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Esdra 4:1-18

Esdra 4:1-18 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Quando i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che i reduci dall’esilio costruivano un tempio al SIGNORE, Dio d’Israele, si avvicinarono a Zorobabele e ai capi famiglia e dissero loro: «Noi vogliamo costruire con voi, perché, come voi, noi cerchiamo il vostro Dio, e gli offriamo sacrifici dal tempo di Esaraddon, re d’Assiria, che ci ha fatti venire in questo paese». Ma Zorobabele, Iesua, e gli altri capi famiglia d’Israele risposero loro: «Non è compito vostro costruire insieme a noi una casa al nostro Dio; noi la costruiremo da soli al SIGNORE, Dio d’Israele, come Ciro, re di Persia, ci ha ordinato». Allora la gente del paese si mise a scoraggiare il popolo di Giuda, a molestarlo per impedirgli di fabbricare, e a corrompere dei consiglieri perché facessero fallire il suo piano. Questo durò per tutta la vita di Ciro, re di Persia, e fino al regno di Dario, re di Persia. Sotto il regno di Assuero, al principio del suo regno, scrissero un’accusa contro gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. Poi, al tempo di Artaserse, Bislam, Mitredat, Tabeel e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse, re di Persia. La lettera era scritta in caratteri aramaici e redatta in aramaico. Reum, il governatore, e Simsai, il segretario, scrissero al re Artaserse una lettera contro Gerusalemme, in questi termini: Reum, il governatore, Simsai, il segretario, e gli altri loro colleghi di Din, di Afarsatac, di Tarpel, di Afaras, di Erec, di Babilonia, di Susan, di Dea, di Elam, e gli altri popoli che il grande e illustre Osnapar ha trasportati e stabiliti nella città di Samaria, e gli altri che stanno di là dal fiume… eccetera. Questo è il testo della lettera che inviarono al re Artaserse: I tuoi servi, che risiedono oltre il fiume, eccetera. Sappia il re che i Giudei che sono partiti da te e giunti in mezzo a noi a Gerusalemme, ricostruiscono la città ribelle e malvagia, ne rialzano le mura e ne restaurano le fondamenta. Sappia dunque il re che se questa città si ricostruisce e se le sue mura si rialzano, essi non pagheranno più né tributo né imposta né pedaggio, e il tesoro dei re ne soffrirà. Poiché noi mangiamo il sale del palazzo e non ci sembra conveniente stare a vedere il danno del re, mandiamo al re questa informazione. Si facciano delle ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri e, nel libro delle memorie, troverai e apprenderai che questa è una città ribelle, portatrice di sventure a re e a province, e che fin dai tempi antichi ci sono state rivolte. Per queste ragioni la città è stata distrutta. Noi facciamo sapere al re che se questa città viene ricostruita e le sue mura vengono rialzate, tu non avrai più il dominio su questo lato del fiume. Il re mandò questa risposta a Reum, il governatore, a Simsai, il segretario, e agli altri loro colleghi che stavano a Samaria e altrove di là dal fiume: «Salute, eccetera. La lettera che ci avete mandato è stata fedelmente letta in mia presenza

