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Primo libro di Samuele 14:1-46

Primo libro di Samuele 14:1-46 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Un giorno Gionatan, figlio di Saul, disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione dei Filistei che è là dall’altra parte». Però a suo padre non disse nulla. Saul stava allora all’estremità di Ghibea, sotto il melograno di Migron, e la gente che aveva con sé ammontava a circa seicento uomini; e Aia, figlio di Aitub, fratello di Icabod, figlio di Fineas, figlio di Eli, sacerdote del SIGNORE a Silo, portava l’efod. Il popolo non sapeva che Gionatan se ne fosse andato. Fra i passi attraverso i quali Gionatan cercava di arrivare alla guarnigione dei Filistei, c’era una punta rocciosa da una parte e una punta rocciosa dall’altra parte: una si chiamava Boses e l’altra Sené. Una di queste punte sorgeva a nord, di fronte a Micmas, e l’altra a mezzogiorno, di fronte a Gheba. Gionatan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione di questi incirconcisi; forse il SIGNORE agirà in nostro favore, poiché nulla può impedire al SIGNORE di salvare con molta o con poca gente». Il suo scudiero gli rispose: «Fa’ tutto quello che ti sta nel cuore; va’ pure; ecco, io sono con te dove il cuore ti conduce». Allora Gionatan disse: «Ecco, noi andremo verso quella gente e ci faremo vedere da loro. Se ci dicono: “Fermatevi, finché veniamo da voi!”, ci fermeremo al nostro posto e non saliremo fino a loro; ma se ci dicono: “Venite su da noi!”, saliremo, perché il SIGNORE ha deciso di darli nelle nostre mani. Questo ci servirà di segno». Così si fecero vedere tutti e due dalla guarnigione dei Filistei. E i Filistei dissero: «Ecco gli Ebrei che escono dalle grotte dove si erano nascosti!» Gli uomini della guarnigione, rivolgendosi a Gionatan e al suo scudiero, dissero: «Venite su da noi, ché abbiamo qualcosa da dirvi». Gionatan disse al suo scudiero: «Sali dietro a me, poiché il SIGNORE li dà nelle mani d’Israele». Gionatan salì, arrampicandosi con le mani e con i piedi, seguito dal suo scudiero. E i Filistei caddero davanti a Gionatan; e lo scudiero, dietro a lui, li finiva. In questa prima disfatta inflitta da Gionatan e dal suo scudiero, caddero circa venti uomini, sullo spazio di circa la metà di un iugero di terra. Lo spavento si sparse allora nell’accampamento, nella campagna e fra tutto il popolo; la guarnigione e i guastatori furono anch’essi spaventati; la terra tremò; fu uno spavento terribile. Le sentinelle di Saul a Ghibea di Beniamino guardarono e videro che la moltitudine si sbandava e fuggiva qua e là. Allora Saul disse alla gente che era con lui: «Fate l’appello e vedete chi se n’è andato da noi». E, fatto l’appello, mancavano Gionatan e il suo scudiero. Saul disse ad Aia: «Fa’ accostare l’arca di Dio!» – Infatti l’arca di Dio era allora con i figli d’Israele. – Mentre Saul parlava con il sacerdote, il tumulto andava aumentando nell’accampamento dei Filistei e Saul disse al sacerdote: «Ritira la mano!» Poi Saul e tutto il popolo che era con lui si radunarono e avanzarono fino al luogo della battaglia; ed ecco che in mezzo ai Filistei la spada dell’uno era rivolta contro l’altro e la confusione era grandissima. Or gli Ebrei, quelli che già prima si trovavano con i Filistei ed erano saliti con essi all’accampamento dal paese circostante, fecero voltafaccia e si unirono anch’essi agli Israeliti che erano con Saul e Gionatan. Anche tutti gli Israeliti che si erano nascosti nella regione montuosa di Efraim, quando udirono che i Filistei fuggivano, si misero a inseguirli da vicino per combatterli. In quel giorno il SIGNORE salvò Israele e la battaglia si estese fin oltre