Secondo libro di Samuele 12:1-31
Secondo libro di Samuele 12:1-31 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Il SIGNORE mandò Natan da Davide e Natan andò da lui e gli disse: «C’erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnellina che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme ai figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Essa era per lui come una figlia. Un giorno arrivò un viaggiatore a casa dell’uomo ricco. Questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore che era capitato da lui; prese invece l’agnellina dell’uomo povero e la cucinò per colui che gli era venuto in casa». Davide si adirò moltissimo contro quell’uomo e disse a Natan: «Com’è vero che il SIGNORE vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell’agnellina, per aver fatto una cosa simile e non aver avuto pietà». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: “Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo signore e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo era troppo poco, vi avrei aggiunto anche dell’altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del SIGNORE, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l’Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon. Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l’Ittita”. Così dice il SIGNORE: “Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall’interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole”». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il SIGNORE». Natan rispose a Davide: «Il SIGNORE ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tuttavia, siccome facendo così tu hai dato ai nemici del SIGNORE ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa sua. Il SIGNORE colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra. Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro. Il settimo giorno il bambino morì; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato». Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto». Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del SIGNORE e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò. I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!» Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: “Chissà che il SIGNORE non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita?” Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare? Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!» Poi Davide consolò Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si unì a lei; lei partorì un figlio che chiamò Salomone. Il SIGNORE amò Salomone e mandò il profeta Natan che lo chiamò Iedidia, a motivo dell’amore che il SIGNORE gli portava. Ioab assediò Rabba dei figli di Ammon, s’impadronì della città reale e inviò dei messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabba e mi sono già impossessato della città delle acque. Raduna il rimanente del popolo, accampati contro la città, e prendila, perché altrimenti, se la conquisto io, porterà il mio nome». Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabba, l’assalì, la prese; tolse dalla testa del loro re la corona, che pesava un talento d’oro e conteneva pietre preziose, ed essa fu posta sulla testa di Davide. Egli riportò anche dalla città un bottino grandissimo. Fece uscire gli abitanti che erano nella città, li fece lavorare con seghe di ferro e scuri di ferro, e li mise a fabbricare mattoni. Così fece a tutte le città dei figli di Ammon. Poi Davide se ne tornò a Gerusalemme con tutto il popolo.
Secondo libro di Samuele 12:1-31 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Il Signore mandò *Natan da *Davide e Natan andò da lui e gli disse: «C'erano due uomini nella stessa città; uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnellina che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme ai figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Essa era per lui come una figlia. Un giorno arrivò un viaggiatore a casa dell'uomo ricco. Questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore che era capitato da lui; prese invece l'agnellina dell'uomo povero e la cucinò per colui che gli era venuto in casa». Davide si adirò moltissimo contro quell'uomo e disse a Natan: «Com'è vero che il Signore vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell'agnellina, per aver fatto una cosa simile e non aver avuto pietà». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Cosí dice il Signore, il Dio d'*Israele: “Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di *Saul, ti ho dato la casa del tuo signore e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda e, se questo era troppo poco, vi avrei aggiunto anche dell'altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere *Uria, l'Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di *Ammon. Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita”. Cosí dice il Signore: “Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole”». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai. Tuttavia, siccome facendo cosí tu hai dato ai nemici del Signore ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa sua. Il Signore colpí il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra. Gli *anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro. Il settimo giorno il bambino morí; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato». Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto». Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò. I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!» Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il Signore non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare? Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!» Poi Davide consolò *Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si uní a lei; lei partorí un figlio che chiamò *Salomone. Il Signore amò Salomone e mandò il *profeta Natan che lo chiamò Iedidia, a motivo dell'amore che il Signore gli portava. *Ioab assediò Rabba dei figli di Ammon, s'impadroní della città reale e inviò dei messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabba e mi sono già impossessato della città delle acque. Raduna il rimanente del popolo, accampati contro la città, e prendila, perché altrimenti, se la conquisto io, porterà il mio nome». Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabba, l'assalí, la prese; tolse dalla testa del loro re la corona, che pesava un *talento d'oro e conteneva pietre preziose, ed essa fu posta sulla testa di Davide. Egli riportò anche dalla città un bottino grandissimo. Fece uscire gli abitanti che erano nella città, li fece lavorare con seghe di ferro e scuri di ferro, e li mise a fabbricare mattoni. Cosí fece a tutte le città dei figli di Ammon. Poi Davide se ne tornò a *Gerusalemme con tutto il popolo.
