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Ecclesiaste 7:1-29

Ecclesiaste 7:1-29 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Una buona reputazione vale più dell’olio profumato, e il giorno della morte è meglio del giorno della nascita. È meglio andare in una casa in lutto, che andare in una casa in festa; poiché là è la fine di ogni uomo, e colui che vive vi porrà mente. La tristezza vale più del riso; poiché quando il viso è afflitto, il cuore diventa migliore. Il cuore del saggio è nella casa del pianto; ma il cuore degli stolti è nella casa della gioia. Vale più udire la riprensione del saggio, che udire la canzone degli stolti. Infatti quale è lo scoppiettio dei pruni sotto una pentola, tale è il riso dello stolto. Anche questo è vanità. Certo l’oppressione rende insensato il saggio, e il dono fa perdere il senno. Vale più la fine di una cosa, che il suo principio; e lo spirito paziente vale più dello spirito altero. Non ti affrettare a irritarti nello spirito tuo, perché l’irritazione riposa in seno agli stolti. Non dire: «Come mai i giorni di prima erano migliori di questi?», poiché non è da saggio domandarsi questo. La saggezza è buona quanto un’eredità, e anche di più, per quelli che vedono il sole. Infatti la saggezza offre un riparo, come lo offre il denaro; ma l’eccellenza della scienza sta in questo, che la saggezza fa vivere quelli che la possiedono. Considera l’opera di Dio; chi potrà raddrizzare ciò che egli ha reso curvo? Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell’avversità rifletti. Dio ha fatto l’uno come l’altro, affinché l’uomo non scopra nulla di ciò che sarà dopo di lui. Ho visto tutto questo nei giorni della mia vanità. C’è un tale giusto che perisce per la sua giustizia, e c’è un tale empio che prolunga la sua vita con la sua malvagità. Non essere troppo giusto e non farti troppo saggio; perché vorresti rovinarti? Non essere troppo empio e non essere stolto; perché dovresti morire prima del tempo? È bene che tu ti attenga fermamente a questo, e che non allontani la mano da quello; chi teme Dio infatti evita tutte queste cose. La saggezza dà al saggio più forza che non facciano dieci capi in una città. Certo, non c’è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai. Non porre dunque mente a tutte le parole che si dicono, per non sentirti maledire dal tuo servo; poiché il tuo cuore sa che spesso anche tu hai maledetto altri. Io ho esaminato tutto questo con saggezza. Ho detto: «Voglio acquistare saggezza», ma la saggezza è rimasta lontano da me. Una cosa che è tanto lontana e tanto profonda chi potrà trovarla? Io mi sono applicato in cuor mio a riflettere, a investigare, a cercare la saggezza e il perché delle cose, e a riconoscere che l’empietà è una follia e la stoltezza una pazzia. Ho trovato una cosa più amara della morte: la donna tutta tranelli, il cui cuore non è altro che reti e le cui mani sono catene; chi è gradito a Dio le sfugge, ma il peccatore rimane preso da lei. «Ecco, questo ho trovato», dice l’Ecclesiaste, «dopo aver esaminato le cose una ad una per afferrarne la ragione; ecco quello che io cerco ancora, senza averlo trovato: un uomo fra mille l’ho trovato, ma una donna fra tutte non l’ho trovata. Questo soltanto ho trovato: che Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi».

