Primo libro di Samuele 22:2-23
Primo libro di Samuele 22:2-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti, si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo. Così ebbe con sé circa quattrocento uomini. Di là Davide andò a Mispa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti che mio padre e mia madre vengano a stare da voi, fino a quando io sappia quello che Dio farà di me». Egli dunque li condusse davanti al re di Moab ed essi rimasero con lui tutto il tempo che Davide fu nella sua fortezza. Il profeta Gad disse a Davide: «Non stare più in questa fortezza; parti e va’ nel paese di Giuda». Davide allora partì, e giunse nella foresta di Cheret. Saul seppe che Davide e gli uomini che erano con lui erano stati visti. Saul si trovava allora a Ghibea, seduto sotto la tamerice che è sull’altura; aveva in mano la lancia, e tutti i suoi servitori gli stavano intorno. Saul disse ai servitori che gli stavano intorno: «Ascoltate ora, Beniaminiti! Il figlio d’Isai darà forse a voi tutti campi e vigne? Farà egli di tutti voi dei capi di migliaia e dei capi di centinaia? Perché allora avete tutti congiurato contro di me e non c’è nessuno che mi abbia informato dell’alleanza che mio figlio ha fatta con il figlio d’Isai? Non c’è nessuno di voi che mi compianga e m’informi che mio figlio ha sollevato contro di me il mio servo perché mi tenda insidie come fa oggi?» E Doeg, l’Idumeo, che si trovava tra i servitori di Saul, rispose e disse: «Io ho visto il figlio d’Isai giungere a Nob da Aimelec, figlio di Aitub, il quale consultò il SIGNORE per lui, gli diede dei viveri e gli diede la spada di Goliat il Filisteo». Allora il re mandò a chiamare il sacerdote Aimelec, figlio di Aitub, e tutta la famiglia di suo padre, vale a dire i sacerdoti che erano a Nob. Tutti vennero dal re. Saul disse: «Ora ascolta, figlio di Aitub!» Ed egli rispose: «Eccomi, mio signore!» E Saul gli disse: «Perché tu e il figlio d’Isai avete congiurato contro di me? Perché gli hai dato del pane e una spada e hai consultato Dio per lui affinché insorga contro di me e mi tenda insidie come fa oggi?» Allora Aimelec rispose al re e disse: «Chi mai fra tutti i tuoi servi è fedele come Davide, genero del re, pronto al tuo comando e onorato nella tua casa? Ho forse cominciato oggi a consultare Dio per lui? Lungi da me il pensiero di tradirti! Non attribuisca il re nulla di simile al suo servo o a tutta la famiglia di mio padre, perché il tuo servo non sa cosa alcuna, piccola o grande, di tutto questo». Il re disse: «Tu morirai senz’altro, Aimelec, tu con tutta la famiglia di tuo padre!» Il re disse alle guardie che gli stavano intorno: «Avanzate e uccidete i sacerdoti del SIGNORE, perché anche loro sono d’accordo con Davide; sapevano che egli era fuggito e non mi hanno informato». Ma i servitori del re non vollero mettere le mani addosso ai sacerdoti del SIGNORE. Il re disse a Doeg: «Fatti avanti tu e uccidi i sacerdoti!» Doeg, l’Idumeo, si fece avanti, si avventò addosso ai sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l’efod di lino. Saul passò a fil di spada anche Nob, la città dei sacerdoti: uomini, donne, bambini, lattanti, buoi, asini e pecore; passò tutti a fil di spada. Tuttavia uno dei figli di Aimelec, figlio di Aitub, di nome Abiatar, scampò e si rifugiò presso Davide. Abiatar riferì a Davide che Saul aveva ucciso i sacerdoti del SIGNORE. Davide disse ad Abiatar: «Io sapevo bene, quel giorno, che Doeg l’Idumeo era là, che egli avrebbe senza dubbio avvertito Saul; io sono la causa della morte di tutte le persone della famiglia di tuo padre. Resta con me, non temere; chi cerca la mia vita cerca la tua; con me sarai al sicuro».
