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Secondo libro di Samuele 24:1-25

Secondo libro di Samuele 24:1-25 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Il SIGNORE si accese di nuovo d’ira contro Israele e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Va’ e fa’ il censimento d’Israele e di Giuda». Il re disse a Ioab, che era capo dell’esercito e che era con lui: «Gira per tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, e fate il censimento del popolo perché io ne sappia il numero». Ioab rispose al re: «Il SIGNORE, il Dio tuo, renda il popolo cento volte più numeroso di quello che è, e faccia sì che gli occhi del re mio signore, possano vederlo! Ma perché il re mio signore prende piacere nel fare questo?» Ma l’ordine del re prevalse contro Ioab e contro i capi dell’esercito, e Ioab e i capi dell’esercito partirono dalla presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d’Israele. Passarono il Giordano e si accamparono ad Aroer, a destra della città che è in mezzo alla valle di Gad, e presso Iazer. Poi andarono in Galaad e nel paese di Tatim-Odsi; poi andarono a Dan-Iaan e nei dintorni di Sidon; andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Ivvei e dei Cananei, e finirono con la regione meridionale di Giuda, a Beer-Sceba. Percorsero così tutto il paese, e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme. Ioab fornì al re la cifra del censimento del popolo; c’erano in Israele ottocentomila uomini forti, atti a portare le armi; e in Giuda, cinquecentomila. Dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore e disse al SIGNORE: «Ho gravemente peccato in quel che ho fatto; ma ora, o SIGNORE, perdona l’iniquità del tuo servo, perché ho agito con grande stoltezza». Quando Davide si alzò la mattina, la parola del SIGNORE fu così rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide: «Va’ a dire a Davide: “Così dice il SIGNORE: ‘Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò’”». Gad andò dunque da Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi sette anni di carestia nel tuo paese, oppure tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che t’inseguono, oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa devo rispondere a colui che mi ha mandato». Davide disse a Gad: «Io sono in una grande angoscia! Ebbene, cadiamo nelle mani del SIGNORE, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!» Così il SIGNORE mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo. Come l’angelo stendeva la sua mano su Gerusalemme per distruggerla, il SIGNORE si pentì della calamità che egli aveva inflitta e disse all’angelo che distruggeva il popolo: «Basta! Ritira ora la tua mano!» L’angelo del SIGNORE si trovava presso l’aia di Arauna, il Gebuseo. Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al SIGNORE: «Sono io che ho peccato; sono io che ho agito da empio; queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!» Quel giorno Gad andò da Davide e gli disse: «Sali, erigi un altare al SIGNORE nell’aia di Arauna, il Gebuseo». Davide salì, secondo la parola di Gad, come il SIGNORE aveva comandato. Arauna guardò e vide il re e i suoi servitori che si dirigevano verso di lui; Arauna uscì e si prostrò davanti al re, con la faccia a terra. Poi Arauna disse: «Perché il re mio signore viene dal suo servo?» Davide rispose: «Per comprare da te quest’aia e costruirvi un altare al SIGNORE, affinché il flagello cessi d’infierire sul popolo». Arauna disse a Davide: «Il re mio signore prenda e offra quello che gli piacerà! Ecco i buoi per l’olocausto; gli attrezzi per trebbiare e i gioghi dei buoi serviranno da legna. Tutte queste cose, o re, Arauna te le dà». Poi Arauna disse al re: «Il SIGNORE, il tuo Dio, ti sia propizio!» Ma il re rispose ad Arauna: «No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al SIGNORE, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla». Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento; costruì là un altare al SIGNORE e offrì olocausti e sacrifici di riconoscenza. Così il SIGNORE fu placato verso il paese, e il flagello cessò d’infierire sul popolo.

