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Atti degli Apostoli 10:1-33

Atti degli Apostoli 10:1-33 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Vi era in Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta «Italica». Quest’uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente. Egli vide chiaramente in visione, verso l’ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!» Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: «Che c’è, Signore?» E l’angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio. E ora manda degli uomini a Ioppe e fa’ venire un certo Simone, detto anche Pietro. Egli è ospite di un tal Simone, conciatore di pelli, la cui casa è vicino al mare». Appena l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici e un pio soldato fra i suoi attendenti e, dopo aver raccontato loro ogni cosa, li mandò a Ioppe. Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza, verso l’ora sesta, per pregare. Ebbe però fame e desiderava prendere cibo. Ma, mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto, e un oggetto che scendeva simile a una grande tovaglia calata a terra per i quattro angoli. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia». Ma Pietro rispose: «Assolutamente no, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato». E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure». Questo avvenne per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu ritirato in cielo. Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione che aveva avuto, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì. Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito {gli} disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. Àlzati dunque, scendi e va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io». Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?» Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo di farti chiamare in casa sua, e di ascoltare quello che avrai da dirgli». Egli allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente si alzò e andò con loro, e alcuni fratelli di Ioppe lo accompagnarono. L’indomani arrivarono a Cesarea. Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi. Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch’io sono uomo!» Conversando con lui, entrò e, trovate molte persone lì riunite, disse loro: «Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo avere relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni. Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?» Cornelio disse: «Quattro giorni or sono stavo pregando, all’ora nona, in casa mia, quand’ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: “Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa’ venire Simone, detto anche Pietro; egli è ospite in casa di Simone, conciatore di pelli, in riva al mare”. Perciò subito mandai a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio per ascoltare tutto ciò che ti è stato comandato dal Signore».

Atti degli Apostoli 10:1-33 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Vi era in *Cesarea un uomo di nome Cornelio, *centurione della *coorte detta «Italica». Quest'uomo era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente. Egli vide chiaramente in visione, verso l'*ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!» Egli, guardandolo fisso e preso da spavento, rispose: «Che c'è, Signore?» E l'angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, come una ricordanza, davanti a Dio. E ora manda degli uomini a *Ioppe, e fa' venire un certo *Simone, detto anche *Pietro. Egli è ospite di un tal Simone, conciatore di pelli, la cui casa è vicino al mare». Appena l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un pio soldato fra i suoi attendenti e, dopo aver raccontato loro ogni cosa, li mandò a Ioppe. Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salí sulla *terrazza, verso l'ora sesta, per pregare. Ebbe però fame e desiderava prender cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto simile a una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro angoli, veniva calata a terra. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. E una voce gli disse: «Àlzati, Pietro; ammazza e mangia». Ma Pietro rispose: «No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato». E la voce parlò una seconda volta: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure». Questo avvenne per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu ritirato in cielo. Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lí. Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. Àlzati dunque, scendi, e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io». Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: «Eccomi, sono io quello che cercate; qual è il motivo per cui siete qui?» Essi risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, del quale rende buona testimonianza tutto il popolo dei Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo, di farti chiamare in casa sua e di ascoltare quello che avrai da dirgli». Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente andò con loro; e alcuni fratelli di Ioppe l'accompagnarono. L'indomani arrivarono a Cesarea. Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi. Mentre Pietro entrava, Cornelio, andandogli incontro, si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati, anch'io sono uomo!» Conversando con lui, entrò e, trovate molte persone lí riunite, disse loro: «Voi sapete come non sia lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero o di entrar in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni. Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?» Cornelio disse: «Quattro giorni or sono stavo pregando, all'ora nona, in casa mia, quand'ecco un uomo mi si presentò davanti, in veste risplendente, e disse: “Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa' venire Simone, detto anche Pietro; egli è ospite in casa di Simone, conciatore di pelli, in riva al mare”. Perciò, subito mandai a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; or dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per ascoltare tutto ciò che ti è stato comandato dal Signore».