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Esdra 4:1-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Quando i nemici di *Giuda e di *Beniamino vennero a sapere che i reduci dall'esilio costruivano un *tempio al Signore, Dio d'*Israele, si avvicinarono a *Zorobabele e ai capi famiglia e dissero loro: «Noi vogliamo costruire con voi, perché, come voi, noi cerchiamo il vostro Dio, e gli offriamo sacrifici dal tempo di Esaraddon, re d'Assiria, che ci ha fatti venire in questo paese». Ma Zorobabele, *Iesua, e gli altri capi famiglia d'Israele risposero loro: «Non è compito vostro costruire insieme a noi una casa al nostro Dio; noi la costruiremo da soli al Signore, Dio d'Israele, come *Ciro, re di Persia, ci ha ordinato». Allora la gente del paese si mise a scoraggiare il popolo di Giuda, a molestarlo per impedirgli di fabbricare, e a corrompere dei consiglieri perché facessero fallire il suo piano. Questo durò per tutta la vita di Ciro, re di Persia, e fino al regno di *Dario, re di Persia. Sotto il regno di Assuero, al principio del suo regno, scrissero un'accusa contro gli abitanti di Giuda e di *Gerusalemme. Poi, al tempo di *Artaserse, Bislam, Mitredat, Tabeel e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse, re di Persia. La lettera era scritta in caratteri *aramaici e redatta in aramaico. Reum il governatore e Simsai il segretario scrissero al re Artaserse una lettera contro Gerusalemme, in questi termini: Reum il governatore, Simsai il segretario, e gli altri loro colleghi di Din, d'Afarsatac, di Tarpel, d'Afaras, d'Erec, di *Babilonia, di Susan, di Dea, di *Elam, e gli altri popoli che il grande e illustre Osnapar ha trasportati e stabiliti nella città di *Samaria, e gli altri che stanno di là dal fiume… eccetera. Questo è il testo della lettera che inviarono al re Artaserse: I tuoi servi, che risiedono oltre il fiume, eccetera. Sappia il re che i Giudei che sono partiti da te e giunti in mezzo a noi a Gerusalemme, ricostruiscono la città ribelle e malvagia, ne rialzano le mura e ne restaurano le fondamenta. Sappia dunque il re che, se questa città si ricostruisce e se le sue mura si rialzano, essi non pagheranno piú né tributo né imposta né pedaggio, e il tesoro dei re ne soffrirà. Poiché noi mangiamo il sale del palazzo e non ci sembra conveniente stare a vedere il danno del re, mandiamo al re questa informazione. Si facciano delle ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri e, nel libro delle memorie, troverai e apprenderai che questa è una città ribelle, portatrice di sventure a re e a province, e che fin dai tempi antichi ci sono state rivolte. Per queste ragioni la città è stata distrutta. Noi facciamo sapere al re che, se questa città viene ricostruita e le sue mura vengono rialzate, tu non avrai piú il dominio su questo lato del fiume. Il re mandò questa risposta a Reum, il governatore, a Simsai il segretario e agli altri loro colleghi che stavano a Samaria e altrove di là dal fiume: Salute, eccetera. La lettera che ci avete mandato, è stata fedelmente letta in mia presenza

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Esdra 4:1-18 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

I nemici della tribù di Giuda e Beniamino vennero a sapere che i rimpatriati stavano ricostruendo il tempio del Signore, Dio d'Israele. Allora si presentarono a Zorobabele e ai capifamiglia e dissero: — Lasciateci partecipare alla ricostruzione del tempio. Anche noi infatti onoriamo il vostro Dio e gli offriamo sacrifici fin da quando Assarhàddon, re di Assiria, ci ha fatto immigrare in questa terra. Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capifamiglia risposero: — La ricostruzione del tempio non vi riguarda. Tocca solo a noi costruirlo per il Signore, Dio d'Israele: così ci ha ordinato Ciro re di Persia. La gente del luogo allora cercò di scoraggiare e di intimorire il popolo della Giudea, per far interrompere la costruzione. Così, dal tempo di Ciro fino al regno di Dario, re di Persia, continuarono a corrompere con denaro i funzionari del re per mandare a monte il progetto degli Israeliti. All’inizio del regno di Serse, i nemici dei rimpatriati scrissero una lettera di accusa contro gli abitanti di Gerusalemme e della Giudea. Più tardi, al tempo di Artaserse, alcuni funzionari, tra i quali Bislam, Mitridate e Tabeèl, inviarono al re un documento scritto in lingua e caratteri aramaici. Anche il governatore Recum e il segretario Simsài scrissero al re Artaserse una lettera contro Gerusalemme. La firmarono lo stesso governatore Recum, il segretario Simsài e altri funzionari, giudici, controllori, ispettori persiani, in nome dei cittadini elamiti originari di Uruc, Babilonia e Susa, e degli altri popoli che il grande e illustre Asnappàr aveva deportati e fatti abitare nella città di Samaria e nel resto della regione a occidente del fiume Eufrate. Ecco il testo della lettera: «Al re Artaserse da parte dei suoi sudditi abitanti nella regione occidentale. «Ti rendiamo noto che i rimpatriati giunti nelle nostre regioni dalla Mesopotamia stanno ricostruendo Gerusalemme, città ribelle e malvagia: rifanno le fondamenta e ricostruiscono le mura. Sappi che, se essi riusciranno a ricostruire la città e a riedificare le mura, non vorranno più pagare né tributi, né tasse, né imposte. In conclusione, ne avrai tu stesso un danno. Ti facciamo sapere queste cose perché tutti noi abbiamo grandi debiti di riconoscenza nei tuoi confronti e non possiamo sopportare che tu venga offeso. «Ti suggeriamo, quindi, di fare ricerche negli annali dei tuoi predecessori. Vedrai che si tratta di una città ribelle, pericolosa per i re e per le province, sempre pronta alla rivolta fin dai tempi antichi. Proprio per questo essa venne distrutta. Ti informiamo che, se questa città verrà ricostruita e le sue mura terminate, perderai presto ogni possedimento nella regione occidentale». Il re mandò questa risposta: «Al governatore Recum, al segretario Simsài e agli altri funzionari che risiedono in Samaria e nelle altre località della regione occidentale. Pace a voi. «La lettera che mi avete mandato mi è stata letta in chiara traduzione.

