Secondo libro dei Re 19:1-19
Secondo libro dei Re 19:1-19 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Quando il re Ezechia ebbe udito questo, si stracciò le vesti, si coprì di un sacco ed entrò nella casa del SIGNORE. Mandò Eliachim, sovrintendente del palazzo, Sebna, il segretario, e i sacerdoti più anziani, coperti di sacchi, dal profeta Isaia, figlio di Amots. Essi gli dissero: «Così parla Ezechia: “Oggi è giorno d’angoscia, di castigo e di disonore; poiché i figli stanno per uscire dal grembo materno, però manca la forza per partorirli. Forse il SIGNORE, il tuo Dio, ha udito tutte le parole di Rabsachè, che il re d’Assiria, suo signore, ha mandato per insultare il Dio vivente; e forse il SIGNORE, tuo Dio, lo punirà per le parole che ha udite. Rivolgigli dunque una preghiera in favore del resto del popolo che rimane ancora”». I servi del re Ezechia andarono dunque da Isaia. E Isaia disse loro: «Così direte al vostro signore: “Così dice il SIGNORE: ‘Non temere per le parole che hai udite, con le quali i servi del re d’Assiria mi hanno insultato. Ecco, io metterò in lui uno spirito tale che, all’udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò morire di spada nel suo paese’”». Rabsachè tornò dal re d’Assiria e lo trovò che assediava Libna; poiché aveva saputo che il suo signore era partito da Lachis. Il re ricevette questa notizia concernente Tiraca, re d’Etiopia: «Egli si è mosso per farti guerra». Perciò inviò di nuovo dei messaggeri a Ezechia, con questo messaggio: «Dite così a Ezechia, re di Giuda: “Il tuo Dio, nel quale confidi, non t’inganni dicendo: ‘Gerusalemme non sarà data nelle mani del re d’Assiria’. Ecco, tu hai udito quello che i re d’Assiria hanno fatto a tutti i paesi, come li hanno distrutti; e riusciresti a scampare? Gli dèi delle nazioni che i miei padri distrussero, gli dèi di Gozan, di Caran, di Resef, dei figli di Eden che erano a Telassar, riuscirono forse a liberarle? Dove sono il re di Camat, il re di Arpad e il re della città di Sefarvaim, di Ena e d’Ivva?”». Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa del SIGNORE e la spiegò davanti al SIGNORE. Ezechia pregò davanti al SIGNORE dicendo: «SIGNORE, Dio d’Israele, che siedi sopra i cherubini, tu solo sei il Dio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. SIGNORE, porgi l’orecchio e ascolta! SIGNORE, apri gli occhi e guarda! Ascolta le parole che Sennacherib ha mandate per insultare il Dio vivente! È vero, SIGNORE; i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e i loro paesi, e hanno dato alle fiamme i loro dèi, perché quelli non erano dèi, erano opera di mano d’uomo: legno e pietra; li hanno distrutti. Ma ora, SIGNORE nostro Dio, salvaci, te ne supplico, dalla sua mano, affinché tutti i regni della terra riconoscano che tu solo, SIGNORE, sei Dio!»