Secondo libro di Samuele 12:1-31 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Il Signore mandò il profeta Natan da Davide. Natan andò e gli disse: — In una città vivevano due uomini, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva pecore e buoi in quantità. Il povero aveva soltanto una pecorella che aveva comprato e allevato con cura. La pecorella era cresciuta in casa insieme con lui e con i suoi figli. Egli le dava bocconi del suo pane, la faceva bere alla sua tazza, la teneva a dormire accanto a sé. Per lui era come una figlia. Un giorno, un ospite di passaggio giunse in casa dell'uomo ricco. Per preparargli il pranzo egli si guardò bene dal prendere una delle sue pecore o dei suoi buoi. Portò via la pecorella dal povero e la cucinò per l’ospite. Davide andò su tutte le furie contro quell’uomo: — Giuro per il Signore, — disse a Natan, — che un uomo che fa così merita la morte. Ha agito senza alcuna pietà: pagherà quattro volte tanto la pecora che ha rubato. — Quell’uomo sei tu, — gli disse Natan. E aggiunse: — Ascolta quel che ti dice il Signore Dio d'Israele: «Io ti ho consacrato re d'Israele e ti ho liberato dagli attacchi di Saul. Anzi, ho sottomesso a te la sua famiglia; ho messo nelle tue braccia le sue donne. Ti ho fatto diventare capo del popolo d'Israele e di Giuda. Se ciò non ti bastasse potrei darti altro ancora. Perché hai disprezzato il Signore e hai fatto il male? Tu hai fatto morire di spada Uria l’Ittita. Per prenderti in moglie la sua sposa, hai ucciso Uria con la spada degli Ammoniti. Poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la sposa di Uria l’Ittita, la tua famiglia sarà per sempre colpita da morti violente». Natan disse ancora: — Così dice il Signore: «Dalla tua stessa famiglia ti procurerò sventure; sotto i tuoi occhi prenderò le tue mogli e le darò a un altro che si unirà a loro alla luce del sole. Tu hai agito di nascosto, io invece agirò alla luce del sole, davanti a tutti gli Israeliti». Dopo queste parole Davide disse a Natan: — Ho peccato contro il Signore! — Il Signore perdona il tuo peccato, — rispose Natan. — Tu non morirai; tuttavia, poiché hai offeso gravemente il Signore, il bambino che ti è nato morirà. Dopo che Natan se ne fu andato, il Signore colpì con una grave malattia il bambino che la moglie di Uria aveva generato a Davide. Davide pregò per la vita del bambino: non mangiava nulla, e quando la sera si ritirava, si coricava per terra. I suoi servi più autorevoli lo pregavano di alzarsi da terra, ma egli rifiutava e non voleva neppure prendere un po’ di cibo con loro. Dopo una settimana il bambino morì. I servi non sapevano come dargli la notizia. Dicevano tra loro: «Non ascoltava i nostri consigli quando il bambino era in vita, se ora gli diciamo che è morto, potrebbe fare un gesto disperato». Davide si accorse che si consultavano tra loro e capì che il bambino era morto. — È morto? — domandò. — Sì, — gli risposero. Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si profumò e si cambiò gli abiti. Andò nel santuario del Signore a pregare, poi tornò a casa, ordinò il pranzo e mangiò. I servi gli domandarono: — Come mai, quando il bambino era vivo digiunavi e piangevi e ora che è morto ti sei risollevato e mangi? Non riusciamo a comprendere questo tuo modo di agire. — Finché il bambino era in vita, — rispose Davide, — digiunavo e piangevo pensando: «Chi sa! forse il Signore avrà pietà e lo farà guarire». Ora che è morto non ha più senso il mio digiuno: non potrò certo farlo tornare in vita. Io andrò un giorno da lui, ma lui non tornerà da me. Davide confortò sua moglie Betsabea. Si unì a lei ed ebbe un altro figlio che chiamò Salomone. Il Signore amò il bambino e lo fece sapere a Davide per mezzo del profeta Natan. Per questo al bambino fu dato anche il nome di Iedidià (Caro al Signore). Nel frattempo Ioab attaccò Rabbà, capitale degli Ammoniti e s’impadronì della residenza del re. Mandò messaggeri a Davide per annunziargli: «Mi sono impadronito della parte bassa della città di Rabbà. Raduna il resto dell'esercito e vieni a concludere l’assedio. Altrimenti, se termino io la conquista, la vittoria porterà il mio nome». Davide radunò l’esercito, partì per Rabbà, prese il comando della battaglia e conquistò la città. La statua del dio degli Ammoniti, Milcom, aveva una corona d'oro che pesava circa trentacinque chili e una pietra preziosa di gran pregio. Davide ne fece un ornamento per la sua corona. Inoltre portò via dalla città un immenso bottino. Deportò gli abitanti della città, li sottopose a lavori forzati con seghe, picconi e scuri di ferro e li mandò nelle fornaci a fabbricare mattoni. Allo stesso modo trattò le altre città degli Ammoniti; poi ritornò con tutto l’esercito a Gerusalemme.
