò, parlò con quelli e prese tra di loro *Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi. Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E cosí fu fatto. Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono. Or uno di essi aprí il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l'uno all'altro: «Che cos'è mai questo che Dio ci ha fatto?» E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: «L'uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. Noi gli abbiamo detto: “Siamo gente sincera; non siamo delle spie; siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è piú, e il piú giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan”. Quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: “Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello piú giovane. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese”». Mentre essi vuotavano i loro sacchi, ecco che in ciascun sacco c'era il sacchetto con il denaro; essi e il padre loro videro i sacchetti con il loro denaro e furono presi da paura. Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è piú, Simeone non è piú, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa' morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi; perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel *soggiorno dei morti».

Genesi 42:1-38 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Giacobbe venne a sapere che c’era grano in Egitto. Allora disse ai suoi figli: «Perché state a guardarvi l’un l’altro? Sono venuto a sapere che c’è grano in Egitto. Andate dunque là e comprate viveri per noi. Così non saremo costretti a morire di fame e potremo sopravvivere». Dieci fratelli di Giuseppe si recarono dunque in Egitto per comprare grano. Giacobbe non lasciò andare con loro Beniamino, fratello di Giuseppe. Pensava fra sé: «Non vorrei che gli capitasse una disgrazia!». I figli di Giacobbe giunsero in Egitto per comprare grano, insieme con molta altra gente, perché nella terra di Canaan c’era grande carestia. Giuseppe era governatore in Egitto e vendeva grano a ogni popolo. Quando giunsero davanti a lui, i suoi fratelli si inchinarono faccia a terra. Egli vide i fratelli e li riconobbe, ma li trattò da estranei. Parlò duramente: — Da dove venite? — chiese loro. — Da Canaan — risposero — per comprare viveri. Così Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. Giuseppe allora ricordò i sogni che aveva fatto a loro riguardo, e aggiunse: — Siete solo spie! Siete venuti qui per scoprire i luoghi indifesi del nostro paese. — Non è vero, signore — essi risposero. — Siamo venuti qui al solo scopo di comprare viveri. Siamo tutti fratelli, gente onesta; non siamo spie. — Niente affatto! — ribatté Giuseppe; — siete venuti a scoprire i luoghi indifesi del nostro paese! Essi replicarono: — Noi, tuoi servi, veniamo dalla terra di Canaan e siamo fratelli, figli di uno stesso padre. Eravamo in dodici: il più giovane è rimasto con nostro padre e uno non c’è più. Ma Giuseppe affermò: — Rimango della mia opinione: voi siete spie! Se volete provarmi il contrario, fate venire il vostro fratello minore. Altrimenti non vi lascerò ripartire di qui. Lo giuro per la vita del faraone. Mandate dunque uno di voi a prendere vostro fratello, mentre gli altri rimarranno in prigione. Così vedremo se avete detto la verità. Altrimenti, per la vita del faraone, sarà chiaro che siete spie. E Giuseppe li fece rinchiudere in prigione per tre giorni. Dopo tre giorni Giuseppe disse loro: «Io rispetto Dio! Fate come vi dico e avrete salva la vita. Se davvero siete gente onesta, uno di voi deve restare qui come ostaggio nella prigione dove siete stati. Gli altri invece possono andarsene e portare il grano necessario a sfamare le loro famiglie. Poi mi condurrete qui vostro fratello minore, così si vedrà se quel che dite è vero. Allora vivrete». Essi accettarono di fare così. Intanto dicevano tra loro: «Siamo veramente castigati a causa di nostro fratello Giuseppe, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e noi non l’abbiamo ascoltato. Ora questa