Bet-Aven. Gli uomini d’Israele in quel giorno erano sfiniti; ma Saul fece fare al popolo questo giuramento: «Maledetto l’uomo che toccherà cibo prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». Così nessuno del popolo toccò cibo. Poi tutto il popolo giunse a una foresta, dove c’era del miele per terra. Quando il popolo entrò nella foresta, vide il miele che colava, ma nessuno si portò la mano alla bocca, perché il popolo rispettava il giuramento. Ma Gionatan non aveva sentito quando suo padre aveva fatto giurare il popolo; egli stese la punta del bastone che teneva in mano, la intinse nel miele che colava, portò la mano alla bocca, e gli si rischiarò la vista. Uno del popolo, rivolgendosi a lui, gli disse: «Tuo padre ha espressamente fatto fare al popolo questo giuramento: “Maledetto l’uomo che oggi toccherà cibo, sebbene il popolo sia estenuato”». Allora Gionatan disse: «Mio padre ha recato un danno al popolo; vedete come l’aver gustato un po’ di questo miele mi ha rischiarato la vista! Ah, se oggi il popolo avesse mangiato a volontà del bottino che ha trovato presso i nemici! Non si sarebbe forse fatto una più grande strage di Filistei?» Essi dunque sconfissero quel giorno i Filistei da Micmas ad Aialon; e il popolo era estenuato e si gettò sul bottino; prese pecore, buoi e vitelli, li scannò sul suolo e li mangiò con il sangue. Questo fu riferito a Saul e gli fu detto: «Ecco, il popolo pecca contro il SIGNORE mangiando carne con il sangue». Egli disse: «Voi avete commesso un’infedeltà; rotolate subito qua presso di me una grande pietra». Saul soggiunse: «Andate in mezzo al popolo e dite a ognuno di condurmi qua il suo bue e la sua pecora e di scannarli qui; poi mangiate, e non peccate contro il SIGNORE mangiando carne con sangue!» Quella notte ognuno del popolo condusse di propria mano il suo bue e lo scannò sulla pietra. Saul costruì un altare al SIGNORE; questo fu il primo altare che egli costruì al SIGNORE. Poi Saul disse: «Scendiamo a inseguire i Filistei nella notte; saccheggiamoli fino alla mattina e facciamo in modo che non ne scampi nemmeno uno». Il popolo rispose: «Fa’ tutto quello che ti pare bene». Ma il sacerdote disse: «Avviciniamoci qui a Dio». Saul consultò Dio e disse: «Devo scendere a inseguire i Filistei? Li darai tu nelle mani d’Israele?» Ma questa volta Dio non gli diede nessuna risposta. Saul disse: «Accostatevi, voi tutti capi del popolo, esaminate e vedete in che consista il peccato commesso questo giorno. Infatti, com’è vero che il SIGNORE, il salvatore d’Israele, vive, anche se il colpevole fosse mio figlio Gionatan, egli dovrà morire». Ma in tutto il popolo nessuno gli rispose. Allora egli disse a tutto Israele: «Mettetevi da un lato e io e mio figlio Gionatan staremo dall’altro». Il popolo disse a Saul: «Fa’ quello che ti pare bene». Saul disse al SIGNORE: «Dio d’Israele, fa’ conoscere la verità!» Gionatan e Saul furono designati dalla sorte, e il popolo ne uscì salvo. Poi Saul disse: «Tirate a sorte fra me e Gionatan mio figlio». E Gionatan fu designato. Allora Saul disse a Gionatan: «Dimmi quello che hai fatto». Gionatan glielo confessò e disse: «Sì, io assaggiai un po’ di miele con la punta del bastone che avevo in mano; eccomi qui: morirò!» Saul disse: «Mi tratti Dio con tutto il suo rigore, se non morirai, Gionatan!» Ma il popolo disse a Saul: «Gionatan, che ha compiuto questa grande liberazione in Israele, dovrebbe forse morire? Non sarà mai! Com’è vero che il SIGNORE vive, non cadrà in terra un capello del suo capo; poiché oggi egli ha operato con Dio!» Così il popolo salvò Gionatan, che non fu messo a morte. Poi Saul smise di inseguire i Filistei, e i Filistei se ne tornarono al loro paese.