Primo libro di Samuele 22:2-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti, si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo. Cosí ebbe con sé circa quattrocento uomini. Di là Davide andò a Mispa di *Moab e disse al re di Moab: «Permetti che mio padre e mia madre vengano a stare da voi, fino a quando io sappia quello che Dio farà di me». Egli dunque li condusse davanti al re di Moab ed essi rimasero con lui tutto il tempo che Davide fu nella sua fortezza. Il *profeta *Gad disse a Davide: «Non stare piú in questa fortezza; parti e va' nel paese di *Giuda». Davide allora partí, e giunse nella foresta di Cheret. *Saul seppe che Davide e gli uomini che erano con lui erano stati visti. Saul si trovava allora a Ghibea, seduto sotto la tamerice che è sull'altura; aveva in mano la lancia, e tutti i suoi servitori gli stavano intorno. Saul disse ai servitori che gli stavano intorno: «Ascoltate ora, *Beniaminiti! Il figlio d'*Isai darà forse a voi tutti campi e vigne? Farà egli di tutti voi dei capi di migliaia e dei capi di centinaia? Perché allora avete tutti congiurato contro di me e non c'è nessuno che mi abbia informato dell'alleanza che mio figlio ha fatta con il figlio d'Isai? Non c'è nessuno di voi che mi compianga e m'informi che mio figlio ha sollevato contro di me il mio servo perché mi tenda insidie come fa oggi?» E Doeg, l'*Idumeo, che si trovava tra i servitori di Saul, rispose e disse: «Io ho visto il figlio d'Isai giungere a Nob da Achimelec, figlio di Achitub, il quale consultò il Signore per lui, gli diede dei viveri, e gli diede la spada di Goliat il *Filisteo». Allora il re mandò a chiamare il *sacerdote Achimelec, figlio di Achitub, e tutta la famiglia di suo padre, vale a dire i sacerdoti che erano a Nob. Tutti vennero dal re. Saul disse: «Ora ascolta, figlio di Achitub!» Ed egli rispose: «Eccomi, mio signore!» E Saul gli disse: «Perché tu e il figlio d'Isai avete congiurato contro di me? Perché gli hai dato del pane e una spada e hai consultato Dio per lui affinché insorga contro di me e mi tenda insidie come fa oggi?» Allora Achimelec rispose al re, e disse: «Chi mai, fra tutti i tuoi servi, è fedele come Davide, genero del re, pronto al tuo comando e onorato nella tua casa? Ho forse cominciato oggi a consultare Dio per lui? Lungi da me il pensiero di tradirti! Non attribuisca il re nulla di simile al suo servo o a tutta la famiglia di mio padre; perché il tuo servo non sa cosa alcuna, piccola o grande, di tutto questo». Il re disse: «Tu morirai senz'altro, Achimelec, tu con tutta la famiglia di tuo padre!» Il re disse alle guardie che gli stavano intorno: «Avanzate e uccidete i sacerdoti del Signore, perché anche loro sono d'accordo con Davide; sapevano che egli era fuggito, e non mi hanno informato». Ma i servitori del re non vollero mettere le mani addosso ai sacerdoti del Signore. Il re disse a Doeg: «Fatti avanti tu, e uccidi i sacerdoti!» Doeg, l'Idumeo, si fece avanti, si avventò addosso ai sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l'*efod di lino. Saul passò a fil di spada anche Nob, la città dei sacerdoti: uomini, donne, bambini, lattanti, buoi, asini e pecore; passò tutti a fil di spada. Tuttavia uno dei figli di Achimelec, figlio di Achitub, di nome *Abiatar, scampò e si rifugiò presso Davide. Abiatar riferí a Davide che Saul aveva ucciso i sacerdoti del Signore. Davide disse ad Abiatar: «Io sapevo bene, quel giorno, che Doeg l'Idumeo era là, che egli avrebbe senza dubbio avvertito Saul; io sono la causa della morte di tutte le persone della famiglia di tuo padre. Resta con me, non temere; chi cerca la mia vita cerca la tua; con me sarai al sicuro».
