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Genesi 27:15-36

Genesi 27:15-36 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Poi Rebecca prese i più bei vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, i quali erano in casa presso di lei, e li fece indossare a Giacobbe suo figlio minore; con le pelli dei capretti gli coprì le mani e il collo, che erano senza peli. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe la pietanza saporita e il pane che aveva preparato. Egli andò da suo padre e gli disse: «Padre mio!» Isacco rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?» Giacobbe disse a suo padre: «Sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai detto. Àlzati, ti prego, mettiti a sedere e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». Isacco disse a suo figlio: «Come hai fatto a trovarne così presto, figlio mio?» E quello rispose: «Perché il SIGNORE, il tuo Dio, l’ha fatta venire sulla mia via». Allora Isacco disse a Giacobbe: «Avvicìnati, figlio mio, e lascia che io ti tasti, per sapere se sei proprio mio figlio Esaù, o no». Giacobbe s’avvicinò a suo padre Isacco; e, come questi lo ebbe tastato, disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le mani sono le mani di Esaù». Non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di suo fratello Esaù, e lo benedisse. Disse: «Tu sei proprio mio figlio Esaù?» Egli rispose: «Sì». E Isacco gli disse: «Portami da mangiare la selvaggina di mio figlio, e io ti benedirò». Giacobbe gliene servì, e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino, ed egli bevve. Poi suo padre Isacco gli disse: «Ora avvicìnati e baciami, figlio mio». Egli s’avvicinò e lo baciò. E Isacco sentì l’odore dei vestiti, e lo benedisse dicendo: «Ecco, l’odore di mio figlio è come l’odore di un campo, che il SIGNORE ha benedetto. Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. Ti servano i popoli e le nazioni s’inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s’inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!» Appena Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se ne fu andato dalla presenza di suo padre Isacco, Esaù suo fratello giunse dalla caccia. Anch’egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre e gli disse: «Si alzi mio padre, e mangi della selvaggina di suo figlio, perché mi benedica». Suo padre Isacco gli disse: «Chi sei tu?» Ed egli rispose: «Sono Esaù, tuo figlio primogenito». Isacco fu preso da un tremito fortissimo e disse: «E allora, chi è colui che ha preso della selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, e l’ho benedetto; e benedetto egli sarà». Quando Esaù udì le parole di suo padre, emise un grido forte e amarissimo. Poi disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio». Isacco rispose: «Tuo fratello è venuto con inganno e si è preso la tua benedizione». Ed Esaù: «Non è forse a ragione che egli è stato chiamato Giacobbe? Mi ha già soppiantato due volte: mi tolse la mia primogenitura, ed ecco che ora mi ha tolto la mia benedizione». Poi aggiunse: «Non hai serbato qualche benedizione per me?»

Genesi 27:15-36 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Poi Rebecca prese i piú bei vestiti di Esaú, suo figlio maggiore, i quali erano in casa presso di lei, e li fece indossare a Giacobbe suo figlio minore; con le pelli dei capretti gli coprí le mani e il collo, che erano senza peli. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe la pietanza saporita e il pane che aveva preparato. Egli andò da suo padre e gli disse: «Padre mio!» Isacco rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?» Giacobbe disse a suo padre: «Sono Esaú, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai detto. Àlzati, ti prego, mettiti a sedere e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». Isacco disse a suo figlio: «Come hai fatto a trovarne cosí presto, figlio mio?» E quello rispose: «Perché il Signore, il tuo Dio, l'ha fatta venire sulla mia via». Allora Isacco disse a Giacobbe: «Avvicínati, figlio mio, e lascia che io ti tasti, per sapere se sei proprio mio figlio Esaú, o no». Giacobbe s'avvicinò a suo padre Isacco; e, come questi lo ebbe tastato, disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le mani sono le mani d'Esaú». Non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di suo fratello Esaú, e lo benedisse. Disse: «Tu sei proprio mio figlio Esaú?» Egli rispose: «Sí». E Isacco gli disse: «Portami da mangiare la selvaggina di mio figlio, e io ti benedirò». Giacobbe gliene serví, e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino, ed egli bevve. Poi suo padre Isacco gli disse: «Ora avvicínati e baciami, figlio mio». Egli s'avvicinò e lo baciò. E Isacco sentí l'odore dei vestiti, e lo benedisse dicendo: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di un campo, che il Signore ha benedetto. Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. Ti servano i popoli e le nazioni s'inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s'inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!» Appena Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se ne fu andato dalla presenza di suo padre Isacco, Esaú suo fratello giunse dalla caccia. Anch'egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre e gli disse: «Si alzi mio padre, e mangi della selvaggina di suo figlio, perché mi benedica». Suo padre Isacco gli disse: «Chi sei tu?» Ed egli rispose: «Sono Esaú, tuo figlio primogenito». Isacco fu preso da un tremito fortissimo e disse: «E allora, chi è colui che ha preso della selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, e l'ho benedetto; e benedetto egli sarà». Quando Esaú udí le parole di suo padre, emise un grido forte e amarissimo. Poi disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio». Isacco rispose: «Tuo fratello è venuto con inganno e si è preso la tua benedizione». Ed Esaú: «Non è forse a ragione che egli è stato chiamato Giacobbe? Mi ha già soppiantato due volte: mi tolse la mia *primogenitura, ed ecco che ora mi ha tolto la mia benedizione». Poi aggiunse: «Non hai serbato qualche benedizione per me?»