Primo libro di Samuele 14:1-46 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Un giorno, *Gionatan, figlio di *Saul, disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione dei *Filistei che è là dall'altra parte». Però a suo padre non disse nulla. Saul stava allora all'estremità di Ghibea, sotto il melograno di Migron, e la gente che aveva con sé ammontava a circa seicento uomini; e Aia, figlio di Aitub, fratello d'Icabod, figlio di Fineas, figlio d'*Eli, *sacerdote del Signore a Silo, portava l'*efod. Il popolo non sapeva che Gionatan se ne fosse andato. Fra i passi, attraverso i quali Gionatan cercava di arrivare alla guarnigione dei Filistei, c'era una punta rocciosa da una parte e una punta rocciosa dall'altra parte: una si chiamava Boses e l'altra Sené. Una di queste punte sorgeva a nord, di fronte a Micmas, e l'altra a *mezzogiorno, di fronte a Gheba. Gionatan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione di questi *incirconcisi; forse il Signore agirà in nostro favore, poiché nulla può impedire al Signore di salvare con molta o con poca gente». Il suo scudiero gli rispose: «Fa' tutto quello che ti sta nel cuore; va' pure; ecco, io sono con te dove il cuore ti conduce». Allora Gionatan disse: «Ecco, noi andremo verso quella gente e ci faremo vedere da loro. Se ci dicono: “Fermatevi, finché veniamo da voi!”, ci fermeremo al nostro posto, e non saliremo fino a loro; ma se ci dicono: “Venite su da noi!”, saliremo, perché il Signore ha deciso di darli nelle nostre mani. Questo ci servirà di segno». Cosí si fecero vedere tutti e due dalla guarnigione dei Filistei. E i Filistei dissero: «Ecco gli *Ebrei che escono dalle grotte dove si erano nascosti!» Gli uomini della guarnigione, rivolgendosi a Gionatan e al suo scudiero, dissero: «Venite su da noi, ché abbiamo qualcosa da dirvi». Gionatan disse al suo scudiero: «Sali dietro a me, poiché il Signore li dà nelle mani d'*Israele». Gionatan salí, arrampicandosi con le mani e con i piedi, seguito dal suo scudiero. E i Filistei caddero davanti a Gionatan; e lo scudiero, dietro a lui, li finiva. In questa prima disfatta, inflitta da Gionatan e dal suo scudiero, caddero circa venti uomini, sullo spazio di circa la metà di un *iugero di terra. Lo spavento si sparse allora nell'accampamento, nella campagna e fra tutto il popolo; la guarnigione e i guastatori furono anch'essi spaventati; la terra tremò; fu uno spavento terribile. Le sentinelle di Saul a Ghibea di *Beniamino guardarono e videro che la moltitudine si sbandava e fuggiva qua e là. Allora Saul disse alla gente ch'era con lui: «Fate l'appello e vedete chi se n'è andato da noi». E, fatto l'appello, mancavano Gionatan e il suo scudiero. Saul disse ad Aia: «Fa' accostare l'*arca di Dio!» –Infatti l'arca di Dio era allora con i figli d'Israele. –Mentre Saul parlava con il sacerdote, il tumulto andava aumentando nell'accampamento dei Filistei e Saul disse al sacerdote: «Ritira la mano! » Poi Saul e tutto il popolo che era con lui si radunarono e avanzarono fino al luogo della battaglia; ed ecco che in mezzo ai Filistei la spada dell'uno era rivolta contro l'altro e la confusione era grandissima. Or gli Ebrei, quelli che già prima si trovavano con i Filistei ed erano saliti con essi all'accampamento dal paese circostante, fecero voltafaccia e si unirono anch'essi agli Israeliti che erano con Saul e Gionatan. Anche tutti gli Israeliti che si erano nascosti nella regione montuosa di *Efraim, quando udirono che i Filistei fuggivano, si misero a inseguirli da vicino, per combatterli. In quel giorno il Signore salvò Israele e la battaglia si estese fin oltre Bet-Aven. Gli uomini d'Israele in