Secondo libro delle Cronache 25:1-8
Secondo libro delle Cronache 25:1-8 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Amasia aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Ieoaddan ed era di Gerusalemme. Egli fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, ma non di tutto cuore. Quando il regno fu bene assicurato nelle sue mani, egli fece morire quei suoi servitori che avevano ucciso il re, suo padre. Ma non fece morire i loro figli, conformandosi a quanto è scritto nella legge, nel libro di Mosè, dove il SIGNORE ha dato questo comandamento: «Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato». Poi Amasia radunò quelli di Giuda e li distribuì secondo le loro case patriarcali sotto i capi di migliaia e sotto i capi di centinaia, per tutto Giuda e Beniamino; ne fece il censimento dall’età di vent’anni in su, e trovò trecentomila uomini scelti, abili alla guerra e capaci di maneggiare la lancia e lo scudo. Assoldò anche centomila uomini d’Israele, forti e valorosi, per cento talenti d’argento. Ma un uomo di Dio venne da lui e gli disse: «O re, l’esercito d’Israele non vada con te, poiché il SIGNORE non è con Israele, con tutti questi figli di Efraim! Ma, se vuoi andare, compòrtati pure valorosamente nella battaglia, ma Dio ti abbatterà davanti al nemico; perché Dio ha il potere di soccorrere e di abbattere».
Secondo libro delle Cronache 25:1-8 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Amasia aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove anni a *Gerusalemme. Sua madre si chiamava Ieoaddan ed era di Gerusalemme. Egli fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, ma non di tutto cuore. Quando il regno fu bene assicurato nelle sue mani, egli fece morire quei suoi servitori che avevano ucciso il re suo padre. Ma non fece morire i loro figli, conformandosi a quanto è scritto nella legge, nel libro di *Mosè, dove il Signore ha dato questo comandamento: «Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato». Poi Amasia radunò quelli di *Giuda, e li distribuí secondo le loro case patriarcali sotto i capi di migliaia e sotto i capi di centinaia, per tutto Giuda e *Beniamino; ne fece il censimento dall'età di vent'anni in su, e trovò trecentomila uomini scelti, abili alla guerra e capaci di maneggiare la lancia e lo scudo. Assoldò anche centomila uomini d'*Israele, forti e valorosi, per cento *talenti d'argento. Ma un uomo di Dio venne da lui, e gli disse: «O re, l'esercito d'Israele non vada con te, poiché il Signore non è con Israele, con tutti questi figli d'*Efraim! Ma, se vuoi andare, compòrtati pure valorosamente nella battaglia, ma Dio ti abbatterà davanti al nemico; perché Dio ha il potere di soccorrere e di abbattere».
Secondo libro delle Cronache 25:1-8 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Amasia divenne re all’età di venticinque anni e regnò a Gerusalemme ventinove anni. Sua madre si chiamava Ioaddàn ed era di Gerusalemme. Egli ubbidì alla volontà del Signore, ma senza convinzione. Quando il suo potere si fu consolidato fece uccidere i ministri che avevano assassinato suo padre. Ma non fece uccidere i loro figli, perché nella legge contenuta nel libro di Mosè è scritto questo comando del Signore: «I genitori non perderanno la vita per i delitti commessi dai figli, né i figli per i delitti dei genitori. Una persona può essere punita a morte solo per le proprie colpe». Il re Amasia organizzò gli uomini delle tribù di Giuda e Beniamino secondo le loro famiglie. Formò unità militari di mille e di cento soldati, ognuna con il suo comandante. Fece il censimento degli uomini al di sopra dei vent’anni: risultarono trecentomila uomini in grado di combattere con lancia e scudo. Oltre a questi egli assoldò centomila valorosi soldati che abitavano nel regno del nord. Gli costarono circa tre tonnellate e mezzo d'argento. Ma un profeta andò da lui e gli disse: — Non prendere con te l’esercito del regno d'Israele, perché il Signore non è con i discendenti di Èfraim, egli è contro quel regno. Tu pensi, con l’aiuto di questi, di essere il più forte in battaglia, ma è il Signore che dà la vittoria o la sconfitta. Questa volta egli ti farà cadere davanti al nemico.
Secondo libro delle Cronache 25:1-8 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
AMASIA, essendo d'età di venticinque anni, cominciò a regnare, e regnò ventinove anni in Gerusalemme. E il nome di sua madre era Ioaddan, da Gerusalemme. Ed egli fece ciò che piace al Signore, non però di cuore intiero. Ora, come egli fu ben fermo nel regno, egli uccise i suoi servitori che aveano percosso il re, suo padre. Ma non fece morire i lor figliuoli; anzi fece come è scritto nella Legge, nel libro di Mosè, nel quale il Signore ha comandato che i padri non muoiano per li figliuoli, nè i figliuoli per li padri; anzi, che ciascuno muoia per lo suo proprio peccato. Poi Amasia adunò que' di Giuda; e di quelli costituì, secondo le lor famiglie paterne, capi di migliaia, e capi di centinaia, per tutto Giuda e Beniamino; e li annoverò dall'età di vent'anni in su: e trovò ch'erano trecentomila uomini di guerra scelti, che portavano lancia e scudo. Soldò, oltre a ciò, d'Israele centomila uomini di valore, con cento talenti d'argento. Ma un uomo di Dio venne a lui, dicendo: O re, l'esercito d'Israele non vada teco; perciocchè il Signore non è con Israele, nè con tutti i figliuoli di Efraim. Altrimenti, va' pure, e portati valorosamente nella battaglia; Iddio ti farà cadere davanti al nemico; perciocchè Iddio ha il potere di soccorrere, e di far cadere.