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Secondo libro di Samuele 11:1-24

Secondo libro di Samuele 11:1-24 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

L’anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme. Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima. Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: «È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l’Ittita». Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua. La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta». Allora Davide fece dire a Ioab: «Mandami Uria, l’Ittita». Ioab mandò Uria da Davide. Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra. Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uria uscì dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del re. Ma Uria dormì alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua. Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?» Uria rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com’è vero che il SIGNORE vive e che anche tu vivi, io non farò questo!» Davide disse a Uria: «Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente. Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo lettuccio con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua. La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo di Uria. Nella lettera aveva scritto così: «Mandate Uria al fronte, dove più infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia». Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perì anche Uria, l’Ittita. Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutto quello che è successo nella battaglia, può darsi che il re vada in collera e ti dica: “Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura? Chi fu che uccise Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, in modo che morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?” Tu allora gli dirai: “Anche il tuo servo Uria, l’Ittita, è morto”». Il messaggero partì e, giunto, riferì a Davide tutto quello che Ioab lo aveva incaricato di dire. Il messaggero disse a Davide: «I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna, ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del re perirono, e Uria, l’Ittita, tuo servo, perì anche lui».

Secondo libro di Samuele 11:1-24 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

L'anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, *Davide mandò *Ioab con la sua gente e con tutto *Israele a devastare il paese dei figli di *Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a *Gerusalemme. Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla *terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima. Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: «È *Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di *Uria, l'Ittita». Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si uní a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua. La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta». Allora Davide fece dire a Ioab: «Mandami Uria, l'Ittita». Ioab mandò Uria da Davide. Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra. Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uria uscí dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del re. Ma Uria dormí alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua. Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?» Uria rispose a Davide: «L'*arca, Israele e *Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com'è vero che il Signore vive e che anche tu vivi, io non farò questo!» Davide disse a Uria: «Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire». Cosí Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente. Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscí per andarsene a dormire sul suo lettuccio con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua. La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo d'Uria. Nella lettera aveva scritto cosí: «Mandate Uria al fronte, dove piú infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia». Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perí anche Uria l'Ittita. Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia e diede al messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutto quello che è successo nella battaglia, può darsi che il re vada in collera e ti dica: “Perché vi siete avvicinati cosí alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura? Chi fu che uccise *Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di *macina dalle mura, in modo che morí a Tebes? Perché vi siete avvicinati cosí alle mura?” Tu allora gli dirai: “Anche il tuo servo Uria, l'Ittita, è morto”». Il messaggero partí e, giunto, riferí a Davide tutto quello che Ioab l'aveva incaricato di dire. Il messaggero disse a Davide: «I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi, e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del re perirono, e Uria, l'Ittita, tuo servo, perí anche lui».

Secondo libro di Samuele 11:1-24 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

L’anno dopo, nella stagione primaverile, quando i re iniziano le azioni di guerra, Davide mandò le sue guardie e tutti i soldati d'Israele, al comando di Ioab, a sgominare gli Ammoniti. Essi cominciarono l’assedio della città di Rabbà, mentre Davide rimase a Gerusalemme. Un giorno, verso sera, alzatosi dal letto, Davide andò a passeggiare sul terrazzo della reggia. Di lassù vide una donna che faceva il bagno. Era bellissima. Davide mandò a chiedere chi fosse e seppe che era Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l’ittita. Davide la mandò a prendere. Essa venne da lui ed egli ebbe rapporti sessuali con lei che aveva appena terminato i suoi riti di purificazione. Poi Betsabea tornò a casa sua. La donna rimase incinta e lo mandò a dire a Davide. Allora Davide mandò a Ioab l’ordine di far venire da lui, a Gerusalemme, Uria l’Ittita. Ioab ubbidì e Uria venne. Davide gli chiese se Ioab e l’esercito stavano bene e come andava la battaglia. Poi aggiunse: «Ora va’ a casa tua e goditi un po’ di riposo». Uria uscì dalla reggia e Davide gli fece portare un regalo. Ma Uria si fermò a dormire davanti alla porta della reggia, accanto agli uomini della guardia, e non andò a casa sua. Davide ne fu informato e chiese a Uria: — Hai fatto un lungo viaggio: perché non vai a casa tua? — In questi giorni, — rispose Uria a Davide, — l’arca e gli uomini d'Israele e di Giuda stanno sotto le tende; il mio comandante, Ioab, e le truppe della tua guardia stanno in aperta campagna. Come potrei andare a casa mia, pranzare e dormire con mia moglie? Per la tua vita ti giuro che non farò mai una cosa simile. — Bene, — rispose Davide; — per oggi rimani a Gerusalemme, domani ti rimanderò al campo. Uria rimase a Gerusalemme. Il giorno dopo Davide lo invitò a pranzo, lo fece bere e ubriacare. La sera, Uria andò a dormire sul suo giaciglio, accanto agli uomini della guardia; non entrò in casa sua. La mattina dopo Davide scrisse una lettera per Ioab e la consegnò a Uria. Nella lettera c’era quest’ordine: «Mettete Uria in prima linea, dove la mischia è più violenta. Poi lasciatelo solo in modo che sia colpito a morte». Ioab stava assediando la città di Rabbà. Allora mandò Uria in un punto dove sapeva che i nemici erano molto forti. Infatti uscirono dalla città alcuni uomini per un attacco contro le truppe di Ioab: alcuni soldati e ufficiali di Davide furono colpiti a morte e tra questi anche Uria l’Ittita. Ioab mandò a Davide un messaggero con il rapporto sulla battaglia e lo avvisò: «Tu racconterai al re com’è andata la battaglia. Può darsi che il re vada in collera e si metta a dire: “Perché vi siete avvicinati fin sotto le mura per combattere? Non sapevate che gli assediati colpiscono dall’alto delle mura? Non vi ricordate come, a Tebes, morì Abimèlec figlio di Ierub-Baal, perché una donna gli tirò addosso una pietra da mulino dall’alto delle mura? Perché siete andati fin sotto le mura?”. Se ti dirà cose simili, tu aggiungi. “È morto anche un tuo ufficiale, Uria l’Ittita”». Il messaggero riferì a Davide ogni cosa come gli aveva suggerito Ioab e gli spiegò: «I nemici erano molto più forti di noi e ci avevano spinti in aperta campagna, ma poi siamo riusciti a farli indietreggiare fino alla porta della città. In quel momento gli arcieri cominciarono a tirare frecce dall’alto delle mura e colpirono alcuni uomini della tua guardia. Anche Uria l’Ittita morì».

