Secondo libro di Samuele 14:18-33
Secondo libro di Samuele 14:18-33 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Il re rispose e disse alla donna: «Ti prego, non nascondermi quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio signore». Il re le chiese: «Non c’è dietro a tutto questo la mano di Ioab?» La donna rispose: «Com’è vero che tu vivi, o re, mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore. Infatti, il tuo servo Ioab è colui che mi ha dato questi ordini ed è lui che ha suggerito tutte queste parole alla tua serva. Il tuo servo Ioab ha fatto così per dare un altro aspetto alla vicenda di Absalom; ma il mio signore è saggio come un angelo di Dio e conosce tutto quello che avviene sulla terra». Allora il re disse a Ioab: «Voglio fare quello che hai chiesto; va’ dunque e fa’ tornare il giovane Absalom». Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia agli occhi tuoi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto». Ioab dunque partì, andò a Ghesur e condusse Absalom a Gerusalemme. Il re disse: «Si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!» Così Absalom si ritirò in casa sua e non vide la faccia del re. In tutto Israele non c’era uomo che fosse celebrato per la sua bellezza quanto Absalom; dalla pianta del piede fino alla sommità del capo non c’era in lui nessun difetto. Quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso dei suoi capelli era di duecento sicli a peso del re. Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell’aspetto. Absalom abitò a Gerusalemme due anni senza vedere la faccia del re. Poi Absalom fece chiamare Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle venire da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Ioab non volle venire. Allora Absalom disse ai suoi servi: «Guardate! Il campo di Ioab è vicino al mio e c’è dell’orzo; andate a dargli fuoco!» I servi di Absalom incendiarono il campo. Allora Ioab si alzò, andò a casa di Absalom e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno incendiato il mio campo?» Absalom rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: “Vieni qua, perché possa mandarti dal re a dirgli: ‘Perché sono tornato da Ghesur? Sarebbe meglio per me se io fossi ancora là!’”. Dunque fa’ in modo che io veda la faccia del re! Se sono colpevole, mi faccia pure morire!» Ioab allora andò dal re e gli fece l’ambasciata. Il re fece chiamare Absalom, il quale venne a lui e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.
Secondo libro di Samuele 14:18-33 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Il re rispose e disse alla donna: «Ti prego, non nascondermi quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio signore». Il re le chiese: «Non c'è dietro a tutto questo la mano di Ioab?» La donna rispose: «Com'è vero che tu vivi, o re mio signore, la cosa sta né piú né meno come ha detto il re mio signore. Infatti, il tuo servo Ioab è colui che mi ha dato questi ordini ed è lui che ha suggerito tutte queste parole alla tua serva. Il tuo servo Ioab ha fatto cosí per dare un altro aspetto alla vicenda di Absalom; ma il mio signore è saggio come un angelo di Dio e conosce tutto quello che avviene sulla terra». Allora il re disse a Ioab: «Voglio fare quello che hai chiesto; va' dunque e fa' tornare il giovane Absalom». Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia agli occhi tuoi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto». Ioab dunque partí, andò a Ghesur e condusse Absalom a *Gerusalemme. Il re disse: «Si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!» Cosí Absalom si ritirò in casa sua e non vide la faccia del re. In tutto *Israele non c'era uomo che fosse celebrato per la sua bellezza quanto Absalom; dalla pianta del piede fino alla sommità del capo non c'era in lui nessun difetto. Quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso dei suoi capelli era di duecento *sicli a peso del re. Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell'aspetto. Absalom abitò a Gerusalemme due anni senza vedere la faccia del re. Poi Absalom fece chiamare Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle venire da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Ioab non volle venire. Allora Absalom disse ai suoi servi: «Guardate! Il campo di Ioab è vicino al mio e c'è dell'orzo; andate a dargli fuoco!» I servi di Absalom incendiarono il campo. Allora Ioab si alzò, andò a casa di Absalom e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno incendiato il mio campo?» Absalom rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qua, perché possa mandarti dal re a dirgli: “Perché sono tornato da Ghesur? Sarebbe meglio per me se io fossi ancora là!” Dunque fa' in modo che io veda la faccia del re! Se sono colpevole, mi faccia pure morire!» Ioab allora andò dal re e gli fece l'ambasciata. Il re fece chiamare Absalom, il quale venne a lui e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.