Secondo libro di Samuele 24:1-25 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Il Signore si accese di nuovo d'ira contro *Israele, e incitò *Davide contro il popolo, dicendo: «Va' e fa' il censimento d'Israele e di *Giuda». Il re disse a *Ioab, che era capo dell'esercito e che era con lui: «Gira per tutte le tribú d'Israele, da *Dan fino a Beer-Sceba, e fate il censimento del popolo perché io ne sappia il numero». Ioab rispose al re: «Il Signore, il Dio tuo, renda il popolo cento volte piú numeroso di quello che è, e faccia sí che gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re mio signore prende piacere nel far questo?» Ma l'ordine del re prevalse contro Ioab e contro i capi dell'esercito, e Ioab e i capi dell'esercito partirono dalla presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d'Israele. Passarono il *Giordano e si accamparono ad Aroer, a destra della città che è in mezzo alla valle di Gad, e presso Iazer. Poi andarono in *Galaad e nel paese di Tatim-Odsi; poi andarono a Dan-Iaan e nei dintorni di *Sidon; andarono alla fortezza di *Tiro e in tutte le città degli Ivvei e dei *Cananei, e finirono con la *regione meridionale di Giuda, a Beer-Sceba. Percorsero cosí tutto il paese, e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a *Gerusalemme. Ioab forní al re la cifra del censimento del popolo; c'erano in Israele ottocentomila uomini forti, atti a portare le armi; e in Giuda, cinquecentomila. Dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse al Signore: «Ho gravemente peccato in quel che ho fatto; ma ora, o Signore, perdona l'*iniquità del tuo servo, perché ho agito con grande stoltezza». Quando Davide si alzò la mattina, la parola del Signore fu cosí rivolta al *profeta *Gad, il *veggente di Davide: «Va' a dire a Davide: “Cosí dice il Signore: Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”». Gad andò dunque da Davide, gli riferí questo e disse: «Vuoi sette anni di carestia nel tuo paese, oppure tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che t'inseguono, oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa devo rispondere a colui che mi ha mandato». Davide disse a Gad: «Io sono in una grande angoscia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!» Cosí il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo. Come l'angelo stendeva la sua mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si pentí della calamità che egli aveva inflitta, e disse all'angelo che distruggeva il popolo: «Basta! ritira ora la tua mano!» L'angelo del Signore si trovava presso l'aia di Arauna, il Gebuseo. Davide, vedendo l'angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Sono io che ho peccato; sono io che ho agito da empio; queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!» Quel giorno Gad andò da Davide e gli disse: «Sali, erigi un altare al Signore nell'aia di Arauna, il Gebuseo». Davide salí, secondo la parola di Gad, come il Signore aveva comandato. Arauna guardò e vide il re e i suoi servitori, che si dirigevano verso di lui; Arauna uscí e si prostrò davanti al re, con la faccia a terra. Poi Arauna disse: «Perché il re mio signore viene dal suo servo?» Davide rispose: «Per comprare da te quest'aia e costruirvi un altare al Signore, affinché il flagello cessi d'infierire sul popolo». Arauna disse a Davide: «Il re, mio signore, prenda e offra quello che gli piacerà! Ecco i buoi per l'olocausto; gli attrezzi per trebbiare e i gioghi dei buoi serviranno da legna. Tutte queste cose, o re, Arauna te le dà». Poi Arauna disse al re: «Il Signore, il tuo Dio, ti sia propizio!» Ma il re rispose ad Arauna: «No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al Signore, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla». Davide comprò l'aia e i buoi per cinquanta *sicli d'argento; costruí là un altare al Signore e offrí olocausti e sacrifici di riconoscenza. Cosí il Signore fu placato verso il paese, e il flagello cessò d'infierire sul popolo.