Genesi 27:15-36 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Rebecca prese i vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, i più belli, che aveva in casa, e li fece indossare a Giacobbe, il minore. Con la pelle dei capretti gli ricoprì le mani e il collo. Poi gli mise in mano la carne e il pane che aveva preparati. Egli andò da suo padre e gli disse: — Padre! — Sì, figlio mio — rispose Isacco — ma chi sei, tu? — Io sono Esaù, il tuo primogenito — rispose Giacobbe a suo padre; — ho fatto quel che mi hai comandato. Vieni ora a sederti e mangia la selvaggina. Poi mi darai la benedizione. — Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio! — disse Isacco. E Giacobbe rispose: — Il Signore, il tuo Dio, me l’ha fatta incontrare. Allora Isacco disse a Giacobbe: — Avvicinati, figlio mio, perché io possa toccarti e capire se veramente sei Esaù, o no. Giacobbe si avvicinò. Suo padre lo palpò e disse: — La voce è quella di Giacobbe, ma le braccia sono quelle di Esaù! Non lo riconobbe perché le sue braccia erano ricoperte di peli, come quelle di Esaù. Perciò lo benedisse. Ma gli chiese: — Sei veramente mio figlio Esaù? — Certo! — rispose Giacobbe. — Allora, figlio mio — disse Isacco — dammi il piatto con la selvaggina. Io la mangerò, poi ti darò la benedizione. Giacobbe glielo servì ed egli mangiò. Gli portò anche del vino ed egli bevve. Quindi suo padre Isacco gli disse: — Avvicinati, figlio mio, e abbracciami. Giacobbe allora si avvicinò al padre e lo baciò. Isacco sentì l’odore dei suoi vestiti e gli diede la benedizione. Disse: «L’odore di mio figlio è davvero come il buon odore di un campo che il Signore ha benedetto. Dio ti conceda rugiada dal cielo e terra fertile, frumento e vino in gran quantità. Ti servano i popoli, davanti a te si pieghino le nazioni. Sarai il padrone dei tuoi fratelli. Si inchineranno davanti a te i figli di tua madre. Sia maledetto chi ti maledice e benedetto chi ti benedice!». Subito dopo avere ricevuto la benedizione paterna Giacobbe uscì. Si era appena allontanato da suo padre, quando suo fratello Esaù rientrò dalla caccia. Preparò anch’egli un buon piatto appetitoso, andò da suo padre e gli disse: — Padre, preparati a mangiare la selvaggina che ti ho portato. Poi mi darai la benedizione. — Ma tu chi sei? — gli chiese Isacco. Egli rispose: — Io sono tuo figlio Esaù, il maggiore. Allora Isacco fu scosso da un tremito fortissimo e disse: — Ma allora chi è colui che ha cacciato selvaggina? Io ho già mangiato tutto quello che mi ha portato e poi l’ho anche benedetto. E benedetto resterà. Appena ebbe udite le parole di suo padre, Esaù si mise a urlare, pieno di profonda amarezza. Poi disse a suo padre: — Padre, benedici anche me! Isacco rispose: — Tuo fratello è venuto con un inganno e ti ha rubato la benedizione. Esclamò Esaù: — Non per niente gli è stato dato il nome di Giacobbe! Infatti mi ha già ingannato due volte: prima si è impadronito dei miei diritti di primogenito e ora s’è presa anche la mia benedizione. Poi aggiunse: — Non ti è più rimasta nessuna benedizione per me?