Ecclesiaste 7:1-29 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Una buona reputazione vale piú dell'olio profumato; e il giorno della morte, è meglio del giorno della nascita. È meglio andare in una casa in lutto, che andare in una casa in festa; poiché là è la fine di ogni uomo, e colui che vive vi porrà mente. La tristezza vale piú del riso; poiché quando il viso è afflitto, il cuore diventa migliore. Il cuore del saggio è nella casa del pianto; ma il cuore degli stolti è nella casa della gioia. Vale piú udire la riprensione del saggio, che udire la canzone degli stolti. Infatti qual è lo scoppiettio dei pruni sotto una pentola, tal è il riso dello stolto. Anche questo è vanità. Certo l'oppressione rende insensato il saggio, e il dono fa perdere il senno. Vale piú la fine di una cosa, che il suo principio; e lo spirito paziente vale piú dello spirito altero. Non ti affrettare a irritarti nello spirito tuo, perché l'irritazione riposa in seno agli stolti. Non dire: «Come mai i giorni di prima erano migliori di questi?», poiché non è da saggio domandarsi questo. La saggezza è buona quanto un'eredità, e anche di piú, per quelli che vedono il sole. Infatti la saggezza offre un riparo, come l'offre il denaro; ma l'eccellenza della scienza sta in questo, che la saggezza fa vivere quelli che la possiedono. Considera l'opera di Dio; chi potrà raddrizzare ciò che egli ha reso curvo? Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell'avversità rifletti. Dio ha fatto l'uno come l'altro, affinché l'uomo non scopra nulla di ciò che sarà dopo di lui. Ho visto tutto questo nei giorni della mia vanità. C'è un tale giusto che perisce per la sua giustizia, e c'è un tale empio che prolunga la sua vita con la sua malvagità. Non essere troppo giusto, e non farti troppo saggio: perché vorresti rovinarti? Non essere troppo empio, e non essere stolto; perché dovresti morire prima del tempo? È bene che tu ti attenga fermamente a questo, e che non allontani la mano da quello; chi teme Dio infatti evita tutte queste cose. La saggezza dà al saggio piú forza che non facciano dieci capi in una città. Certo, non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai. Non porre dunque mente a tutte le parole che si dicono, per non sentirti maledire dal tuo servo; poiché il tuo cuore sa che spesso anche tu hai maledetto altri. Io ho esaminato tutto questo con saggezza. Ho detto: «Voglio acquistare saggezza»; ma la saggezza è rimasta lontano da me. Una cosa che è tanto lontana e tanto profonda chi potrà trovarla? Io mi sono applicato in cuor mio a riflettere, a investigare, a cercare la saggezza e il perché delle cose, e a riconoscere che l'empietà è una follia e la stoltezza una pazzia; e ho trovato una cosa piú amara della morte: la donna tutta tranelli, il cui cuore non è altro che reti, e le cui mani sono catene; chi è gradito a Dio le sfugge, ma il peccatore rimane preso da lei. «Ecco, questo ho trovato», dice l'Ecclesiaste, «dopo aver esaminato le cose una ad una per afferrarne la ragione; ecco quello che io cerco ancora, senza averlo trovato: un uomo fra mille, l'ho trovato; ma una donna fra tutte, non l'ho trovata. Questo soltanto ho trovato: che Dio ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi».

Ecclesiaste 7:1-29 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Meglio un buon nome che un buon profumo. Meglio il giorno della morte che il giorno della nascita. Meglio visitare una casa in lutto che una casa in festa. Davanti a un morto ognuno ricorda la fine, quella che tocca a tutti. Insegna più la sofferenza che l’allegria, perché vedere un volto triste fa riflettere. Gli stolti pensano solo a divertirsi, gli uomini saggi pensano spesso alla morte. Meglio i rimproveri di un sapiente che ascoltare le lodi cantate da uno stolto. L’allegria dello stolto è come lo scoppiettare della legna nel fuoco sotto la pentola. Tutto questo è inutile. Per un imbroglio, un sapiente può perdere la testa; per un regalo, lasciarsi corrompere. La fine di una cosa vale più del suo inizio. La pazienza più della superbia. Controlla i tuoi scatti d'ira: è da stolti lasciarsi dominare dalla rabbia. Non chiederti perché i tempi antichi erano migliori di quelli di oggi: non è una domanda intelligente! Nella vita, l’ideale sarebbe di avere insieme saggezza e ricchezza. Saggezza e ricchezza proteggono come l’ombra. Ma la sapienza vale di più perché insegna a vivere. Osserva tutto quel che Dio ha fatto. Chi potrebbe raddrizzare quello che Egli ha fatto curvo? Quando le cose vanno bene, sta’ allegro; se qualche cosa ti va male, rifletti. Ricorda che tutto viene da Dio; di fatto non possiamo sapere quale sarà il nostro futuro. Durante la mia vita fuggevole ho potuto vedere di tutto: i buoni che sono andati in rovina, nonostante la loro bontà, i cattivi che sono vissuti a lungo, nonostante la loro cattiveria. Non pretendere di essere troppo buono e troppo sapiente: faresti del male a te stesso. E non pensare di essere il più cattivo e stolto di tutti: moriresti prima della tua ora. Devi evitare questi due estremi. Chi ha fiducia in Dio riesce bene in tutto. L’uomo sapiente è più forte di una città che ha dieci torri. In questo mondo, nessuno è così buono da comportarsi sempre bene e non sbagliare mai. Non dare ascolto a tutte le chiacchiere che si fanno; non far caso se il tuo servo parla male di te. Sai bene che molte volte anche tu hai sparlato degli altri. Ho esaminato con ordine tutte queste cose. Pensavo di diventare sapiente, ma non ci sono riuscito. Chi può scoprire il senso vero di tutte le cose passate? Per noi son troppo oscure e profonde. Mi sono impegnato a fondo nella riflessione e nello studio. Ho cercato di conoscere il senso profondo delle cose. Volevo sapere qual è la peggiore cattiveria, la stupidità più assurda. Trovo che si dice: «La donna è più amara della morte. È come una rete, il suo affetto è una trappola, la sue braccia catene. Solo chi è gradito a Dio riesce a liberarsene: il peccatore ne rimane schiavo». «Ma attento! — dice Qoelet: — io ho scoperto che, prima di poter dare un giudizio, bisogna confrontare bene le cose. Io sono ancora alla ricerca di una soluzione, ma non ho trovato risposta. Tra mille, un uomo lo trovo, ma una donna tra tutti questi no. In fondo, trovo che una cosa è importante: Dio ci ha fatti equilibrati, ma noi abbiamo inventato ogni genere di complicazioni».