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Esdra 4:1-18 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR i nemici di Giuda e di Beniamino, avendo inteso che quelli ch'erano stati in cattività, riedificavano il Tempio al Signore Iddio d'Israele, si accostarono a Zorobabel, ed a' capi delle famiglie paterne, e dissero loro: Lasciate che noi edifichiamo con voi; perciocchè noi desideriamo ricercar l'Iddio vostro, come voi; ed anche noi gli sacrifichiamo dal tempo di Esar-haddon, re degli Assiri, il qual ci ha fatti venir qua. Ma Zorobabel, e Iesua, e gli altri capi delle famiglie paterne d'Israele, risposero loro: Ei non vi si conviene di edificar la Casa all'Iddio nostro con noi; ma noi congiuntamente edificheremo la Casa al Signore Iddio d'Israele, siccome Ciro, re di Persia, ci ha comandato. Ed il popolo del paese rendeva rimesse le mani del popolo di Giuda, e lo spaventava di fabbricare. Oltre a ciò davano pensione a certi consiglieri contro a' Giudei, per rompere il lor consiglio; e questo durò tutto il tempo di Ciro, re di Persia, e fino al regno di Dario, re di Persia. E sotto il regno di Assuero, al principio di esso, scrissero un'accusa contro agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. E poi al tempo di Artaserse, Bislam, Mitredat, Tabeel, e gli altri suoi colleghi, scrissero ad Artaserse, re di Persia; e la scrittura e la lingua della lettera era siriaca. Rehum, presidente del consiglio, e Simsai, segretario, scrissero una lettera al re Artaserse contro a Gerusalemme, di questo tenore. Allora Rehum, presidente del consiglio, e Simsai, segretario, e gli altri lor colleghi, i Dinei, e gli Afarsatchei, i Tarpelei, gli Afarsei, gli Archevei, i Babiloni, i Susanchei, i Dehavei, gli Elamiti, e gli altri popoli, che il grande e glorioso Osnappar avea tramutati di stanza, e fatti abitar nella città di Samaria, e gli altri di di là dal fiume, ecc. scrissero al re Artaserse. (Questo è il tenor della lettera che gli mandarono.) Al re Artaserse: i tuoi servitori, gli uomini di qua dal fiume, ecc. Il re sappia che i Giudei, che son venuti d'appresso a te a noi, son giunti in Gerusalemme; e che riedificano quella città ribella e malvagia; e rifanno interamente le mura, ed hanno già racconci i fondamenti. Ora sappia il re, che se questa città è riedificata, e se le sue mura son rifatte, essi non pagheranno più tributo, nè taglia, nè gabella; e così quella città recherà danno alle entrate reali. Ora, conciossiachè noi siamo salariati dal palazzo, e non sia cosa conveniente a noi il vedere che il re sia schernito, perciò abbiamo mandato a fare assapere la cosa al re. Acciocchè cerchi nel libro delle memorie de' suoi predecessori; e tu vi troverai, e conoscerai che questa città è una città ribella, e dannosa ai re ed alle provincie; e che già ab antico vi si fanno dentro congiure; per la qual cagione fu distrutta. Noi facciamo assapere al re, che, se questa città è riedificata, e le sue mura son rifatte, la parte de' suoi stati ch'è di qua dal fiume, non sarà più sua. Il re mandò questa risposta: A Rehum, presidente del consiglio, ed a Simsai, segretario, ed agli altri lor colleghi, abitanti in Samaria; ed a tutti gli altri di di là dal fiume, salute ecc. La lettera, che voi ci avete mandata, è stata spiegata, e letta in presenza mia.

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