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Genesi 40:5-23

Genesi 40:5-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

In una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d’Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, un sogno per uno, e ciascun sogno aveva il suo significato particolare. Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò e li vide tutti turbati. Interrogò allora gli ufficiali del faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone, e disse: «Perché oggi avete il viso così triste?» Quelli gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non c’è nessuno che ce lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego». Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno mi stava davanti una vite; in quella vite c’erano tre tralci; mi pareva che essa germogliasse, poi fiorisse, e desse infine dei grappoli d’uva matura. Io avevo in mano la coppa del faraone; presi l’uva, la spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone». Giuseppe gli disse: «Questa è l’interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; fra tre giorni il faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo incarico e tu darai in mano al faraone la sua coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere. Ma ricòrdati di me, quando sarai felice, e sii buono verso di me, ti prego; parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa, perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo». Il capo dei panettieri, vedendo che l’interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch’io! Nel mio sogno avevo tre canestri di pane bianco sul capo; nel canestro più alto c’era per il faraone ogni sorta di vivande cotte al forno; e gli uccelli le mangiavano dentro al canestro sul mio capo». Giuseppe rispose e disse: «Questa è l’interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni. Ancora tre giorni e il faraone alzerà la tua testa, ti farà impiccare a un albero e gli uccelli mangeranno la tua carne addosso a te». Il terzo giorno, che era il compleanno del faraone, egli fece un banchetto per tutti i suoi servitori e alzò la testa al capo dei coppieri e la testa al capo dei panettieri in mezzo ai suoi servitori: ristabilì il capo dei coppieri nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano al faraone, ma fece impiccare il capo dei panettieri, secondo l’interpretazione che Giuseppe aveva loro data. Il gran coppiere però non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.

Genesi 40:5-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

In una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, un sogno per uno, e ciascun sogno aveva il suo significato particolare. Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò e li vide tutti turbati. Interrogò allora gli ufficiali del faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone, e disse: «Perché oggi avete il viso cosí triste?» Quelli gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non c'è nessuno che ce lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego». Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, mi stava davanti una vite; in quella vite c'erano tre tralci; mi pareva che essa germogliasse, poi fiorisse, e desse infine dei grappoli d'uva matura. Io avevo in mano la coppa del faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone». Giuseppe gli disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; fra tre giorni il faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo incarico e tu darai in mano al faraone la sua coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere. Ma ricòrdati di me, quando sarai felice, e sii buono verso di me, ti prego; parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa, perché io fui portato via di nascosto dal paese degli *Ebrei e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo». Il capo dei panettieri, vedendo che l'interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch'io! Nel mio sogno avevo tre canestri di pane bianco sul capo; nel canestro piú alto c'era per il faraone ogni sorta di vivande cotte al forno; e gli uccelli le mangiavano dentro al canestro sul mio capo». Giuseppe rispose e disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni. Ancora tre giorni e il faraone alzerà la tua testa, ti farà impiccare a un albero e gli uccelli mangeranno la tua carne addosso a te». Il terzo giorno, che era il compleanno del faraone, egli fece un banchetto per tutti i suoi servitori e alzò la testa al capo dei coppieri e la testa al capo dei panettieri in mezzo ai suoi servitori: ristabilí il capo dei coppieri nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano al faraone, ma fece impiccare il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva loro data. Il gran coppiere però non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.