Primo libro di Samuele 22:2-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Circa altre quattrocento persone oppresse, indebitate o scontente si rifugiarono presso di lui, e Davide si mise a capo di loro. Da Adullàm Davide andò a Mispa nel paese di Moab, e chiese al re di Moab: «Permetti a mio padre e a mia madre di stabilirsi qui fino a quando saprò che cosa Dio farà di me». Così Davide affidò i suoi genitori al re di Moab, ed essi abitarono con lui finché Davide rimase nel suo nascondiglio. Un giorno, il profeta Gad disse a Davide: «Non restare in questo nascondiglio, va’ nel territorio di Giuda». Davide partì e si recò nella foresta di Cheret. Saul fu informato che Davide e i suoi uomini erano stati visti. Un giorno Saul si trovava a Gàbaa sulla collina, sotto un grande albero con tutti i suoi ufficiali. Egli teneva in mano la lancia e disse: «Voi che state attorno a me, uomini della tribù di Beniamino, ascoltatemi! Pensate che quel figlio di Iesse vi darà campi e vigne? Pensate che quel Davide vi metterà a capo di unità militari di mille e di cento soldati? E allora, perché complottate contro di me? Nessuno di voi mi ha avvertito che mio figlio ha fatto un patto con quel figlio di Iesse, nessuno di voi si è preoccupato di me e nessuno mi ha fatto sapere che in questo momento mio figlio ha spinto Davide, un mio servitore, a complottare contro di me». Tra gli ufficiali di Saul si trovava Doeg l’Edomita, che intervenne: «Un giorno, — disse, — ho visto il figlio di Iesse a Nob, presso il sacerdote Achimèlec figlio di Achitùb. Achimèlec ha interrogato il Signore per conoscere la volontà su Davide, poi gli ha dato da mangiare e gli ha consegnato la spada di Golia il Filisteo». Il re Saul mandò a prendere il sacerdote Achimèlec figlio di Achitùb e tutti i suoi parenti sacerdoti a Nob. Essi vennero a presentarsi al re, e Saul disse: — Figlio di Achitùb, ascoltami bene! — Sì, mio re, — rispose. — Perché tu e il figlio di Iesse avete complottato contro di me? — riprese Saul. — Tu gli hai dato del pane e una spada; hai anche interrogato Dio per spingere quell’uomo a sollevarsi contro di me e ora ad attentare alla mia vita. Achimèlec rispose al re: — Ma Davide non è l’ufficiale più fedele al re? È tuo genero, è il capo della tua guardia del corpo, è la persona più importante al tuo seguito. Non è la prima volta che interrogo il Signore per lui. Non sia mai che io, tuo servitore, e la mia famiglia pensiamo a un complotto. Di questa faccenda io non so niente. Gli rispose il re: — Sei condannato a morte, Achimèlec, tu e la tua famiglia. Saul ordinò alle guardie che stavano al suo fianco: — Circondateli e uccideteli! Questi sacerdoti del Signore sono d'accordo con Davide: sapevano che Davide fuggiva e non mi hanno avvisato. Ma gli ufficiali di Saul si rifiutarono di colpire con le loro mani i sacerdoti del Signore. Allora Saul si rivolse a Doeg, l’Edomita: — Va’ tu, e colpisci quei sacerdoti! Doeg si fece avanti e colpì a morte i sacerdoti. Uccise in quel giorno ottantacinque uomini rivestiti dell'efod sacerdotale. A Nob, la città di quei sacerdoti, Saul fece uccidere uomini e donne, bambini e lattanti, e anche buoi, asini e pecore. Si salvò soltanto Ebiatàr, figlio del sacerdote Achimèlec e nipote di Achitùb. Egli fuggì e raggiunse Davide. Gli raccontò che Saul aveva ucciso i sacerdoti del Signore. Davide disse a Ebiatàr: «Quel giorno Doeg, l’Edomita, era presente: dovevo saperlo che avrebbe riferito tutto a Saul. Così sono stato la causa della morte della tua famiglia. Ora rimani con me e non aver paura: il tuo nemico è anche il mio e tu sei sotto la mia protezione».