quel giorno erano sfiniti; ma Saul fece fare al popolo questo giuramento: «Maledetto l'uomo che toccherà cibo prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». Cosí nessuno del popolo toccò cibo. Poi tutto il popolo giunse a una foresta, dove c'era del miele per terra. Quando il popolo entrò nella foresta, vide il miele che colava, ma nessuno si portò la mano alla bocca, perché il popolo rispettava il giuramento. Ma Gionatan non aveva sentito quando suo padre aveva fatto giurare il popolo; egli stese la punta del bastone che teneva in mano, la intinse nel miele che colava, portò la mano alla bocca, e gli si rischiarò la vista. Uno del popolo, rivolgendosi a lui, gli disse: «Tuo padre ha espressamente fatto fare al popolo questo giuramento: “Maledetto l'uomo che oggi toccherà cibo, sebbene il popolo sia estenuato”». Allora Gionatan disse: «Mio padre ha recato un danno al popolo; vedete come l'aver gustato un po' di questo miele mi ha rischiarato la vista! Ah, se oggi il popolo avesse mangiato a volontà del bottino che ha trovato presso i nemici! Non si sarebbe forse fatto una piú grande strage di Filistei?» Essi dunque sconfissero quel giorno i Filistei da Micmas ad Aialon; e il popolo era estenuato e si gettò sul bottino; prese pecore, buoi e vitelli, li scannò sul suolo e li mangiò con il sangue. Questo fu riferito a Saul e gli fu detto: «Ecco, il popolo pecca contro il Signore mangiando carne con il sangue». Egli disse: «Voi avete commesso un'infedeltà; rotolate subito qua presso di me una grande pietra». Saul soggiunse: «Andate in mezzo al popolo e dite a ognuno di condurmi qua il suo bue e la sua pecora e di scannarli qui; poi mangiate e non peccate contro il Signore mangiando carne con sangue!» Quella notte, ognuno del popolo condusse di propria mano il suo bue e lo scannò sulla pietra. Saul costruí un altare al Signore; questo fu il primo altare che egli costruí al Signore. Poi Saul disse: «Scendiamo a inseguire i Filistei nella notte; saccheggiamoli fino alla mattina e facciamo in modo che non ne scampi nemmeno uno». Il popolo rispose: «Fa' tutto quello che ti pare bene». Ma il sacerdote disse: «Avviciniamoci qui a Dio». Saul consultò Dio, e disse: «Devo scendere a inseguire i Filistei? Li darai tu nelle mani d'Israele?» Ma questa volta Dio non gli diede nessuna risposta. Saul disse: «Accostatevi, voi tutti capi del popolo, esaminate e vedete in che consista il peccato commesso questo giorno. Infatti, com'è vero che il Signore, il salvatore d'Israele, vive, anche se il colpevole fosse mio figlio Gionatan, egli dovrà morire». Ma in tutto il popolo nessuno gli rispose. Allora egli disse a tutto Israele: «Mettetevi da un lato e io e mio figlio Gionatan staremo dall'altro». Il popolo disse a Saul: «Fa' quello che ti pare bene». Saul disse al Signore: «Dio d'Israele, fa' conoscere la verità!» Gionatan e Saul furono designati dalla sorte, e il popolo ne uscí salvo. Poi Saul disse: «Tirate a sorte fra me e Gionatan mio figlio». E Gionatan fu designato. Allora Saul disse a Gionatan: «Dimmi quello che hai fatto». Gionatan glielo confessò, e disse: «Sí, io assaggiai un po' di miele, con la punta del bastone che avevo in mano; eccomi qui: morirò!» Saul disse: «Mi tratti Dio con tutto il suo rigore, se non morirai, Gionatan!» Ma il popolo disse a Saul: «Gionatan, che ha compiuto questa grande liberazione in Israele, dovrebbe forse morire? Non sarà mai! Com'è vero che il Signore vive, non cadrà in terra un capello del suo capo; poiché oggi egli ha operato con Dio!» Cosí il popolo salvò Gionatan, che non fu messo a morte. Poi Saul smise d'inseguire i Filistei, e i Filistei se ne tornarono al loro paese.