Atti degli Apostoli 10:1-33 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

C’era in Cesarèa un uomo che si chiamava Cornelio; era un ufficiale dell'esercito romano che comandava il reparto italiano. Egli era un uomo religioso e con tutta la sua famiglia credeva in Dio. Faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio, Cornelio ebbe una visione: vide chiaramente un *angelo di Dio che gli veniva incontro e lo chiamava per nome. Egli lo fissò e con timore disse: — Che c’è, Signore? L’angelo gli rispose: — Dio ha accolto le tue preghiere e le tue elemosine come un sacrificio gradito. Manda perciò alcuni uomini a Giaffa e fa’ venire qui un certo Simone, detto anche Pietro. Egli alloggia presso un altro Simone che fa il conciatore di pelli e ha la casa in riva al mare. Poi l’angelo che gli parlava si allontanò. Allora Cornelio chiamò due suoi servitori e un soldato che credeva in Dio, tra quelli a lui più fedeli. Spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa. Il giorno dopo, mentre essi erano in cammino e stavano avvicinandosi alla città, Pietro salì sulla terrazza a pregare: era quasi mezzogiorno. Gli venne fame e voglia di mangiare. Mentre gli preparavano il pranzo, Pietro ebbe una visione. Vide il cielo aperto e qualcosa che scendeva: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli, che arrivava fino a terra. Dentro c’era ogni genere di animali, di rettili e di uccelli. Allora una voce gli disse: — Pietro, alzati! Uccidi e mangia! Ma Pietro rispose: — Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di *impuro. Quella voce per la seconda volta gli disse: — Non devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puro. Questo accadde per tre volte; poi, all’improvviso, tutto fu risollevato verso il cielo. Mentre Pietro cercava di capire il significato di ciò che aveva visto, arrivarono gli uomini di Cornelio. Essi avevano chiesto dove abitava Pietro e quando furono presso la porta domandarono ad alta voce: «Alloggia qui Simone, detto anche Pietro?». Mentre Pietro stava ripensando a quello che aveva visto, lo Spirito gli disse: «Senti, ci sono qui alcuni uomini che ti cercano. Alzati e va’ con loro senza paura, perché li ho mandati io da te». Pietro scese incontro agli uomini e disse loro: «Eccomi, sono io quello che voi cercate. Per quale motivo siete qui?». Quelli risposero: «Veniamo per conto di Cornelio, ufficiale romano. Egli è un uomo giusto che crede in Dio ed è stimato da tutti gli Ebrei. Un angelo del Signore gli ha suggerito di farti venire a casa sua e di ascoltare quello che tu hai da dirgli». Pietro allora li fece entrare e li ospitò per la notte. Il giorno dopo, Pietro si mise in viaggio con gli uomini mandati da Cornelio. Anche alcuni credenti che abitavano a Giaffa vollero accompagnarlo. Il giorno seguente arrivarono a Cesarèa. Cornelio aveva riunito in casa sua i parenti e gli amici più intimi e li stava aspettando. Mentre Pietro stava per entrare in casa, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi. Ma Pietro lo rialzò dicendogli: «Alzati! Sono un uomo anch’io!». Poi, conversando con lui, entrò in casa. Qui trovò tutti quelli che si erano riuniti e disse loro: «Voi sapete che non è lecito a un Ebreo stare con un pagano o entrare in casa sua. Ma Dio mi ha mostrato che non si deve evitare nessun uomo come impuro. Perciò, appena chiamato, sono venuto senza alcuna esitazione. Ora vorrei sapere per quale motivo mi avete fatto venire». Cornelio disse: «Quattro giorni fa, proprio a quest’ora, ero in casa e stavo recitando la preghiera del pomeriggio, quando mi si presentò un uomo in vesti candide. Egli mi disse: Cornelio, Dio ha accolto la tua preghiera e si è ricordato delle tue elemosine. Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, chiamato anche Pietro: è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare. Io allora ho mandato subito qualcuno a cercarti e tu hai fatto bene a venire da me. Ecco, ora noi siamo qui tutti riuniti davanti a Dio per ascoltare quello che il Signore ti ha ordinato di dirci».