Genesi 40:5-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Una notte questi due uomini, il capo dei coppieri e il capo dei panettieri del re, sempre in prigione, fecero ognuno un sogno che aveva un significato particolare. Quando al mattino Giuseppe andò da loro si accorse che erano tristi e chiese a quei due funzionari, come lui in carcere nella casa del suo padrone: — Perché oggi siete così tristi? Risposero: — Abbiamo fatto un sogno e non c’è nessuno che sappia spiegarcelo. — Soltanto Dio ha il potere di interpretare i sogni — disse Giuseppe. — Raccontatemi quel che avete sognato. Il capo dei coppieri raccontò: — Nel mio sogno mi trovavo dinanzi a una vite. Aveva tre rami. Li vidi germogliare, poi fiorire e infine portare a maturazione grappoli d'uva. Io avevo in mano la coppa del faraone, colsi l’uva, ne spremetti il succo nella coppa e la porsi al faraone. — L’interpretazione del sogno è questa — gli disse allora Giuseppe: — I tre rami rappresentano tre giorni. Fra tre giorni il faraone si occuperà di te: ti restituirà il tuo incarico. Tu gli porgerai di nuovo la coppa, come facevi prima quando eri il suo coppiere. Ricordati di me quando sarai di nuovo felice. Ti raccomando di parlare di me al faraone e così farmi uscire da questo carcere. Io sono stato portato via con la violenza dalla regione degli Ebrei e qui non ho fatto nulla di male per meritarmi la prigione. Visto che Giuseppe aveva dato un’interpretazione favorevole, il capo dei panettieri gli disse: — Anch’io ho fatto un sogno. Avevo sul capo tre ceste di pane bianco. Il cesto superiore era colmo di ogni tipo di focacce, della qualità preferita dal faraone, ma alcuni uccelli venivano a beccare nel cesto sul mio capo. — L’interpretazione del sogno — gli disse allora Giuseppe — è questa: I tre cesti rappresentano tre giorni. Fra tre giorni il faraone si occuperà di te: ti farà tagliare la testa e farà appendere il tuo cadavere a un palo e gli uccelli beccheranno la tua carne. Infatti tre giorni dopo il faraone festeggiò il suo compleanno e fece preparare un banchetto per i suoi ministri. Si occupò anche del capo dei coppieri e del capo dei panettieri: restituì l’incarico al capo dei coppieri perché gli porgesse nuovamente la coppa, ma fece impiccare il capo dei panettieri, proprio come aveva predetto Giuseppe. Tuttavia il capo dei coppieri si dimenticò completamente di Giuseppe.

Genesi 40:5-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Ed amendue, il coppiere ed il panattiere del re di Egitto, ch' erano incarcerati nel Torrione, sognarono ciascuno un sogno in una stessa notte, conveniente alla interpretazione che ne fu data a ciascun d'essi. E Giuseppe, venuto la mattina a loro, li riguardò; ed ecco, erano conturbati. Ed egli domandò quegli Eunuchi di Faraone, ch'erano seco in prigione, in casa del suo signore, dicendo: Perchè sono oggi le vostre facce meste? Ed essi gli dissero: Noi abbiam sognato ciascuno un sogno, e non vi è alcuno che ce lo interpreti. E Giuseppe disse loro: Le interpretazioni non appartengono esse a Dio? deh! raccontatemeli. E il coppier maggiore raccontò a Giuseppe il suo sogno, e gli disse: E' mi pareva nel mio sogno di veder davanti a me una vite. E in quella vite erano tre tralci; e parve ch'ella germogliasse, poi che fiorisse, ed in fine che i suoi grappoli maturassero le uve. Ed io avea la coppa di Faraone in mano; e prendeva quelle uve, e le spremeva nella coppa di Faraone, e dava la coppa in mano a Faraone. E Giuseppe gli disse: Quest'è l'interpretazione di cotesto sogno: I tre tralci son tre giorni. Fra qui e tre giorni, Faraone, rivedendo la sua famiglia, ti rassegnerà, e ti rimetterà nel tuo stato; e tu porgerai in mano a Faraone la sua coppa, secondo il tuo primiero ufficio, quando eri suo coppiere. Ma abbi appo te memoria di me, quando avrai del bene; ed usa, ti prego, benignità inverso me, e fa' menzion di me a Faraone, e fa' che io esca fuor di questa casa. Perciocchè in verità io sono stato rubato dal paese degli Ebrei; ed anche qui non ho fatto nulla, perchè io dovessi esser messo in questa fossa. E il panattier maggiore, veggendo che Giuseppe avea interpretato il sogno di colui in bene, disse a Giuseppe: A me ancora pareva nel mio sogno di aver tre panieri bianchi in su la testa. E nel più alto paniere vi erano di tutte le vivande di Faraone, di lavoro di fornaio; e gli uccelli le mangiavano di dentro quel paniere d'in sul mio capo. E Giuseppe rispose, e disse: Questa è l'interpretazione di cotesto sogno: I tre panieri son tre giorni. Fra qui e tre giorni, Faraone, rivedendo la sua famiglia, ti casserà e ti torrà il tuo ufficio, e ti farà appiccare ad un legno, e gli uccelli ti mangeranno la carne d'addosso. Ed egli avvenne il terzo giorno appresso, ch'era il giorno della natività di Faraone, ch'egli fece un convito a tutti i suoi servitori; e trovò fra' suoi servitori rassegnati, il coppier maggiore, e il panattier maggiore. Ed egli rimise il coppier maggiore nel suo ufficio di coppiere; ed egli porse la coppa in mano a Faraone. Ma fece appiccare il panattier maggiore, secondo l'interpretazione che Giuseppe avea lor data. E il coppier maggiore non si ricordò di Giuseppe; anzi lo dimenticò.