Primo libro di Samuele 14:1-46 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse al suo scudiero: «Vieni, andiamo dall’altra parte, verso la postazione dei Filistei». E partì senza avvertire suo padre. Saul si trovava presso il melograno di Migron, poco fuori Gàbaa, e con lui c’erano circa seicento uomini. Il sacerdote che portava l’efod per interrogare il Signore era Achia figlio di Achitùb, nipote di Finees e pronipote di Eli, che era stato sacerdote del Signore a Silo; suo zio era Icabòd. Neppure i soldati sapevano della partenza di Giònata. Per raggiungere la posizione dei Filistei, Giònata si cercò un passaggio tra due spuntoni di roccia chiamati Boses e Senne. Il primo è volto a nord di fronte a Micmas, il secondo a sud di fronte a Gàbaa. Giònata disse al suo scudiero: — Su, andiamo verso quel gruppo di gente non circoncisa: forse il Signore ci aiuterà; lui può dare la vittoria indipendentemente dal numero. — Fa’ quel che hai in mente, — rispose lo scudiero, — e andiamo! Io sono d'accordo con te. Giònata proseguì: — Andiamo verso quegli uomini e facciamoci vedere. Se ci diranno: «Fermatevi, aspettate che vi raggiungiamo», non andremo da loro ma resteremo dove siamo. Se invece ci diranno: «Venite su», saliremo, perché è segno che il Signore li ha messi in nostro potere. Quindi, tutti e due fecero in modo di essere visti dalla postazione nemica. I Filistei dissero tra di loro: «Guardate! Gli Ebrei sbucano dalle caverne dove si erano rintanati». Poi, rivolti a Giònata e al suo scudiero, gridarono: «Venite su: abbiamo una cosa da dirvi». Giònata allora ordinò allo scudiero: «Tu vieni dietro a me, perché il Signore li ha messi nelle mani d'Israele». Giònata si arrampicò con mani e piedi, seguito dallo scudiero. I Filistei cominciarono a cadere sotto i colpi, e lo scudiero, dietro di lui, li finiva. In questa prima sconfitta inferta da Giònata e dal suo scudiero persero la vita circa venti uomini, nello spazio ristretto di pochi metri. Il terrore si diffuse nell’accampamento, nelle campagne e fra tutta la gente. Anche la guarnigione e i corpi d'assalto erano terrorizzati. Tutto il paese tremò e fu preso da una paura terribile. A Gàbaa di Beniamino, le sentinelle di Saul erano in osservazione e videro una moltitudine che si disperdeva in ogni direzione. Allora Saul ordinò agli uomini che erano con lui: «Controllate chi di noi si è allontanato». Fecero l’appello: mancavano Giònata e il suo scudiero. Saul disse al sacerdote Achia: «Porta qui l’arca di Dio». In quel tempo, infatti, gli Israeliti avevano con sé l’arca di Dio. Mentre Saul parlava al sacerdote, il tumulto nell’accampamento filisteo aumentava sempre di più. Allora Saul ordinò al sacerdote: «Lascia perdere!». Saul e i suoi uomini si lanciarono all’attacco. Ma si accorsero che i nemici si uccidevano l’un l’altro in una confusione indescrivibile. Tra i Filistei vi erano alcuni Ebrei che da tempo erano loro sottomessi e li avevano seguiti in battaglia. Essi passarono dalla parte degli Israeliti sotto il comando di Saul e Giònata. Anche quegli Israeliti che si erano rifugiati sulle montagne di Èfraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si unirono nella lotta ai loro compagni, e la battaglia si estese fino a Bet-Aven. In quel giorno il Signore diede la vittoria agli Israeliti. Gli Israeliti, in quel giorno, erano sfiniti, perché Saul li aveva minacciati con queste parole: «Sia maledetto chi mangerà qualcosa prima di sera, prima che io abbia terminata la vendetta sui miei nemici». Per questo nessuno aveva preso cibo. Tutti attraversarono un bosco nel quale c’era del miele sul terreno. Mentre passavano, vedevano il miele colare, ma nessuno stese la mano per mangiarne: tutti avevano timore della maledizione. Giònata, però, non aveva udito quel che Saul aveva minacciato alla gente; tese la lancia che aveva in mano, la intinse nel miele e se lo portò alla bocca con la mano. Subito riprese le forze. Ma uno dei soldati gli disse: — Non sai che tuo padre ci ha imposto, sotto pena di maledizione, di non mangiare niente per tutto il giorno? E adesso tutti siamo sfiniti. Giònata rispose: — Mio padre porta il paese