Atti degli Apostoli 10:1-33 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR v'era in Cesarea un certo uomo chiamato per nome Cornelio, centurione della schiera detta Italica. Esso, essendo uomo pio e temente Iddio, con tutta la sua casa, e facendo molte limosine al popolo, e pregando Iddio del continuo, vide chiaramente in visione, intorno l'ora nona del giorno, un angelo di Dio, che entrò a lui, e gli disse: Cornelio. Ed egli, riguardatolo fiso, e tutto spaventato, disse: Che v'è, Signore? E l'angelo gli disse: Le tue orazioni, e le tue limosine, son salite davanti a Dio per una ricordanza. Or dunque, manda uomini in Ioppe, e fa' chiamare Simone, il quale è soprannominato Pietro. Egli alberga appo un certo Simone coiaio, che ha la casa presso del mare; esso ti dirà ciò ch'ei ti convien fare. Ora, come l'angelo che parlava a Cornelio se ne fu partito, egli, chiamati due de' suoi famigli, ed un soldato di que' che si ritenevano del continuo appresso di lui, uomo pio, e raccontata loro ogni cosa, li mandò in Ioppe. E il giorno seguente, procedendo essi al lor cammino, ed avvicinandosi alla città, Pietro salì in sul tetto della casa, intorno l'ora sesta, per fare orazione. Or avvenne ch'egli ebbe gran fame, e desiderava prender cibo; e come que'  di casa gliene apparecchiavano, gli venne un ratto di mente. E vide il cielo aperto, ed una vela simile ad un gran lenzuolo, che scendeva sopra lui, legato per li quattro capi, e calato in terra; nella quale vi erano degli animali terrestri a quattro piedi, e delle fiere, e de' rettili, e degli uccelli del cielo d'ogni maniera. Ed una voce gli fu indirizzata, dicendo: Levati, Pietro, ammazza, e mangia. Ma Pietro disse: In niun modo, Signore, poichè io non ho giammai mangiato nulla d'immondo, nè di contaminato. E la voce gli disse la seconda volta: Le cose che Iddio ha purificate, non farle tu immonde. Or questo avvenne fino a tre volte; e poi la vela fu ritratta in cielo. E come Pietro era in dubbio in sè stesso che cosa potesse esser quella visione ch'egli avea veduta, ecco, gli uomini mandati da Cornelio, avendo domandato della casa di Simone, furono alla porta. E chiamato alcuno, domandarono se Simone, soprannominato Pietro, albergava ivi entro. E come Pietro era pensoso intorno alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco, tre uomini ti cercano. Levati adunque, e scendi, e va' con loro, senza farne difficoltà, perciocchè io li ho mandati. E Pietro, sceso agli uomini che gli erano stati mandati da Cornelio, disse loro: Ecco, io son quello che voi cercate; quale è la cagione per la qual siete qui? Ed essi dissero: Cornelio, centurione, uomo giusto e temente Iddio, e del quale rende buona testimonianza tutta la nazion de' Giudei, è stato divinamente avvisato da un santo angelo di farti chiamare in casa sua, e d'udir ragionamenti da te. Pietro adunque, avendoli convitati d'entrare in casa, li albergò; poi, il giorno seguente, andò con loro; ed alcuni de' fratelli di que' di Ioppe l'accompagnarono. E il giorno appresso entrarono in Cesarea. Or Cornelio li aspettava, avendo chiamati i suoi parenti ed i suoi intimi amici. E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gittò a' piedi, e l'adorò. Ma Pietro lo sollevò, dicendo: Levati, io ancora sono uomo. E ragionando con lui, entrò, e trovò molti, che si erano quivi raunati. Ed egli disse loro: Voi sapete come non è lecito ad un uomo Giudeo aggiungersi con uno strano, od entrare in casa sua; ma Iddio mi ha mostrato di non chiamare alcun uomo immondo, o contaminato. Perciò ancora, essendo stato mandato a chiamare, io son venuto senza contradire. Io vi domando adunque: Per qual cagione mi avete mandato a chiamare? E Cornelio disse: Quattro giorni sono, che io fino a quest'ora era digiuno, ed alle nove ore io faceva orazione in casa mia; ed ecco, un uomo si presentò davanti a me, in vestimento risplendente, e disse: Cornelio, la tua orazione è stata esaudita, e le tue limosine sono state ricordate nel cospetto di Dio. Manda adunque in Ioppe, e chiama di là Simone, soprannominato Pietro; egli alberga in casa di Simone coiaio, presso del mare; quando egli sarà venuto, egli ti parlerà. Perciò, in quello stante io mandai a te, e tu hai fatto bene di venire; ed ora noi siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono da Dio state ordinate.