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Genesi 26:1-22

Genesi 26:1-22 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Nel paese ci fu una carestia, oltre la prima che c’era già stata ai tempi di Abraamo, e Isacco andò da Abimelec, re dei Filistei, a Gherar. Il SIGNORE gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò. Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abraamo tuo padre. Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò alla tua discendenza tutti questi paesi; tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché Abraamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato: i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi». Così Isacco rimase a Gherar. Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». «Non vorrei», egli pensava, «che la gente del luogo mi uccida a causa di Rebecca». Infatti lei era di bell’aspetto. Mentre era là da molto tempo, avvenne che Abimelec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide che Isacco scherzava con Rebecca sua moglie. Allora Abimelec chiamò Isacco e gli disse: «Certo costei è tua moglie; come mai dunque hai detto: “È mia sorella”?» Isacco rispose: «Perché dicevo: “Non vorrei essere messo a morte a causa di lei”». E Abimelec: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie, e tu ci avresti attirato addosso una grande colpa». E Abimelec diede quest’ordine a tutto il popolo: «Chiunque toccherà quest’uomo o sua moglie sia messo a morte». Isacco seminò in quel paese e in quell’anno raccolse il centuplo; il SIGNORE lo benedisse. Quest’uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò ricchissimo: fu padrone di greggi di pecore, di mandrie di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano. Perciò turarono e riempirono di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati, al tempo di Abraamo suo padre, e Abimelec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi». Isacco allora partì di là, s’accampò nella valle di Gherar e vi si stabilì. Isacco scavò di nuovo i pozzi d’acqua, che erano stati scavati al tempo di suo padre Abraamo, e che i Filistei avevano turato dopo la morte di Abraamo; e li chiamò con gli stessi nomi con cui li aveva chiamati suo padre. I servi d’Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo d’acqua viva. Ma i pastori di Gherar litigarono con i pastori d’Isacco, dicendo: «L’acqua è nostra». Così egli chiamò il pozzo Esec, perché quelli avevano litigato con lui. Poi i servi scavarono un altro pozzo e quelli litigarono anche per questo. E Isacco lo chiamò Sitna. Allora egli partì di là e scavò un altro pozzo, per il quale quelli non litigarono. Ed egli lo chiamò Recobot, perché disse: «Ora il SIGNORE ci ha dato spazio libero e noi prospereremo nel paese».

Genesi 26:1-22 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Nel paese ci fu una carestia, oltre la prima che c’era già stata ai tempi di Abraamo, e Isacco andò da Abimelec, re dei Filistei, a Gherar. Il SIGNORE gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò. Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abraamo tuo padre. Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò alla tua discendenza tutti questi paesi; tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché Abraamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato: i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi». Così Isacco rimase a Gherar. Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». «Non vorrei», egli pensava, «che la gente del luogo mi uccida a causa di Rebecca». Infatti lei era di bell’aspetto. Mentre era là da molto tempo, avvenne che Abimelec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide che Isacco scherzava con Rebecca sua moglie. Allora Abimelec chiamò Isacco e gli disse: «Certo costei è tua moglie; come mai dunque hai detto: “È mia sorella”?» Isacco rispose: «Perché dicevo: “Non vorrei essere messo a morte a causa di lei”». E Abimelec: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie, e tu ci avresti attirato addosso una grande colpa». E Abimelec diede quest’ordine a tutto il popolo: «Chiunque toccherà quest’uomo o sua moglie sia messo a morte». Isacco seminò in quel paese e in quell’anno raccolse il centuplo; il SIGNORE lo benedisse. Quest’uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò ricchissimo: fu padrone di greggi di pecore, di mandrie di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano. Perciò turarono e riempirono di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati, al tempo di Abraamo suo padre, e Abimelec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi». Isacco allora partì di là, s’accampò nella valle di Gherar e vi si stabilì. Isacco scavò di nuovo i pozzi d’acqua, che erano stati scavati al tempo di suo padre Abraamo, e che i Filistei avevano turato dopo la morte di Abraamo; e li chiamò con gli stessi nomi con cui li aveva chiamati suo padre. I servi d’Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo d’acqua viva. Ma i pastori di Gherar litigarono con i pastori d’Isacco, dicendo: «L’acqua è nostra». Così egli chiamò il pozzo Esec, perché quelli avevano litigato con lui. Poi i servi scavarono un altro pozzo e quelli litigarono anche per questo. E Isacco lo chiamò Sitna. Allora egli partì di là e scavò un altro pozzo, per il quale quelli non litigarono. Ed egli lo chiamò Recobot, perché disse: «Ora il SIGNORE ci ha dato spazio libero e noi prospereremo nel paese».