Ecclesiaste 7:1-29 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

LA buona fama val meglio che il buon olio odorifero, e il giorno della morte meglio che il giorno della natività. Meglio vale andare in una casa di duolo, che andare in una casa di convito; perciocchè quello è il fine d'ogni uomo; e chi vive vi pon mente. Meglio vale la tristezza che il riso; perciocchè il cuore migliora per la mestizia del volto. Il cuore de' savi è nella casa del duolo; e il cuor degli stolti è nella casa dell'allegrezza. Meglio vale udir lo sgridar del savio, che se alcuno ode il cantar de' pazzi. Perciocchè, quale è il romore delle spine sotto la caldaia, tale è il ridere dello stolto. Anche questo è vanità. Certo l'oppressione fa impazzare il savio, e il presente fa perdere il senno. Meglio vale il fin della cosa, che il principio di essa; meglio vale chi è di spirito paziente, che chi è di spirito altiero. Non esser subito nell'animo tuo ad adirarti; perciocchè l'ira riposa nel seno degli stolti. Non dire: Che vuol dire che i giorni di prima sono stati migliori di questi? perciocchè tu non domanderesti di ciò per sapienza. La sapienza è buona come una eredità; e quelli che veggono il sole han del vantaggio. Perciocchè la sapienza è all'ombra, e i danari sono all'ombra; ma la scienza della sapienza ha questo vantaggio, ch'ella fa vivere quelli che ne son dotati. Riguarda le opere di Dio; perciocchè chi potrà ridirizzare ciò ch'egli avrà travolto? Nel giorno del bene sta' in allegrezza; e nel giorno dell'avversità, ponvi mente; ancora ha fatto Iddio l'uno contrapposto all'altro, per questa cagione, che l'uomo non troverà nulla dopo sè. Io ho veduto tutto questo a' giorni della mia vanità. Vi è tal giusto, che perisce per la sua giustizia; e vi è tal empio, che prolunga la sua vita con la sua malvagità. Non esser troppo giusto, e non farti savio oltre misura; perchè ti diserteresti? Non esser troppo empio, nè stolto; perchè morresti fuor del tuo tempo? Egli è bene che tu ti attenga ad una cosa, sì però che tu non allenti la mano dall'altra; perciocchè, chi teme Iddio esce d'ogni cosa. La sapienza rinforza il savio, più che dieci rettori non fanno la città nella quale sono. Certo non vi è niun uomo giusto in terra, il quale faccia bene, e non pecchi. Tu altresì non por mente a tutte le parole che altri dirà; anzi non pure ascoltare il tuo servo che ti maledice. Perciocchè il tuo cuore sa che tu ancora ne hai maledetti altri, eziandio più volte. Io ho provate tutte queste cose per sapienza; onde ho detto: Io son savio; ma la sapienza è longi da me. Chi troverà una cosa che è cotanto lontana, ed è profondissima? Io mi sono aggirato con l'anima mia, per conoscere, per investigare, e per ricercar sapienza, e come si deve ben giudicar delle cose; e per conoscere l'empietà della stoltizia, e la follia delle pazzie; ed ho trovata una cosa più amara che la morte, cioè: quella donna che non è altro che reti, e il cui cuore non è altro che giacchi, e le cui mani son tanti lacci; l'uomo gradevole a Dio scamperà da essa; ma il peccatore sarà preso da lei. Vedi, io ho trovato questo, dice il Predicatore, cercando ogni cosa ad una ad una, per trovare come si deve ben giudicar delle cose; il che ancora cerca l'anima mia, e non l'ho trovato (ben ho trovato un uomo fra mille; ma fra altrettante donne, non ne ho trovata neppur una). Sol ecco ciò che io ho trovato: che Iddio ha fatto l'uomo diritto; ma gli uomini hanno ricercati molti discorsi.

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