Secondo libro di Samuele 14:18-33 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Il re allora chiese alla donna: — Adesso rispondimi con sincerità. — Domanda pure, o re, — disse la donna. — C’è la mano di Ioab in tutto questo? — chiese Davide. — Com’è vero che tu sei vivo, o mio re, tu cogli sempre nel segno. È proprio Ioab, il tuo generale, che mi ha ordinato di venire e mi ha suggerito tutte le parole che dovevo dirti. Ha fatto così per presentarti i fatti in forma diversa, ma tu sei sapiente come un angelo di Dio e capisci le cose di questo mondo. Davide fece chiamare Ioab e gli disse: — Ho sistemato la cosa. Fa’ tornare il giovane Assalonne. Ioab si inchinò fino a terra e lo ringraziò: — Oggi, o mio re, hai usato comprensione con me, tuo servo, perché hai deciso secondo il mio suggerimento. Poi Ioab andò a Ghesur e ricondusse Assalonne a Gerusalemme. Il re ordinò che Assalonne andasse a casa sua senza presentarsi da lui. Così Assalonne andò a casa senza incontrarsi con il re. Non c’era in Israele un uomo più bello e più ammirato di Assalonne: dalla testa ai piedi non aveva alcun difetto. Ogni anno si faceva tagliare i capelli perché erano foltissimi. I capelli tagliati pesavano più di due chili secondo il peso ufficiale del re. Assalonne ebbe tre figli e una figlia di nome Tamar, una ragazza molto bella. Assalonne rimase a Gerusalemme due anni senza incontrarsi con il re. Due volte Assalonne mandò a chiamare Ioab per chiedergli di andare dal re: tutt’e due le volte Ioab non si fece vedere. Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Voi sapete dov’è il campo di Ioab? è vicino al mio: ora che l’orzo è maturo, andate a incendiario». I servi eseguirono l’ordine. Allora Ioab andò subito a casa di Assalonne a dirgli: — Perché i tuoi servi hanno incendiato il mio campo? — Perché ti avevo chiamato e non sei venuto, — rispose Assalonne. — Volevo mandarti dal re a portargli questo mio messaggio: «Per che scopo sono tornato da Ghesur? Era meglio che restassi là». Io desidero vedere il re e, se egli giudica che io sia colpevole, mi condanni a morte. Ioab andò a riferire tutto al re e il re chiamò Assalonne. Quando entrò dal re, Assalonne si inchinò fino a terra e il re lo baciò.
Secondo libro di Samuele 14:18-33 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E il re rispose, e disse alla donna: Deh! non celarmi ciò che io ti domanderò. E la donna disse: Parli pure il re, mio signore. E il re disse: Non ha Ioab tenuto mano a farti far tutto questo? E la donna rispose, e disse: Come l'anima tua vive, o re, mio signore, ei non si può sfuggire nè a destra, nè a sinistra, di cosa alcuna che il re, mio signore, ha detta; perciocchè Ioab, tuo servitore, è quel che mi ha ordinato questo; ed egli stesso ha poste in bocca alla tua servente tutte queste parole. Ioab, tuo servitore, ha fatto questo per trasformare il negozio; ma il mio signore è savio come un angelo di Dio, per conoscer tutto quello che si fa in terra. Allora il re disse a Ioab: Ecco, ora tu hai condotto questo affare; va' dunque, e fa' ritornare il giovane Absalom. E Ioab si gittò in terra sopra la sua faccia, e si prosternò, e benedisse il re, e disse: Oggi conosce il tuo servitore che io ho trovata grazia appo te, o re, mio signore; poichè il re ha fatto ciò che il suo servitore gli ha detto. Ioab adunque si levò, e andò in Ghesur, e ne menò Absalom in Gerusalemme. E il re disse: Riducasi a casa sua, e non vegga la mia faccia. Absalom adunque si ridusse a casa sua, e non vide la faccia del re. Ora in tutto Israele non vi era uomo alcuno che fosse pari ad Absalom in eccellente bellezza; non vi era in lui alcun difetto, dalla pianta del piè fino alla sommità del capo. E, quando egli si facea tondere il capo, il che facea ogni anno, perciocchè gli pesava troppo, egli pesava le chiome del suo capo, ed erano di peso di dugento sicli a peso del re. E nacquero ad Absalom tre figliuoli, e una figliuola, il cui nome era Tamar; e fu una bella donna. Ed Absalom dimorò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. Ed Absalom mandò per Ioab, per mandarlo al re. Ma egli non volle venire a lui. Ed Absalom mandò per lui ancora la seconda volta; ma egli non volle venire. Ed Absalom disse a' suoi servitori: Ecco il campo di Ioab, ch'è presso del mio, dove egli ha dell'orzo; andate, e mettetevi il fuoco. E i servitori di Absalom misero il fuoco in quel campo. E Ioab si levò, e venne ad Absalom in casa, e gli disse: Perchè hanno i tuoi servitori messo il fuoco nel mio campo? Ed Absalom disse a Ioab: Ecco, io ti avea mandato a dire: Vieni qua, ed io ti manderò al re, a dirgli: Perchè sono io venuto di Ghesur? meglio sarebbe per me che io vi fossi ancora; ora dunque fa' che io vegga la faccia del re; e se in me vi è alcuna iniquità, facciami morire. Ioab adunque venne al re, e gli rapportò la cosa. E il re chiamò Absalom; ed egli venne a lui, e si prosternò in terra davanti a lui sopra la sua faccia. E il re baciò Absalom.