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Ecclesiaste 4:1-16

Ecclesiaste 4:1-16 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Mi sono messo poi a considerare tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole; ed ecco, le lacrime degli oppressi, i quali non hanno chi li consoli; da parte dei loro oppressori c’è la violenza, mentre quelli non hanno chi li consoli. Perciò ho stimato i morti, che sono già morti, più felici dei vivi, che sono vivi tuttora; più felice degli uni e degli altri è colui che non è ancora venuto all’esistenza, e non ha ancora visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. Ho anche visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano invidia dell’uno contro l’altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento. Lo stolto incrocia le braccia e divora la sua carne. Vale più una mano piena, con riposo, che entrambe le mani piene, con travaglio e corsa dietro al vento. Ho anche visto un’altra vanità sotto il sole: un tale è solo, senza nessuno che gli stia vicino; non ha né figlio né fratello, e tuttavia si affatica senza fine, i suoi occhi non si saziano mai di ricchezze. Non riflette: «Ma per chi dunque mi affatico e mi privo di ogni bene?» Anche questa è una vanità, un’ingrata occupazione. Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senza avere un altro che lo rialzi! Così pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo come farà a riscaldarsi? Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto. Meglio un ragazzo povero e saggio che un re vecchio e stolto che non sa più ascoltare i consigli. È uscito di prigione per essere re: egli, che era nato povero nel suo futuro regno. Ho visto tutti i viventi che vanno e vengono sotto il sole unirsi al ragazzo che doveva succedere al re e regnare al suo posto. Era immensa la moltitudine di tutti coloro alla cui testa egli si trovava. Eppure, quelli che verranno in seguito non si rallegreranno di lui! Anche questo è vanità e un correre dietro al vento.

Ecclesiaste 4:1-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Mi sono messo poi a considerare tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole; ed ecco, le lacrime degli oppressi, i quali non hanno chi li consoli; da parte dei loro oppressori c'è la violenza, mentre quelli non hanno chi li consoli. Perciò ho stimato i morti, che sono già morti, piú felici dei vivi, che sono vivi tuttora; piú felice degli uni e degli altri è colui che non è ancora venuto all'esistenza, e non ha ancora visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. Ho anche visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano invidia dell'uno contro l'altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento. Lo stolto incrocia le braccia e divora la sua carne. Vale piú una mano piena, con riposo, che entrambe le mani piene, con travaglio e corsa dietro al vento. Ho anche visto un'altra vanità sotto il sole: un tale è solo, senza nessuno che gli stia vicino; non ha né figlio né fratello, e tuttavia si affatica senza fine, i suoi occhi non si saziano mai di ricchezze. Non riflette: «Ma per chi dunque mi affatico e mi privo di ogni bene?» Anche questa è una vanità, un'ingrata occupazione. Due valgono piú di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l'uno cade, l'altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz'avere un altro che lo rialzi! Cosí pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi? Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe cosí presto. Meglio un ragazzo povero e saggio che un re vecchio e stolto che non sa piú ascoltare i consigli. È uscito di prigione per essere re: egli, che era nato povero nel suo futuro regno. Ho visto tutti i viventi che vanno e vengono sotto il sole unirsi al ragazzo che doveva succedere al re e regnare al suo posto. Era immensa la moltitudine di tutti coloro alla cui testa egli si trovava. Eppure, quelli che verranno in seguito non si rallegreranno di lui! Anche questo è vanità, e un correre dietro al vento.

Ecclesiaste 4:1-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Ho riflettuto anche su tutte le ingiustizie che si compiono in questo mondo. Gli oppressi piangono e invocano aiuto, ma nessuno li consola, nessuno li libera dalla violenza dei loro oppressori. Invidio quelli che sono morti. Essi stanno meglio di noi che siamo ancora in vita. Anzi, più fortunati ancora quelli che non sono mai nati, quelli che non hanno mai visto tutte le ingiustizie di questo mondo. Ho osservato la gente che lavora sodo e che ha successo. Ma ho capito che fa tutto per invidia degli altri. Anche questo è assurdo, come andare a caccia di vento. È stupido incrociare le braccia e lasciarsi morire di fame. Ma vale di più godersi un po’ di riposo, accontentandosi di poco, che lavorare tanto per niente! Ho scoperto un’altra assurdità. Un uomo vive da solo, senza nessuno, senza figli né fratelli. Eppure lavora tutto il giorno e non è mai contento di quello che ha. Ma per chi lavora quest’uomo, che rinunzia a ogni soddisfazione? È proprio un brutto modo di vivere, e non serve a niente. Meglio essere in due che da solo. Lavorare insieme rende di più. Se uno cade, il compagno può aiutarlo. Ma se uno è solo e cade, nessuno lo aiuta a rialzarsi. Se fa freddo, in due si può dormire insieme e star caldi, ma uno da solo come si scalderà? Quando si è aggrediti in due ci si può difendere. Come dice il proverbio: «Fune a tre capi, difficile a rompere». Meglio un giovane povero e intelligente che un re vecchio e stolto, incapace ormai di controllarsi. Il giovane può uscire di prigione anche se è poveraccio e regnare al posto del vecchio. Tutta la gente sta dalla parte del giovane. Egli governa un popolo immenso, ma quelli che verranno dopo di lui, nemmeno di lui saranno contenti. Anche questo è assurdo, come andare a caccia di vento.

Ecclesiaste 4:1-16 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

MA di nuovo io ho vedute tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole; ed ecco, le lagrime degli oppressati i quali non hanno alcun consolatore, nè forza da potere scampar dalle mani de' loro oppressatori; non hanno, dico, alcun consolatore. Onde io pregio i morti, che già son morti, più che i viventi, che sono in vita fino ad ora. Anzi più felice che gli uni, e che gli altri, giudico colui che fino ad ora non è stato; il qual non ha vedute le opere malvage che si fanno sotto il sole. Oltre a ciò, ho veduto che in ogni fatica, ed in ogni opera ben fatta, l'uomo è invidiato dal suo prossimo. Ciò ancora è vanità, e tormento di spirito. Lo stolto piega le mani, e mangia la sua carne, dicendo: Meglio è una menata con riposo, che amendue i pugni pieni con travaglio, e con tormento di spirito. Ma di nuovo ho veduta un'altra vanità sotto il sole. Vi è tale, che è solo, e non ha alcun secondo; ed anche non ha figliuoli, nè fratello, e pure egli si affatica senza fine, ed anche l'occhio suo non è giammai sazio di ricchezze; e non pensa: Per chi mi affatico, e privo la mia persona di bene? Questo ancora è vanità, ed un mal affare. Due valgono meglio che un solo; conciossiachè essi abbiano un buon premio della lor fatica. Perciocchè, se l'uno cade, l'altro rileva il suo compagno; ma guai a chi è solo! perciocchè se cade, non vi è alcun secondo per rilevarlo. Oltre a ciò, se due dormono insieme, si riscalderanno; ma un solo come potrà egli riscaldarsi? E se alcuno fa forza all'uno, i due gli resisteranno; anche il cordone a tre fili non si rompe prestamente. Meglio vale il fanciullo povero e savio, che il re vecchio e stolto, il qual non sa più essere ammonito. Perciocchè tale esce di carcere, per regnare; tale altresì, che è nato nel suo reame, diventa povero. Io ho veduto che tutti i viventi sotto il sole vanno col fanciullo, che è la seconda persona, che ha da succedere al re. Tutto il popolo senza fine va con lui, come aveano fatto tutti coloro che erano stati davanti a loro; quelli eziandio che verranno appresso, non si rallegreranno di lui. Certo, questo ancora è vanità, e tormento di spirito.