Secondo libro dei Re 19:1-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Quando il re *Ezechia ebbe udito questo, si stracciò le vesti, si coprí di un sacco, ed entrò nella casa del Signore. Mandò Eliachim, sovrintendente del palazzo, Sebna, il segretario, e i *sacerdoti piú anziani, coperti di sacchi, dal *profeta *Isaia, figlio di Amots. Essi gli dissero: «Cosí parla Ezechia: Oggi è giorno d'angoscia, di castigo e di disonore; poiché i figli stanno per uscire dal grembo materno, però manca la forza per partorirli. Forse il Signore, il tuo Dio, ha udito tutte le parole di Rabsaché, che il re d'Assiria, suo signore, ha mandato per insultare il Dio vivente; e forse, il Signore, tuo Dio, lo punirà per le parole che ha udite. Rivolgigli dunque una preghiera in favore del resto del popolo che rimane ancora». I servi del re Ezechia andarono dunque da Isaia. E Isaia disse loro: «Cosí direte al vostro signore: “Cosí dice il Signore: Non temere per le parole che hai udite, con le quali i servi del re d'Assiria mi hanno insultato. Ecco, io metterò in lui uno spirito tale che, all'udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò morire di spada nel suo paese”». Rabsaché tornò dal re d'Assiria, e lo trovò che assediava Libna; poiché aveva saputo che il suo signore era partito da Lachis. Il re ricevette questa notizia concernente Tiraca, re d'Etiopia: «Egli si è mosso per farti guerra». Perciò inviò di nuovo dei messaggeri a Ezechia, con questo messaggio: «Dite cosí a Ezechia, re di *Giuda: Il tuo Dio, nel quale confidi, non t'inganni dicendo: “*Gerusalemme non sarà data nelle mani del re d'Assiria”. Ecco, tu hai udito quello che i re d'Assiria hanno fatto a tutti i paesi, come li hanno distrutti; e riusciresti a scampare? Gli dèi delle nazioni che i miei padri distrussero, gli dèi di Gozan, di Caran, di Resef, dei figli di Eden che erano a Telassar, riuscirono forse a liberarle? Dove sono il re di Camat, il re di Arpad, e il re della città di Sefarvaim, di Ena e d'Ivva?» Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salí alla casa del Signore, e la spiegò davanti al Signore. Ezechia pregò davanti al Signore dicendo: «Signore, Dio d'*Israele, che siedi sopra i *cherubini, tu solo sei il Dio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Signore, porgi l'orecchio, e ascolta! Signore, apri gli occhi, e guarda! Ascolta le parole che *Sennacherib ha mandate per insultare il Dio vivente! È vero, Signore; i re d'Assiria hanno devastato le nazioni e i loro paesi, e hanno dato alle fiamme i loro dèi; perché quelli non erano dèi; erano opera di mano d'uomo: legno e pietra; li hanno distrutti. Ma ora, Signore nostro Dio, salvaci, te ne supplico, dalla sua mano, affinché tutti i regni della terra riconoscano che tu solo, Signore, sei Dio!»
Secondo libro dei Re 19:1-19 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Quando il re Ezechia ebbe udite queste notizie, si strappò anche lui le vesti, indossò un abito di sacco e si recò al tempio. Poi mandò il capo del palazzo reale Eliakìm, il segretario Sebna e i sacerdoti più anziani dal profeta Isaia, figlio di Amoz. Anche loro si erano vestiti di sacco. Essi dissero a Isaia: «Ezechia ti manda a dire: Oggi è per noi una giornata di grande dolore, di castigo e di vergogna. Siamo come donne pronte a partorire ma troppo deboli per farlo. Il re d'Assiria ha mandato qui il suo luogotenente a insultare il Dio vivente. Spero che il Signore abbia udito le sue parole e lo punisca. Tu, Isaia, prega il Signore per quelli che finora sono scampati al re d'Assiria». Agli inviati di Ezechia che erano venuti da lui, il profeta Isaia disse: «Riferite al vostro re questo messaggio del Signore: Non avere paura di quel che hai udito, degli insulti che mi hanno rivolto gli ufficiali del re d'Assiria. Farò in modo che il re d'Assiria riceva una notizia tale da costringerlo a tornare al suo paese: laggiù verrà ucciso». Il luogotenente del re d'Assiria seppe che il suo re aveva lasciato Lachis per andare a combattere a Libna e lo raggiunse in questa località. Sennàcherib aveva avuto notizia che Tiraka, re d'Etiopia, era in marcia per combattere contro di lui. Allora mandò una seconda volta ambasciatori a Ezechia re di Giuda, con l’incarico di riferirgli questo messaggio: «Sta’ attento che il Dio in cui confidi non ti inganni, quando dice che Gerusalemme non cadrà nelle mie mani! Tu hai sentito quello che hanno fatto i re d'Assiria alle altre nazioni: sai che le hanno annientate! E tu dovresti salvarti? Quando i miei antenati hanno distrutto i popoli di Gozan, di Carran, di Resef e di Eden in Telassàr, i loro dèi non li hanno salvati. Pensa alla fine che hanno fatto i re di Camat, di Arpad, di Lair, di Sefarvàim, di Ena e di Ivva!». Ezechia prese la lettera dalle mani degli ambasciatori e la lesse. Poi si recò al tempio e srotolò la lettera davanti al Signore e gli rivolse questa preghiera: «Signore, Dio d'Israele, tu che siedi in trono fra i cherubini, tu sei l’unico Dio per tutte le nazioni della terra! Tu hai creato il cielo e la terra! Tendi l’orecchio, Signore, e ascolta. Aprì gli occhi, Signore, e guarda. Ascolta le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare te, il Dio vivente. È vero, Signore, che i re d'Assiria hanno distrutto molte nazioni e i loro territori e hanno bruciato i loro dèi. Ma questi non erano divinità, erano semplici pezzi di legno e di pietra, fatti dagli uomini, e così gli Assiri hanno potuto distruggerli. Ma ora, Signore, nostro Dio, liberaci dall’attacco di Sennàcherib, e tutti i popoli della terra riconosceranno che soltanto tu, Signore, sei Dio!».