stessa angoscia colpisce noi». Ruben aggiunse: «Ve l’avevo detto, io, di non commettere quel delitto verso Giuseppe. Voi però non avete voluto darmi retta. E ora siamo puniti perché responsabili della sua morte». Giuseppe si serviva di un interprete per comunicare con loro, così essi non si accorgevano che li capiva. A un tratto egli si allontanò dai fratelli e pianse. Poi ritornò e continuò a parlare con loro. Infine prese Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. Quindi diede l’ordine di riempire i loro sacchi di grano e di mettervi dentro il denaro con il quale lo avevano pagato. Inoltre ordinò di dar loro provviste per il viaggio. E così fu fatto. I fratelli di Giuseppe caricarono i loro sacchi sugli asini e partirono. Quando, alla sera, si fermarono per fare una sosta, uno di essi aprì il sacco per dare da mangiare al suo asino e vide il denaro. Disse subito ai suoi fratelli: — Mi hanno dato indietro i soldi! Sono qui, nel mio sacco! Allora, scoraggiati e pieni di spavento si dicevano: — Perché Dio fa così con noi? Quando arrivarono a Canaan dal loro padre Giacobbe gli raccontarono l’accaduto. Gli dissero: «L’uomo che governa l’Egitto ci ha trattato male: ci aveva preso per spie. Ma noi gli abbiamo risposto: “Siamo gente onesta, non siamo spie! Eravamo dodici fratelli, tutti figli di uno stesso padre, ma uno di noi non c’è più, e il minore è rimasto in Canaan con nostro padre”. Allora lui, il governatore dell'Egitto, ha sfruttato questo particolare per verificare se davvero siamo gente onesta. “Lasciate qui uno di voi — ha detto — gli altri prendano di che sfamare le vostre famiglie e se ne vadano. Poi condurrete qui il vostro fratello minore e così potrò essere sicuro che non siete spie, ma gente onesta. A questo punto vi ridarò vostro fratello e potrete muovervi liberamente nel nostro territorio”». Poi vuotarono i sacchi e ciascuno vi trovò la sua borsa del denaro. Quando videro quelle borse, con i soldi, tutti ebbero paura, anche Giacobbe che disse loro: — Già mi avete privato di due figli: Giuseppe non c’è più! Simeone non c’è più! E ora volete togliermi anche Beniamino! Tutte le disgrazie si abbattono su di me. Allora Ruben disse a suo padre: — Se non ti riporto sano e salvo Beniamino, uccidi pure i miei due figli! Affidalo a me e te lo ricondurrò! Ma Giacobbe affermò: — Mio figlio Beniamino non verrà mai laggiù con voi. Suo fratello Giuseppe è morto e dei figli di Rachele mi resta solo Beniamino. Se gli capitasse una disgrazia nel viaggio, vecchio come sono, mi farete morire di dolore.

Genesi 42:1-38 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

E GIACOBBE, veggendo che vi era del grano da vendere in Egitto, disse a' suoi figliuoli: Perchè state a riguardarvi l'un l'altro? Poi disse: Ecco, io ho udito che in Egitto v'è del grano da vendere; scendete là, e compratacene di là; e noi viveremo, e non morremo. E dieci de' fratelli di Giuseppe scesero in Egitto, per comperar del grano di là. Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, co' suoi fratelli; perciocchè diceva: E' si convien guardare che talora alcuna mortale sciagura non gl'intervenga. I figliuoli d'Israele adunque giunsero in Egitto, per comperar del grano, per mezzo altri che vi andavano; perciocchè la fame era nel paese di Canaan. Or Giuseppe, ch'era rettor del paese, vendeva il grano a ciascun popolo della terra. I fratelli di Giuseppe adunque, essendo giunti, s'inchinarono a lui, con la faccia verso terra. E, come Giuseppe ebbe veduti i suoi fratelli, li riconobbe; ma pur s'infinse strano inverso loro, e parlò loro aspramente, e disse loro: Onde venite voi? Ed essi dissero: Dal paese di Canaan, per comperar della vittuaglia. Giuseppe adunque riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobber lui. E Giuseppe si ricordò de' sogni che egli avea sognati di loro, e disse loro: Voi siete spie; voi siete venuti per vedere i luoghi sforniti del paese. Ma essi dissero: No, signor mio, anzi i tuoi servitori son venuti per comperar della vittuaglia. Noi siamo tutti figliuoli di uno stesso