Genesi 26:1-22 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Nel paese ci fu una carestia, oltre la prima che c'era già stata ai tempi d'*Abraamo, e *Isacco andò da *Abimelec, re dei *Filistei, a Gherar. Il Signore gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò. Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abraamo tuo padre. Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò alla tua discendenza tutti questi paesi; tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché Abraamo ubbidí alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato: i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi». Cosí Isacco rimase a Gherar. Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». «Non vorrei», egli pensava, «che la gente del luogo mi uccida, a causa di *Rebecca». Infatti lei era di bell'aspetto. Mentre era là da molto tempo, avvenne che Abimelec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide che Isacco scherzava con Rebecca sua moglie. Allora Abimelec chiamò Isacco e gli disse: «Certo, costei è tua moglie; come mai dunque hai detto: “È mia sorella”?» Isacco rispose: «Perché dicevo: “Non vorrei essere messo a morte a causa di lei”». E Abimelec: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie, e tu ci avresti attirato addosso una grande colpa». E Abimelec diede quest'ordine a tutto il popolo: «Chiunque toccherà quest'uomo o sua moglie sia messo a morte». Isacco seminò in quel paese, e in quell'anno raccolse il centuplo; il Signore lo benedisse. Quest'uomo divenne grande, andò crescendo sempre piú, finché diventò ricchissimo: fu padrone di greggi di pecore, di mandrie di buoi e di numerosa servitú. I Filistei lo invidiavano. Perciò turarono e riempirono di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati, al tempo d'Abraamo suo padre, e Abimelec disse ad Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto piú potente di noi». Isacco allora partí di là, s'accampò nella valle di Gherar e vi si stabilí. Isacco scavò di nuovo i pozzi d'acqua, che erano stati scavati al tempo di suo padre Abraamo, e che i Filistei avevano turato dopo la morte d'Abraamo; e li chiamò con gli stessi nomi con cui li aveva chiamati suo padre. I servi d'Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo d'acqua viva. Ma i pastori di Gherar litigarono con i pastori d'Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra». Cosí egli chiamò il pozzo Esec, perché quelli avevano litigato con lui. Poi i servi scavarono un altro pozzo e quelli litigarono anche per questo. E Isacco lo chiamò Sitna. Allora egli partí di là e scavò un altro pozzo, per il quale quelli non litigarono. Ed egli lo chiamò Recobot, perché disse: «Ora il Signore ci ha dato spazio libero e noi prospereremo nel paese».

Genesi 26:1-22 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Vi fu un’altra carestia nel paese, oltre alla precedente, avvenuta al tempo di Abramo, e Isacco se ne andò a Gerar, presso Abimèlec, re dei Filistei. Il Signore apparve a Isacco e gli disse: «Non scendere in Egitto. Rimani nel paese che io ti indicherò. Abita da straniero in questo paese; io sarò con te e ti benedirò: darò tutta questa terra ai tuoi discendenti. Io manterrò il giuramento che ho fatto a tuo padre. Renderò i tuoi discendenti numerosi come le stelle del cielo. Darò loro tutta questa terra. E per mezzo dei tuoi discendenti si diranno benedetti tutti i popoli della terra, perché Abramo mi ha ubbidito e ha eseguito tutto quel che gli avevo comandato: i miei ordini, le mie prescrizioni, le mie leggi». Così Isacco rimase a Gerar. Gli abitanti del luogo gli rivolgevano domande a proposito di sua moglie. Egli diceva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». Temeva che lo uccidessero per prendersi Rebecca che era molto bella. Isacco si trovava a Gerar già da qualche tempo, quando un giorno Abimèlec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra. Vide Isacco e sua moglie Rebecca nella loro intimità. Allora Abimèlec chiamò Isacco e gli disse: — Non c’è alcun dubbio, certamente quella è tua moglie. Perché hai detto che era tua sorella? Isacco gli rispose: — L’ho detto per paura di dovere morire per causa sua. — Che cosa ci hai combinato? — continuò Abimèlec. — Poco ci mancava che qualcuno avesse rapporti con tua moglie. Così ci avresti resi colpevoli. Poi Abimèlec diede quest’ordine a tutto il popolo: «Se qualcuno fa del male a quest’uomo o a sua moglie, sarà condannato a morte!». Isacco fece in quella terra una semina e quell’anno ebbe un raccolto molto abbondante: il Signore lo aveva benedetto. Egli divenne una persona importante, fino a ottenere una posizione influente. Diventò padrone di grandi mandrie e di numerosi greggi. Aveva molti servitori. I Filistei lo invidiavano. Riempirono di terra tutti i pozzi che a suo tempo i servi di suo padre Abramo avevano scavato. Allora Abimèlec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché sei troppo potente». E Isacco si allontanò da quel luogo; si accampò e si stabilì nella valle di Gerar. Isacco riaprì i pozzi che erano stati scavati dai servi ai tempi di suo padre, e che i Filistei avevano riempiti di terra dopo la morte di Abramo. Li chiamò con gli stessi nomi che aveva dato loro suo padre Abramo. Inoltre i servi scavarono un pozzo nella valle e trovarono l’acqua. Ma i pastori di Gerar attaccarono briga con quelli di Isacco. Dicevano: «Quest’acqua è nostra!». Allora Isacco chiamò quel pozzo Esek (Litigio), perché avevano litigato con lui. Poi scavarono un altro pozzo. Anche per quello scoppiò una lite. Perciò Isacco lo chiamò Sitna (Contesa). Poi si allontanò di là e scavò un altro pozzo per il quale non vi fu alcuna contesa. Allora lo chiamò Recobòt (Libertà), «Perché — disse — ora il Signore ci ha dato spazio per vivere e prosperare in questa terra».

