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Secondo libro di Samuele 9:3-11

Secondo libro di Samuele 9:3-11 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Il re gli disse: «C’è ancora qualcuno della casa di Saul al quale io possa fare del bene per amore di Dio?» Siba rispose al re: «C’è ancora un figlio di Gionatan, storpio dei piedi». Il re gli disse: «Dov’è?» Siba rispose al re: «È a Lodebar in casa di Machir, figlio di Ammiel». Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machir, figlio di Ammiel, a Lodebar. E Mefiboset, figlio di Gionatan, figlio di Saul, andò da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò davanti a lui. Davide disse: «Mefiboset!» Egli rispose: «Ecco il tuo servo!» Davide gli disse: «Non temere, perché io non mancherò di trattarti con bontà per amore di Gionatan tuo padre, ti restituirò tutte le terre di Saul tuo nonno e tu mangerai sempre alla mia mensa». Mefiboset s’inchinò profondamente e disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu ti degni di guardare un cane morto come sono io?» Allora il re chiamò Siba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto quello che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo do al figlio del tuo signore. Tu dunque, con i tuoi figli e con i tuoi servi, coltiverai per lui le terre e gli porterai il raccolto, perché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare; Mefiboset, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Siba aveva quindici figli e venti servi. Siba disse al re: «Il tuo servo farà tutto quello che il re mio signore ordina al suo servo». Mefiboset mangiò alla mensa di Davide come uno dei figli del re.

Secondo libro di Samuele 9:3-11 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Il re gli disse: «C'è ancora qualcuno della casa di Saul al quale io possa far del bene per amore di Dio?» Siba rispose al re: «C'è ancora un figlio di Gionatan, storpio dei piedi». Il re gli disse: «Dov'è?» Siba rispose al re: «È a Lodebar in casa di Machir, figlio di Ammiel». Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machir, figlio di Ammiel, a Lodebar. E Mefiboset, figlio di Gionatan, figlio di Saul, andò da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò davanti a lui. Davide disse: «Mefiboset!» Egli rispose: «Ecco il tuo servo!» Davide gli disse: «Non temere, perché io non mancherò di trattarti con bontà per amore di Gionatan tuo padre, ti restituirò tutte le terre di Saul tuo nonno e tu mangerai sempre alla mia mensa». Mefiboset s'inchinò profondamente e disse: «Che cos'è il tuo servo, perché tu ti degni di guardare un cane morto come sono io?» Allora il re chiamò Siba, servo di Saul e gli disse: «Tutto quello che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo do al figlio del tuo signore. Tu dunque, con i tuoi figli e con i tuoi servi, coltiverai per lui le terre e gli porterai il raccolto, perché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare; Mefiboset, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Siba aveva quindici figli e venti servi. Siba disse al re: «Il tuo servo farà tutto quello che il re mio signore ordina al suo servo». Mefiboset mangiò alla mensa di Davide come uno dei figli del re.

Secondo libro di Samuele 9:3-11 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

— C’è ancora qualcuno della famiglia di Saul? — chiese il re; — vorrei essere straordinariamente benevolo con lui. — C’è un figlio di Giònata, — rispose Siba al re, — con tutt’e due i piedi storpi. — Dove abita? — continuò il re. — Sta in casa di Machir figlio di Ammièl, a Lodebàr, — rispose Siba. Il re lo mandò a prendere dalla casa di Machir figlio di Ammièl, a Lodebàr. Il figlio di Giònata e nipote di Saul si chiamava Mefibaal. Egli venne dal re Davide e si inchinò profondamente davanti a lui: — Mefibaal! — lo salutò il re. — Ai tuoi ordini! — rispose. — Non aver timore, — continuò Davide; — voglio mostrarti la mia amicizia per amore di Giònata tuo padre. Voglio restituirti le terre che appartenevano a tuo nonno Saul e invitarti d'ora in poi alla mia mensa. — Grazie, mio signore, tu ti preoccupi di un povero disgraziato come me, — rispose Mefibaal inchinato fino a terra. Davide chiamò allora Siba servo di Saul e gli disse: — Ho donato a questo nipote di Saul tutto quello che apparteneva a Saul e alla sua famiglia. Tu, con i tuoi figli e i tuoi servi, coltiverai per lui i terreni che appartenevano a Saul e i raccolti serviranno a mantenere il figlio del tuo padrone. Mefibaal, inoltre, sarà sempre ospite alla mia tavola. Siba aveva quindici figli e venti servi. Egli rispose al re: — Farò come hai ordinato, mio signore. Così Mefibaal fu ospite del re come uno dei suoi figli.

Secondo libro di Samuele 9:3-11 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

E il re disse: Non vi è egli più alcuno della casa di Saulle, ed io userò inverso lui la benignità di Dio? E Siba disse al re: Vi è ancora un figliuolo di Gionatan, ch'è storpiato de' piedi. E il re gli disse: Dove è egli? E Siba disse al re: Ecco, egli è in casa di Machir, figliuolo di Ammiel, in Lo-debar. E il re Davide mandò a prenderlo dalla casa di Machir, figliuolo di Ammiel, da Lo-debar. E quando Mefiboset, figliuolo di Saulle, fu venuto a Davide, si gittò in terra sopra la sua faccia, e si prosternò. E Davide disse: Mefiboset. Ed egli disse: Ecco il tuo servitore. E Davide gli disse: Non temere; perciocchè io del tutto userò inverso te benignità, per amor di Gionatan, tuo padre, e ti restituirò tutte le possessioni di Saulle, tuo padre; e, quant'è a te, tu mangerai del continuo alla mia tavola. E Mefiboset s'inchinò, e disse: Che cosa è il tuo servitore, che tu abbia riguardato ad un can morto, qual sono io? Poi il re chiamò Siba, servitore di Saulle, e gli disse: Io ho donato al figliuolo del tuo signore tutto quello che apparteneva a Saulle, ed a tutta la sua casa. Tu adunque, co' tuoi figliuoli e servitori, lavoragli la terra, e ricogline la rendita; acciocchè il figliuolo del tuo signore abbia di che sostentarsi; ma, quant'è a Mefiboset, figliuolo del tuo signore, egli mangerà del continuo alla mia tavola. Or Siba avea quindici figliuoli e venti servitori. E Siba disse al re: Il tuo servitore farà secondo tutto quello che il re, mio signore, ha comandato al suo servitore. Ma, quant'è a Mefiboset, disse il re, egli mangerà alla mia tavola, come uno de' figliuoli del re.