Secondo libro di Samuele 12:1-31 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E IL Signore mandò Natan a Davide. Ed egli entrò da lui, e gli disse: Vi erano due uomini in una città, l'uno ricco, e l'altro povero. Il ricco avea del minuto e del grosso bestiame, in gran quantità; ma il povero non avea se non una sola piccola agnella, la quale egli avea comperata, e l'avea nudrita, ed ella era cresciuta con lui e coi suoi figliuoli, mangiando de' bocconi di esso, e bevendo nella sua coppa, e giacendogli in seno; e gli era a guisa di figliuola. Ora, essendo venuto a quell'uomo ricco un viandante in casa, egli risparmiò il suo grosso e minuto bestiame, e non ne prese per apparecchiarlo al viandante che gli era venuto in casa; ma prese l'agnella di quel povero uomo, e l'apparecchiò a colui che gli era venuto in casa. Allora Davide si accese grandemente nell'ira contro a quell'uomo, e disse a Natan: Come vive il Signore, colui che ha fatto questo ha meritata la morte; ed oltre a ciò, conviene che per quella agnella ne paghi quattro; per ammenda di ciò ch'egli ha commesso questo fatto, e ch'egli non ha risparmiata quell'agnella. Allora Natan disse a Davide: Tu sei quell'uomo. Così ha detto il Signore Iddio d'Israele: Io ti ho unto per re sopra Israele, ed io ti ho riscosso dalle mani di Saulle. E ti ho data la casa del tuo signore; ti ho anche date le donne del tuo signore in seno, e ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda; e se pure anche questo era poco, io ti avrei aggiunte tali e tali cose. Perchè hai sprezzata la parola del Signore, per far ciò che gli dispiace? tu hai fatto morire con la spada Uria Hitteo, e ti hai presa per moglie la sua moglie, e hai ucciso lui con la spada de' figliuoli di Ammon. Ora dunque, la spada non si dipartirà giammai in perpetuo dalla tua casa; perciocchè tu mi hai sprezzato, e ti hai presa per moglie la moglie di Uria Hitteo. Così ha detto il Signore: Ecco, io farò sorgere contro a te un male dalla tua casa stessa, e torrò le tue mogli davanti agli occhi tuoi, e le darò ad un tuo prossimo, il qual giacerà con loro al cospetto di questo sole. Perciocchè tu l'hai fatto in occulto, io farò questo davanti a tutto Israele, e davanti al sole. Allora Davide disse a Natan: Io ho peccato contro al Signore. E Natan disse a Davide: Il Signore altresì ha fatto passare il tuo peccato; tu non morrai. Ma pure, perciocchè con questo tu hai del tutto data cagione a' nemici del Signore di bestemmiarlo, il figliuolo che ti è nato per certo morrà. E Natan andò a casa sua. E il Signore percosse il fanciullo che la moglie di Uria avea partorito a Davide; ed egli infermò, fuor di speranza di guarigione. E Davide fece richiesta a Dio per lo fanciullo, e digiunò, e venne, e passò la notte giacendo in terra. E gli Anziani di casa sua gli fecero istanza, per farlo levar di terra; ma egli non volle, e non prese cibo con loro. Ed avvenne al settimo giorno che il fanciullo morì. Ed i servitori di Davide temevano di fargli assapere che il fanciullo era morto; perciocchè dicevano: Ecco, mentre il fanciullo era ancora in vita, noi gli parlammo, ed egli non porse orecchie al nostro dire; come dunque gli diremo noi: Il fanciullo è morto? onde egli si affliggerà. E Davide, veggendo che i suoi servitori bisbigliavano, si avvide che il fanciullo era morto; onde disse a' suoi servitori: Il fanciullo è egli morto? Ed essi gli dissero: Sì, egli è morto. Allora Davide si levò di terra, e si lavò, e s'unse, e mutò i suoi vestimenti, ed entrò nella Casa del Signore, e adorò; poi venne in casa sua, e chiese che gli fosse messa la tavola con le vivande, e mangiò. E i suoi servitori gli dissero: Che cosa è questo che tu hai fatto? tu hai digiunato, e pianto per lo fanciullo, mentre era ancora in vita; e quando egli è stato morto, tu ti sei levato, ed hai mangiato. Ed egli disse: Io ho digiunato e pianto, mentre il fanciullo era ancora in vita; perciocchè io diceva: Chi sa? forse il Signore mi farà grazia che il fanciullo viverà. Ma ora ch'egli è morto, perchè digiunerei io? potrei io farlo ancora tornare? io me ne vo a lui, ma egli non ritornerà a me. Poi Davide consolò Bat-seba, sua moglie; ed entrò da lei, e giacque con lei; ed ella partorì un figliuolo, al quale egli pose nome Salomone; e il Signore l'amò. Ed egli mandò il profeta Natan, che gli pose nome Iedidia, per cagione del Signore. Or Ioab, avendo combattuta Rabba dei figliuoli di Ammon, e presa la città reale, mandò de' messi a Davide, a dirgli: Io ho combattuta Rabba, e anche ho presa la città delle acque. Ora dunque aduna il rimanente del popolo, e metti campo contro alla città, e prendila; che talora, se io la prendessi, ella non fosse chiamata del mio nome. Davide adunque adunò tutto il popolo, ed andò a Rabba, e la combattè, e la prese. E prese la corona di Melcam d'in sul capo di esso; ed ella pesava un talento d'oro, e vi erano delle pietre preziose; e fu posta in sul capo di Davide. Egli trasse eziandio le spoglie della città, che furono in grandissima quantità. Egli trasse parimente fuori il popolo ch'era in essa, e lo pose sotto delle seghe, e sotto delle trebbie di ferro, e sotto delle scuri di ferro, e lo fece passare per fornaci da mattoni; e così fece a tutte le città de' figliuoli di Ammon. Poi Davide, con tutto il popolo, se ne ritornò in Gerusalemme.