Genesi 27:15-36 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Poi Rebecca prese i più bei vestimenti di Esaù suo figliuol maggiore, ch'ella avea appresso di sè in casa, e ne vestì Giacobbe suo figliuol minore. E con le pelli de' capretti coperse le mani di esso, e il collo ch'era senza peli. E diede in mano a Giacobbe suo figliuolo, quelle vivande saporite, e quel pane che avea apparecchiato. Ed egli venne a suo padre, e gli disse: Padre mio. Ed egli disse: Eccomi: chi sei, figliuol mio? E Giacobbe disse a suo padre: Io sono Esaù, tuo primogenito; io ho fatto come tu mi dicesti. Deh! levati, assettati, e mangia della mia cacciagione, acciocchè l'anima tua mi benedica. E Isacco disse al suo figliuolo: Come ne hai tu così presto trovato, figliuol mio? Ed egli rispose: Perciocchè il Signore Iddio tuo me ne ha fatto scontrare. E Isacco disse a Giacobbe: Deh! appressati, figliuol mio, che io ti tasti, per saper se tu sei pure il mio figliuolo Esaù, o no. Giacobbe adunque si appressò ad Isacco suo padre; e come egli l'ebbe tastato, disse: Cotesta voce è la voce di Giacobbe, ma queste mani son le mani di Esaù. E nol riconobbe; perciocchè le sue mani erano pelose, come le mani di Esaù, suo fratello; e lo benedisse. E disse: Sei tu pur desso, figliuol mio Esaù? Ed egli disse: Sì, io son desso. Ed egli disse: Recami della cacciagione del mio figliuolo, acciocchè io ne mangi, e che l'anima mia ti benedica. E Giacobbe gliela recò, e Isacco mangiò. Giacobbe ancora gli recò del vino, ed egli bevve. Poi Isacco suo padre gli disse: Deh! appressati e baciami, figliuol mio. Ed egli si appressò, e lo baciò. E Isacco odorò l'odor dei vestimenti di esso, e lo benedisse; e disse: Ecco l'odor del mio figliuolo, simile all'odor di un campo che il Signore ha benedetto. Iddio adunque ti dia della rugiada del cielo, E delle grassezze della terra, Ed abbondanza di frumento e di mosto. Servanti i popoli, Ed inchininsi a te le nazioni; Sii pardrone de' tuoi fratelli, Ed inchininsi a te i figliuoli di tua madre; Sieno maledetti coloro che ti malediranno, E benedetti coloro che ti benediranno. E come Isacco ebbe finito di benedir Giacobbe, ed essendo appena Giacobbe uscito d'appresso ad Isacco suo padre, Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia. E apparecchiò anch'egli delle vivande saporite, e le recò a suo padre, e gli disse: Levisi mio padre, e mangi della cacciagion del suo figliuolo; acciocchè l'anima tua mi benedica. E Isacco suo padre gli disse: Chi sei tu? Ed egli disse: Io sono Esaù tuo figliuolo primogenito. E Isacco sbigottì di un grandissimo sbigottimento, e disse: Or chi è colui che prese della cacciagione e me la recò; talchè, avanti che tu fossi venuto, io mangiai di tutto ciò ch'egli mi presentò, e lo benedissi? ed anche sarà benedetto. Quando Esaù ebbe intese le parole di suo padre, fece un grande ed amarissimo gridare: poi disse a suo padre: Benedici me ancora, padre mio. Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto con inganno, ed ha tolta la tua benedizione. Ed Esaù disse: Non fu egli pur nominato Giacobbe? egli mi ha frodato già due volte; egli mi tolse già la mia primogenitura; ed ecco, ora mi ha tolta la mia benedizione. Poi disse a suo padre: Non mi hai tu riserbata alcuna benedizione?

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