uomo; noi siamo uomini leali; i tuoi servitori non furono giammai spie. Ed egli disse loro: No; anzi voi siete venuti per veder i luoghi sforniti del paese. Ed essi dissero: Noi, tuoi servitori, eravamo dodici fratelli, figliuoli di uno stesso uomo, nel paese di Canaan; ed ecco, il minore è oggi con nostro padre, e uno non è più. E Giuseppe disse loro: Quest'è pur quello che io vi ho detto, che voi siete spie. E' si farà prova di voi in questo: Come vive Faraone, voi non partirete di qui, prima che il vostro fratel minore sia venuto qua. Mandate un di voi a prendere il vostro fratello; e voi restate qui incarcerati, e si farà prova delle vostre parole, se vi è in voi verità; se no, come vive Faraone, voi siete spie. E li serrò in prigione, per tre dì. E al terzo giorno, Giuseppe disse loro: Fate questo, e voi viverete; io temo Iddio. Se voi siete uomini leali uno di voi fratelli rimanga incarcerato nella prigione dove siete stati posti, e voi altri andate, portatene del grano, secondo la necessità delle vostre case. E menatemi il vostro fratel minore, e così le vostre parole saranno verificate, e voi non morrete. Ed essi fecero così. E dicevano l'uno all'altro: Certamente noi siamo colpevoli intorno al nostro fratello; perciocchè noi vedemmo l'angoscia dell'anima sua, quando egli ci supplicava, e non l'esaudimmo; perciò è avvenuta questa angoscia a noi. E Ruben rispose loro, dicendo: Non vi diceva io: Non peccate contro al fanciullo? ma voi non mi voleste ascoltare; perciò altresì, ecco, è domandata ragion del suo sangue. Or essi non sapevano che Giuseppe li intendesse; perciocchè fra loro vi era un interprete. E Giuseppe si rivoltò indietro da loro, e pianse. Poi ritornò a loro, e parlò loro, e prese d'infra loro Simeone, il quale egli fece incarcerare in lor presenza. Poi Giuseppe comandò che si empiessero di grano le lor sacca, e che si rimettessero i danari di ciascun d'essi nel suo sacco, e che si desse loro provvisione per lo viaggio. E così fu lor fatto. Ed essi, caricato sopra i loro asini il grano che aveano comperato, si partirono di là. E l'uno di essi, aperto il suo sacco, per dar della pastura al suo asino nell'albergo, vide i suoi danari ch'erano alla bocca del suo sacco. E disse a' suoi fratelli: I miei danari mi sono stati restituiti; e anche eccoli nel mio sacco. E il cuore isvenne loro, e si spaventarono, dicendo l'uno all'altro: Che cosa è questo che Iddio ci ha fatto? Poi, venuti a Giacobbe, lor padre, nel paese di Canaan, gli raccontarono tutte le cose ch'erano loro intervenute, dicendo: Quell'uomo, che è rettor del paese, ci ha parlato aspramente, e ci ha trattati da spie del paese. E noi gli abbiam detto: Noi siamo uomini leali; noi non fummo giammai spie. Noi eravamo dodici fratelli, figliuoli di nostro padre, e l'uno non è più; e il minore è oggi con nostro padre, nel paese di Canaan. E quell'uomo, rettor del paese, ci ha detto: Per questo conoscerò che voi siete uomini leali: lasciate un di voi fratelli appo me, e prendete quanto vi fa bisogno per la necessità delle vostre casa, e andate. E menatemi il vostro fratel minore; ed io conoscerò che voi non siete spie, anzi uomini leali; ed io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete andare attorno trafficando per lo paese. Ora, come essi votavano le lor sacca, ecco, il sacchetto de' denari di ciascuno era nel suo sacco; ed essi, e il padre loro, videro i sacchetti de' lor danari, e temettero. E Giacobbe, lor padre, disse loro: Voi mi avete orbato di figliuoli; Giuseppe non è più, Simeone non è più, e ancora volete tormi Beniamino; tutte queste cose son contro a me. E Ruben disse a suo padre: Fa' morire i miei due figliuoli, se io non te lo riconduco; rimettilo nelle mie mani, ed io te lo ricondurrò. Ma Giacobbe disse: Il mio figliuolo non iscenderà con voi; perciocche il suo fratello è morto, ed egli è rimasto solo; e, se gli avvenisse alcuna mortale sciagura per lo viaggio che farete, voi fareste scender la mia canutezza con cordoglio nel sepolcro.

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