Secondo libro dei Re 19:1-19 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E QUANDO il re Ezechia ebbe intese queste cose, stracciò i suoi vestimenti, e si coprì di un sacco, ed entrò nella Casa del Signore. E mandò Eliachim, mastro del palazzo, e Sebna, segretario, e i più vecchi de' sacerdoti, coperti di sacchi, al profeta Isaia, figliuolo di Amos. Ed essi gli dissero: Così ha detto Ezechia: Questo è un giorno d'angoscia, e di rimprovero, e di bestemmia; perciocchè i figliuoli son venuti fino all'apritura della matrice, ma non vi è forza da partorire. Forse che il Signore Iddio tuo avrà intese tutte le parole di Rab-sache, il quale il re degli Assiri, suo signore, ha mandato, per oltraggiar l'Iddio vivente, e per fargli rimprovero, con le parole che il Signore Iddio tuo ha udite; perciò mettiti a fare orazione per lo rimanente che si ritrova. I servitori adunque del re Ezechia vennero ad Isaia. Ed Isaia disse loro: Dite così al vostro signore: Così ha detto il Signore: Non temere per le parole che tu hai udite, con le quali i servitori del re degli Assiri mi hanno oltraggiato. Ecco, io di presente metterò un tale spirito in lui, che, intendendo un certo grido, egli ritornerà al suo paese, ed io lo farò cadere per la spada nel suo paese. Or Rab-sache, essendosene ritornato, e andato a trovare il re degli Assiri, che combatteva Libna (perciocchè egli avea inteso ch'egli si era partito di Lachis), esso ebbe novelle di Tirhaca, re di Etiopia, che dicevano: Ecco, egli è uscito per darti battaglia. Ed avendo ciò udito, mandò di nuovo messi ad Ezechia, dicendo: Dite così ad Ezechia, re di Giuda: Il tuo Dio nel qual tu ti confidi, non t'inganni, dicendo: Gerusalemme non sarà data in mano del re degli Assiri. Ecco, tu hai inteso quello che i re degli Assiri hanno fatto a tutti i paesi, distruggendoli; e tu scamperesti? Gl'iddii delle genti, che i miei padri distrussero, di Gozan, e di Haran, e di Resef, e de' figliuoli di Eden, che sono in Telasar, le hanno essi liberate? Dov'è il re di Hamat, e il re di Arpad, e il re della città di Sefarvaim, di Hena e d'Ivva? Quando Ezechia ebbe ricevute quelle lettere, per mano di que' messi, e le ebbe lette, egli salì alla Casa del Signore, e le spiegò nel cospetto del Signore; e fece orazione davanti al Signore, e disse: O Signore Iddio d'Israele, che siedi sopra i Cherubini, tu solo sei l'Iddio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. O Signore, inchina il tuo orecchio, e odi; o Signore, apri gli occhi tuoi e vedi; ed ascolta le parole di Sennacherib, il quale ha mandato questo, per oltraggiare l'Iddio vivente. Egli è vero, Signore, che i re degli Assiri hanno distrutte quelle genti ed i lor paesi; ed hanno gittati nel fuoco gl'iddii loro; perciocchè essi non erano dii, ma opera di mani d'uomini, pietra e legno; perciò li hanno distrutti. Ma ora, o Signore Iddio nostro, liberaci, ti prego, dalla sua mano, acciocchè tutti i regni della terra conoscano che tu solo Signore, sei Dio.