Secondo libro di Samuele 24:1-25 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Un’altra volta ancora la collera del Signore colpì il popolo d'Israele e il Signore spinse Davide a fare il censimento delle tribù di Giuda e d'Israele a danno del popolo. Il re ordinò a Ioab, comandante del suo esercito: — Percorri il territorio di tutte le tribù d'Israele da Dan a nord fino a Bersabea a sud, e fa’ il censimento del popolo. Voglio conoscere quanti uomini sono. Ioab rispose al re: — Io mi auguro che il Signore tuo Dio faccia diventare il popolo cento volte più numeroso di adesso e che tu lo possa vedere con i tuoi occhi. Ma perché vuoi fare una cosa simile? Davide non cambiò idea e fece eseguire il suo ordine a Ioab e ai capi dell'esercito. Allora essi si congedarono dal re e andarono a fare il censimento degli Israeliti. Attraversarono il fiume Giordano e si accamparono ad Aroèr e nella città che si trova in fondo alla valle nel territorio di Gad, dopo andarono a Iazer. Poi attraversarono la regione di Gàlaad e il territorio degli Ittiti fino a Kades e giunsero a Dan-Iaan. Quindi girarono verso Sidone. Andarono fino alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei. Il giro terminò a Bersabea, nella zona del Negheb nel territorio di Giuda. Percorsero tutto il paese e tornarono a Gerusalemme dopo nove mesi e venti giorni. Ioab riferì a Davide il risultato del censimento: in Israele, al nord, gli uomini in grado di combattere erano ottocentomila e, in Giuda, al sud, cinquecentomila. Davide provò in cuor suo rimorso per aver fatto il censimento del popolo e lo riconobbe davanti al Signore: «Ho peccato molto, ho agito come un pazzo, ma tu, Signore, perdona la mia colpa». Allora il Signore parlò a Gad, profeta alla corte di Davide: «Va’ a trovare Davide e digli: “Il Signore ti propone tre alternative: scegline una e il Signore farà come dirai”». Il mattino dopo Davide si alzò e ricevette la visita di Gad, che gli riferì la decisione del Signore. Allora Gad gli disse: «Scegli fra questi tre castighi: una carestia di sette anni in tutta la regione, oppure un attacco di nemici che ti mettono in fuga e ti inseguono per tre mesi, oppure tre giorni di peste in tutto il territorio. Pensaci e decidi quale risposta devo dare al Signore che mi ha mandato». Davide rispose a Gad: «Non ho via d'uscita: non voglio cadere nelle mani degli uomini, preferisco cadere nelle mani del Signore, perché grande è la sua bontà». Allora il Signore colpì con la peste il paese, da Dan a nord fino a Bersabea a sud. La peste cominciò quel mattino e durò fino al tempo fissato. Morirono settantamila persone. Ma quando l’angelo del Signore stava per lanciare la distruzione su Gerusalemme, il Signore decise di interrompere la disgrazia e ordinò all’angelo sterminatore del popolo: «Basta, fermati!». In quel momento l’angelo si trovava sopra l’aia di Araunà il Gebuseo. Quando Davide vide l’angelo che colpiva il popolo si rivolse al Signore e pregò: «Io solo ho sbagliato, il pastore ha peccato. Il gregge non ha nessuna colpa. Punisci me e la mia famiglia». Quello stesso giorno Gad andò da Davide e gli disse: «Va’ a innalzare un altare al Signore nell’aia di Araunà il Gebuseo». Davide fece come gli aveva ordinato il Signore per bocca di Gad. Araunà vide il re e i ministri che andavano da lui; andò loro incontro, si inchinò fino a terra e chiese al re: — Come mai il mio re viene da me? — Per comprare da te questa aia, — rispose Davide. — Voglio costruirvi un altare in onore del Signore perché la pestilenza resti lontana dal popolo. — Prendila pure, o mio re, — rispose Araunà, — e offri i sacrifici che vuoi. Anzi ti dono i miei buoi per il sacrificio e questo carro e gli attrezzi per il fuoco. Il tuo servo Araunà, o re, ti dona tutto. E il Signore tuo Dio ti sia favorevole, — concluse Araunà. Ma il re gli rispose: — No, desidero comprare tutto al giusto prezzo. Non voglio offrire al Signore sacrifici che non mi costano nulla. Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta pezzi d'argento. Costruì là un altare al Signore e offrì vari sacrifici. Il Signore ebbe pietà di tutto il paese e cessò di colpire il popolo d'Israele.

