Lettera ai Colossesi 2:13-23
Lettera ai Colossesi 2:13-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati, avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; e avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l’ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo. Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio, con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale, senza attenersi al Capo, da cui tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme mediante le giunture e i legamenti, progredisce nella crescita voluta da Dio. Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare» (tutte cose destinate a scomparire con l’uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, una reputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne.
Lettera ai Colossesi 2:13-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati, avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a *feste, a noviluni, a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo. Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio, con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale, senza attenersi al Capo, da cui tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme mediante le giunture e i legamenti, progredisce nella crescita voluta da Dio. Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare» (tutte cose destinate a scomparire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, una reputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne.
Lettera ai Colossesi 2:13-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Un tempo, quando voi eravate pagani pieni di peccati, eravate addirittura come morti. Ma Dio che ha ridato la vita a Cristo, ha fatto rivivere anche voi. Egli ha perdonato tutti i nostri peccati. Contro di noi c’era un elenco di comandamenti che era una sentenza di condanna, ma ora non vale più: Dio l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Così Dio ha disarmato le autorità e le potenze invisibili; le ha fatte diventare come prigionieri da mostrare nel corteo per la vittoria di Cristo. Nessuno dunque vi condanni più a causa di quello che mangiate e bevete, o perché non osservate certi giorni di festa, di *sabato o di *luna nuova. Tutte queste cose sono soltanto un’ombra di quella realtà che doveva venire: che è Cristo. Non lasciatevi condannare da gente fanatica che si umilia per adorare gli *angeli, corre dietro alle visioni e si gonfia di stupido orgoglio nella sua debole mente. Questa gente non rimane unita al capo, cioè a Cristo. Mentre è Cristo che tiene unito e compatto tutto il corpo per mezzo delle giunture e dei legami, e gli dà nutrimento e lo fa crescere, così come Dio vuole. Voi siete morti con Cristo e siete stati liberati dagli spiriti che dominano il mondo. Allora, perché vivete come se la vostra vita dipendesse ancora da certe regole imposte da questo mondo? Perché vi lasciate dire: «Questo non si può prendere; quello non si può mangiare; queste cose non si possono toccare»? In realtà sono tutte cose che scompaiono dopo essere state usate. Quelle sono regole e insegnamenti puramente umani. Possono sembrare questioni serie e sapienti perché trattano di devozioni personali, di umiltà o di severità verso il corpo. In realtà non servono a niente. Anzi, servono soltanto a nutrire la nostra superbia.
Lettera ai Colossesi 2:13-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Ed ha con lui vivificati voi, che eravate morti ne' peccati, e nell'incirconcisione della vostra carne; avendovi perdonati tutti i peccati; avendo cancellata l'obbligazione che era contro a noi negli ordinamenti, la quale ci era contraria; e quella ha tolta via, avendola confitta nella croce. Ed avendo spogliate le podestà, e i principati, li ha pubblicamente menati in ispettacolo, trionfando d'essi in esso. Niuno adunque vi giudichi in mangiare, od in bere, o per rispetto di festa, o di calendi, o di sabati. Le quali cose son ombra di quelle che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo. Niuno vi condanni a suo arbitrio, in umiltà, e servigio degli angeli, ponendo il piè nelle cose che non ha vedute, essendo temerariamente gonfio dalla mente della sua carne. E non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo, fornito, e ben commesso insieme per le giunture, ed i legami, prende l'accrescimento di Dio. Se dunque, essendo morti con Cristo, siete sciolti dagli elementi del mondo, perchè, come se viveste nel mondo, vi s'impongono ordinamenti? Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (le quali cose tutte periscono per l'uso), secondo i comandamenti, e le dottrine degli uomini? Le quali cose hanno bene alcuna apparenza di sapienza, in religion volontaria, ed in umiltà, e in non risparmiare il corpo in ciò che è per satollar la carne; non in onore alcuno.