Secondo libro di Samuele 11:1-24 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR l'anno seguente, nel tempo che i re sogliono uscire alla guerra, Davide mandò Ioab, con la sua gente, e tutto Israele; ed essi diedero il guasto a' figliuoli di Ammon, e posero l'assedio a Rabba; ma Davide dimorò in Gerusalemme. Ed avvenne una sera, che Davide, levatosi d'in sul suo letto, e passeggiando sopra il tetto della casa reale, vide d'in sul tetto una donna che si lavava, la quale era bellissima d'aspetto. Ed egli mandò a domandar di quella donna; e gli fu detto: Non è costei Batseba, figliuola di Eliam, moglie di Uria Hitteo? E Davide mandò de' messi a torla. Ed ella venne a lui, ed egli si giacque con lei. Or ella si purificava della sua immondizia; poi ella ritornò a casa sua. E quella donna ingravidò; e mandò a farlo assapere a Davide, dicendo: Io son gravida. E Davide mandò a dire a Ioab: Mandami Uria Hitteo. E Ioab mandò Uria a Davide. E, quando Uria fu venuto a lui, Davide gli domandò del bene stare di Ioab, e del bene stare del popolo; e se la guerra andava bene. Poi Davide disse ad Uria: Scendi a casa tua, e lavati i piedi. Uria adunque uscì fuor della casa reale, e gli fu portato dietro un messo di vivande del re. Ma Uria giacque alla porta della casa del re, con tutti i servitori del suo signore, e non iscese a casa sua. E fu rapportato a Davide, che Uria non era sceso a casa sua. E Davide disse ad Uria: Non vieni tu di viaggio? perchè dunque non sei sceso a casa tua? Ed Uria disse a Davide: L'Arca, ed Israele, e Giuda, sono alloggiati in tende; e Ioab, mio signore, e i servitori del mio signore, sono accampati in su la campagna; ed io entrerei in casa mia, per mangiare e per bere, e per giacer con la mia moglie! Come tu vivi, e come l'anima tua vive, io non farò questa cosa. E Davide disse ad Uria: Stattene qui ancora oggi, e domani io ti accommiaterò. Uria adunque dimorò in Gerusalemme quel giorno, e il giorno seguente. E Davide l'invitò; ed egli mangiò e bevve in presenza di esso, ed egli l'inebbriò; ma pure in su la sera egli uscì fuori per giacer nel suo letto, co' servitori del suo signore, e non iscese a casa sua. E la mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab, e gliela mandò per Uria. E nella lettera scrisse in questa maniera: Ponete Uria dirincontro alla più aspra battaglia; poi ritraetevi indietro da lui, acciocchè egli sia percosso, e muoia. Ioab adunque, tenendo l'assedio alla città, pose Uria in un luogo dove sapeva che vi erano uomini di valore. E la gente della città uscì, e combattè contro a Ioab; ed alcuni del popolo, de' servitori di Davide, caddero morti; Uria Hitteo morì anch'esso. Allora Ioab mandò a fare assapere a Davide tutto ciò ch'era seguito in quella battaglia. E diede quest'ordine al messo: Quando tu avrai finito di raccontare al re tutto ciò ch'è seguito in questa battaglia, se il re monta in ira, e ti dice: Perchè vi siete accostati alla città per combattere? non sapete voi come si suol tirare d'in su le mura? Chi percosse Abimelec, figliuolo di Ierubbeset? non fu egli una donna, che gli gittò addosso un pezzo di macina d'in sul muro, onde egli morì a Tebes? perchè vi siete accostati al muro? Allora digli: Uria Hitteo, tuo servitore, è morto anch'esso. Il messo adunque andò; e, giunto, raccontò a Davide tutto ciò per che Ioab l'avea mandato. E disse a Davide: Essi aveano fatto uno sforzo contro a noi, ed erano usciti fuori a noi alla campagna, e noi li avevamo respinti infino all'entrata della porta. Allora gli arcieri saettarono contro a' tuoi servitori d'in sul muro; e alcuni de' servitori del re son morti; Uria Hitteo, tuo servitore, è morto anch'esso.