Primo libro di Samuele 22:2-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E tutte le persone ch'erano in distretta, ed indebitate, e ch'erano in amaritudine d'animo, si adunarono appresso di lui, ed egli fu lor capitano; e si trovarono con lui intorno a quattrocent'uomini. E di là Davide andò in Mispa di Moab; e disse al re di Moab: Deh! lascia che mio padre, e mia madre, vadano e vengano fra voi, finchè io sappia ciò che Iddio farà di me. Egli adunque li menò davanti al re di Moab; ed essi dimorarono con lui tutto il tempo che Davide fu in quella fortezza. Or il profeta Gad disse a Davide: Non dimorare in questa fortezza; vattene, ed entra nel paese di Giuda. Davide adunque si partì di là, e se ne venne nella selva di Heret. E SAULLE intese che Davide, con la sua gente, era stato riconosciuto. Or Saulle sedeva in Ghibea, sotto al bosco di diletto, ch'è in Rama, avendo la sua lancia in mano, e tutti i suoi servitori gli stavano d'intorno. E Saulle disse a' suoi servitori che gli stavano d'intorno: Deh! ascoltate, uomini Beniaminiti: Il figliuolo d'Isai vi darà egli pure a tutti de' campi e delle vigne? vi costituirà egli tutti capitani di migliaia, e capitani di centinaia? Conciossiachè vi siate tutti congiurati contro a me, e non vi sia alcuno che mi abbia fatto motto come il mio figliuolo ha fatto lega col figliuolo d'Isai; e non vi sia alcun di voi a cui dolga di me, e che mi scopra cosa alcuna; perciocchè il mio figliuolo ha fatto levare contro a me il mio servitore, acciocchè egli m'insidii, come egli fa oggi. Allora Doeg Idumeo, il quale era costituito sopra i servitori di Saulle, rispose, e disse: Io vidi il figliuolo d'Isai ch'era venuto in Nob, ad Ahimelec, figliuolo di Ahitub; il quale domandò il Signore per lui, e gli diè della vittuaglia, e anche gli diede la spada di Goliat Filisteo. Allora il re mandò a chiamare Ahimelec, figliuolo di Ahitub, sacerdote, e tutta la famiglia del padre di esso, cioè: i sacerdoti ch'erano in Nob. Ed essi tutti vennero al re. E Saulle disse: Ascolta ora, figliuolo di Ahitub. Ed Ahimelec rispose: Eccomi, signor mio. E Saulle disse: Perchè vi siete congiurati contro a me, tu e il figliuolo d'Isai? conciossiachè tu gli abbi dato del pane ed una spada, ed abbia domandato Iddio per lui, acciocchè egli si levi contro a me, per pormi insidie, come egli fa oggi. Ed Ahimelec rispose al re, e disse: E chi è, fra tutti i tuoi servitori, pari a Davide, leale, e genero del re, e che va e viene secondo che tu gli comandi, ed è onorato in casa tua? Ho io cominciato oggi a domandare Iddio per lui? tolga ciò Iddio da me; non apponga il re cosa alcuna al suo servitore, nè a tutta la famiglia di mio padre; perciocchè il tuo servitore non sa cosa alcuna, nè piccola nè grande, di tutto questo. E il re disse: Per certo tu morrai, Ahimelec, insieme con tutta la famiglia di tuo padre. E il re disse a' sergenti che gli stavano d'intorno: Volgetevi, ed uccidete i sacerdoti del Signore; perciocchè anch'essi tengono mano con Davide; ed avendo saputo ch'egli fuggiva, non me l'hanno fatto sapere. Ma i servitori del re non vollero metter le mani ad avventarsi sopra i sacerdoti del Signore. E il re disse a Doeg: Volgiti tu, ed avventati sopra questi sacerdoti. E Doeg Idumeo, rivoltosi, si avventò sopra i sacerdoti, ed uccise in quel dì ottantacinque uomini che portavano l'Efod di lino. Poi Saulle percosse Nob, città de' sacerdoti, mettendo a fil di spada uomini e donne, fanciulli e bambini di poppa; mise eziandio a fil di spada buoi, asini e pecore. Ma pure uno de' figliuoli di Ahimelec, figliuolo di Ahitub, il cui nome era Ebiatar, scampò, e se ne fuggì dietro a Davide. Ed Ebiatar rapportò a Davide come Saulle avea uccisi i sacerdoti del Signore. E Davide disse ad Ebiatar: Io pensai bene in quel dì, che, essendo quivi Doeg Idumeo, egli per certo rapporterebbe il fatto a Saulle; io sono stato cagione della morte di tutti quelli della famiglia di tuo padre. Dimora meco, non temere; chi cercherà di tormi la vita, cercherà ancora di torla a te: perciocchè tu sarai in buona guardia appresso di me.