Genesi 26:1-22 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR vi fu fame nel paese, oltre alla prima fame ch'era stata al tempo di Abrahamo. E Isacco se ne andò ad Abimelecco, re de' Filistei, in Gherar. E il Signore gli apparve, e gli disse: Non iscendere in Egitto; dimora nel paese che io ti dirò. Dimora in questo paese, ed io sarò teco, e ti benedirò; perciocchè io darò a te, ed alla tua progenie, tutti questi paesi; ed atterrò ciò che io ho giurato ad Abrahamo tuo padre. E moltiplicherò la tua progenie, talchè sarà come le stelle del cielo; e darò alla tua progenie tutti questi paesi; e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie. Perciocchè Abrahamo ubbidì alla mia voce ed osservò ciò che io gli avea imposto di osservare, i miei comandamenti, i miei statuti, e le mie leggi. E Isacco adunque dimorò in Gherar. E le genti del luogo lo domandarono della sua moglie. Ed egli disse: Ella è mia sorella; perciocchè egli temeva di dire: Ella è mia moglie; che talora le genti del luogo non l'uccidessero per cagion di Rebecca; perciocchè ella era di bell'aspetto. Or avvenne che, dopo ch'egli fu dimorato quivi alquanti giorni, Abimelecco, re de' Filistei, riguardando per la finestra, vide Isacco, che scherzava con Rebecca, sua moglie. E Abimelecco chiamò Isacco, e gli disse: Ecco, costei è pur tua moglie; come adunque hai tu detto: Ell'è mia sorella? E Isacco gli disse: Perciocchè io diceva: E' mi convien guardare che io non muoia per cagion d'essa. E Abimelecco gli disse: Che cosa è questo che tu ci hai fatto? per poco alcuno del popolo si sarebbe giaciuto con la tua moglie, e così tu ci avresti fatto venire addosso una gran colpa. E Abimelecco fece un comandamento a tutto il popolo, dicendo: Chiunque toccherà quest'uomo, o la sua moglie, del tutto sarà fatto morire. E Isacco seminò in quel paese; e quell'anno trovò cento per uno. E il Signore lo benedisse. E quell'uomo divenne grande, e andò del continuo crescendo, finchè fu sommamente accresciuto. Ed avea gregge di minuto bestiame, ed armenti di grosso, e molta famiglia; e perciò i Filistei lo invidiavano. Laonde turarono, ed empierono di terra tutti i pozzi che i servitori di suo padre aveano cavati al tempo di Abrahamo. E Abimelecco disse ad Isacco: Partiti da noi; perciocchè tu sei divenuto molto più possente di noi. Isacco adunque si partì di là, e tese i padiglioni nella Valle di Gherar, e dimorò quivi. E Isacco cavò di nuovo i pozzi d'acqua, che erano stati cavati al tempo di Abrahamo, suo padre, i quali i Filistei aveano turati dopo la morte di Abrahamo; e pose loro gli stessi nomi che suo padre avea lor posti. E i servitori d'Isacco cavarono in quella valle, e trovarono quivi un pozzo d'acqua viva. Ma i pastori di Gherar contesero co' pastori d'Isacco, dicendo: Quest'acqua è nostra. Ed esso nominò quel pozzo Esec; perciocchè essi ne aveano mossa briga con lui. Poi cavarono un altro pozzo, e per quello ancora contesero; laonde Isacco nominò quel pozzo Sitna. Allora egli si tramutò di là, e cavò un altro pozzo, per lo quale non contesero; ed egli nominò quel pozzo Rehobot; e disse: Ora ci ha pure il Signore allargati, essendo noi moltiplicati in questo paese.