Secondo libro di Samuele 24:1-25 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR l'ira del Signore si accese di nuovo contro ad Israele; ed egli incitò Davide contro ad essi, dicendo: Va', annovera Israele e Giuda. E il re disse a Ioab, capo dell'esercito ch'era appresso di lui: Or va' attorno per tutte le tribù d'Israele, da Dan fino in Beerseba, e annoverate il popolo, acciocchè io ne sappia il numero. E Ioab disse al re: Il Signore Iddio tuo accresca il popolo per cento cotanti, e faccia che gli occhi del re, mio signore, il veggano. E perchè vuole questa cosa il re, mio signore? Ma la parola del re prevalse a Ioab, ed a' capi dell'esercito. Laonde Ioab, ed i capi dell'esercito ch'erano davanti al re, si partirono per annoverare il popolo d'Israele. E passarono il Giordano, e si accamparono in Aroer, a man destra della città che è in mezzo del torrente di Gad, ed appresso di Iazer. Poi vennero in Galaad, e nel paese delle contrade basse, cioè in Hodsi; poi vennero in Dan-Iaan, e ne' contorni di Sidon. Poi vennero alla fortezza di Tiro, e in tutte le città degli Hivvei e de' Cananei; poi di là procedettero verso la parte meridionale di Giuda, in Beerseba. Così circuirono tutto il paese, e ritornarono in Gerusalemme in capo di nove mesi e venti giorni. E Ioab diede al re il numero della descrizione del popolo; e d'Israele vi erano ottocentomila uomini valenti che potevano tirar la spada; e di que' di Giuda cinquecentomila. E Davide fu tocco nel cuore, dopo che egli ebbe annoverato il popolo. E Davide disse al Signore: Io ho gravemente peccato in ciò che io ho fatto; ma ora, Signore, rimovi, ti prego, l'iniquità del tuo servitore; perciocchè io ho fatta una gran follia. Ed essendosi Davide levato la mattina, il Signore parlò al profeta Gad, Veggente di Davide, dicendo: Va', e di' a Davide: Così ha detto il Signore: Io ti propongo tre cose; eleggitene una, ed io te la farò. Gad adunque venne a Davide, e gli rapportò la cosa, e gli disse: Qual cosa vuoi tu che ti avvenga? o sett'anni di fame nel tuo paese; o che tu fugga per tre mesi davanti a' tuoi nemici, e ch'essi ti perseguitino; o che per tre giorni vi sia pestilenza nel tuo paese? Ora considera, e vedi ciò che io ho da rispondere a colui che mi ha mandato. Allora Davide disse a Gad: Io son grandemente distretto: deh! caggiamo nelle mani del Signore; perciocchè le sue compassioni son grandi; e ch'io non caggia nelle mani degli uomini. Il Signore adunque mandò una pestilenza in Israele, da quella mattina fino al termine posto; e morirono settantamila uomini del popolo, da Dan fino in Beerseba. E l'Angelo stese la sua mano sopra Gerusalemme, per farvi il guasto; ma il Signore si pentì di quel male, e disse all'Angelo che faceva il guasto fra il popolo: Basta, rallenta ora la tua mano. Or l'Angelo del Signore era presso dell'aia di Arauna Gebuseo. E Davide, avendo veduto l'Angelo che percoteva il popolo, disse al Signore: Ecco, io ho peccato, io ho operato iniquamente; ma queste pecore che hanno fatto? Deh! sia la tua mano sopra me, e sopra la casa di mio padre. E Gad venne in quel dì a Davide, e gli disse: Sali, rizza un altare al Signore nell'aia di Arauna Gebuseo. E Davide salì, secondo la parola di Gad, come il Signore avea comandato. E Arauna riguardò, e vide il re e i suoi servitori che venivano a lui. Ed Arauna uscì fuori, e s'inchinò al re con la faccia verso terra. Poi disse: Perchè è venuto il re, mio signore, al suo servitore? E Davide disse: Per comperar de te quest'aia, per edificarvi un altare al Signore; acciocchè questa piaga sia arrestata d'in sul popolo. E Arauna disse a Davide: Il re, mio signore, prenda, ed offerisca ciò che gli piacerà; ecco questi buoi per l'olocausto; e queste trebbie e questi arnesi da buoi per legne. Il re Arauna donò tutte queste cose al re, e gli disse: Il Signore Iddio tuo ti gradisca. Ma il re disse ad Arauna: No; anzi del tutto compererò queste cose da te per prezzo, e non offerirò al Signore Iddio mio olocausti che io abbia avuti in dono. Davide adunque comperò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento. E Davide edificò quivi un altare al Signore, e offerì olocausti e sacrificii da render grazie. E il Signore fu placato inverso il paese, e la piaga fu arrestata d'in su Israele.