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Seconda lettera ai Corinzi 1:1-11

Seconda lettera ai Corinzi 1:1-11 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l’Acaia: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all’afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati grandemente oppressi, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio, che risuscita i morti. Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora. Cooperate anche voi con la preghiera, affinché per il favore divino che noi otterremo per mezzo della preghiera di molte persone siano rese grazie da molti per noi.

Seconda lettera ai Corinzi 1:1-11 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Paolo, *apostolo di Cristo Gesú per volontà di Dio, e il fratello *Timoteo, alla chiesa di Dio che è in *Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l'Acaia, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesú Cristo. Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesú Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, cosí, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. Fratelli, non vogliamo che ignoriate riguardo all'afflizione che ci colse in *Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti. Egli ci ha liberati e ci libererà [da un cosí gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà] ancora. Cooperate anche voi con la preghiera, affinché per il favore divino che noi otterremo per mezzo della preghiera di molte persone, siano rese grazie da molti per noi.

Seconda lettera ai Corinzi 1:1-11 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Paolo, *apostolo di Gesù *Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo scrivono alla chiesa di Dio che si trova in Corinto e a tutti quelli che in Grecia appartengono a Dio. Dio, nostro Padre, e il Signore Gesù Cristo diano a voi grazia e pace. Lodiamo Dio, Padre di Gesù Cristo, nostro Signore! Il Padre che ha compassione di noi, il Dio che ci consola. Egli ci consola in tutte le nostre sofferenze, perché anche a noi sia possibile consolare tutti quelli che soffrono, portando quelle stesse consolazioni che egli ci dà. Perché, se molto ci tocca soffrire con Cristo, molto siamo da lui consolati. Se soffriamo, è perché voi riceviate quella consolazione che vi renderà forti nel sopportare le stesse avversità che anche noi sopportiamo. Questa nostra speranza è ben fondata, perché sappiamo che condividete non solo le nostre sofferenze ma anche le nostre consolazioni. Dovete sapere, fratelli, che in Asia ho dovuto sopportare sofferenze grandissime addirittura superiori alle mie forze. Temevo di non potere sopravvivere. Mi sentivo già un condannato a morte. Dio ha voluto così, per insegnarmi a mettere la mia fiducia non in me stesso ma in colui che dà vita ai morti. Egli mi ha liberato da un grande pericolo di morte, e mi libererà ancora. Sì! Sono sicuro che mi libererà ancora con l’aiuto delle vostre preghiere. Dio risponderà alle preghiere che molti faranno per me. Così, molti lo ringrazieranno per avermi liberato.

Seconda lettera ai Corinzi 1:1-11 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio; e il fratello Timoteo; alla chiesa di Dio, ch'è in Corinto, con tutti i santi, che sono in tutta l'Acaia; grazia, e pace a voi, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. BENEDETTO sia Iddio, e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il Padre delle misericordie, e l'Iddio d'ogni consolazione, il qual ci consola in ogni nostra afflizione; acciocchè, per la consolazione, con la quale noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolar coloro che sono in qualunque afflizione. Perciocchè, come le sofferenze di Cristo abbondano in noi, così ancora per Cristo abbonda la nostra consolazione. Ora, sia che siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione e salute; sia che altresì siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione, la quale opera efficiacemente nel vostro sostenere le medesime sofferenze, le quali ancora noi patiamo. E la nostra speranza di voi è ferma, sapendo che come siete partecipi delle sofferenze, così ancora sarete partecipi della consolazione. Perciocchè, fratelli, non vogliamo che ignoriate la nostra afflizione, che ci è avvenuta in Asia: come siamo stati sommamente gravati sopra le nostre forze; talchè siamo stati in gran dubbio, eziandio della vita. Anzi avevamo già in noi stessi la sentenza della morte; acciocchè noi non ci confidiamo in noi stessi, ma in Dio, il qual risuscita i morti; il qual ci ha liberati, e libera da un sì gran pericolo di morte; nel quale speriamo che ancora per l'avvenire ce ne libererà; sovvenendoci ancora voi congiuntamente con l'orazione; acciocchè del beneficio che ci sarà avvenuto per l'orazione di molte persone, grazie sieno rese da molti per noi.