alla rovina. Non vedete come mi sono ripreso con un po’ di questo miele? Se i nostri avessero mangiato qualcosa del bottino preso ai nemici, la sconfitta dei Filistei sarebbe stata ancora maggiore. In quel giorno i Filistei furono sconfitti da Micmas fino ad Àialon. I soldati erano sfiniti; Si gettarono sul bottino, presero agnelli, buoi e vitelli, li uccisero sul posto e li mangiarono senza dissanguarli. Qualcuno lo disse a Saul: — La gente sta peccando contro il Signore: mangia anche il sangue! Saul esclamò: — Traditori! Preparatemi subito una grossa pietra. Poi ordinò: — Passate tra la gente e ordinate che ciascuno mi porti qui il suo montone o il suo bue. Li macellerete su questa pietra e poi li mangerete. Così non offenderete il Signore nutrendovi anche di sangue. Quella notte tutti portarono i loro animali e li macellarono sulla pietra. Fu quella la prima volta che Saul innalzò un altare al Signore. Poi Saul propose: — Inseguiamo i Filistei questa notte, non lasciamocene scappare nessuno e facciamo bottino fino all’alba. Tutti risposero: — Va bene, fa’ come credi giusto. Ma il sacerdote disse: — Prima interroghiamo il Signore. Saul interrogò il Signore: — Devo inseguire i Filistei? Li metterai in potere di noi Israeliti? Quella volta Dio non gli rispose. Allora ordinò ai comandanti del popolo: — Venite qui tutti. Cercate di scoprire quale peccato è stato commesso oggi. Come è vero che il Signore vive e dà la vittoria agli Israeliti, vi giuro che il colpevole sarà condannato a morte, fosse pure mio figlio Giònata. Tutti tacevano, e Saul continuò: — Voi mettetevi da una parte, io e mio figlio Giònata ci metteremo dall’altra. Il popolo approvò. Saul interrogò il Signore con questa richiesta: — Dio d'Israele, mostra chi è innocente. Fu tirato a sorte e il popolo risultò innocente a differenza di Saul e Giònata. Saul disse: — Ora sorteggiate tra me e mio figlio Giònata. Giònata risultò colpevole. Saul gli chiese che cosa aveva fatto, e Giònata raccontò: — Ho preso un po’ di miele con la punta della lancia. Sono pronto a morire. Saul giurò: — Il Signore mi punisca severamente se non ti metterò a morte. Ma il popolo disse a Saul: — Perché deve morire Giònata che ha dato agli Israeliti questa grande vittoria? Come è vero che il Signore vive, non gli si deve torcere neppure un capello. Egli ha agito con l’aiuto di Dio. Così il popolo salvò Giònata, ed egli non fu messo a morte. Saul smise di inseguire i Filistei, ed essi tornarono nei loro territori.

Primo libro di Samuele 14:1-46 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR avvenne un dì che Gionatan, figliuolo di Saulle, disse al fante che portava le sue armi: Vieni, passiamo alla guernigione de' Filistei, ch'è di là. E non lo fece assapere a suo padre. E Saulle se ne stava all'estremità del colle, sotto un melagrano ch'era in Migron; e la gente ch'era con lui era d'intorno a seicent'uomini. Ed Ahia, figliuolo di Ahitub, fratello d'Icabod, figliuolo di Finees, figliuolo d'Eli, Sacerdote del Signore, in Silo, portava l'Efod. E il popolo non sapeva che Gionatan fosse andato là. Ora, fra i passi, per li quali Gionatan cercava di passare alla guernigione de' Filistei, v'era una punta di rupe di qua, e un'altra di là; l'una si chiamava Boses, e l'altra Sene. L'una di queste punte era posta dal lato settentrionale, dirincontro a Micmas; e l'altra dal lato meridionale, dirincontro a Ghibea. E Gionatan disse al fante che portava le sue armi: Vieni, passiamo alla guernigione di questi incirconcisi; forse il Signore opererà per noi; perciocchè niente può impedire il Signore di salvare, o con gente assai, o con poca. E colui che portava le sue armi gli rispose: Fa' tutto quello che tu hai nell'animo; vacci pure; eccomi teco a tua volontà. E Gionatan disse: Ecco, noi passiamo a quella gente; se, quando noi ci mostreremo loro, ci dicono così: Aspettate, finchè siamo giunti a voi, noi staremo fermi, e non saliremo a loro; ma, se ci dicono così: Salite a noi, noi vi saliremo; perciocchè il Signore ce li avrà dati nelle mani. E ciò ce ne sarà il segno. Così amendue si mostrarono alla guernigione de' Filistei; e i Filistei dissero: Ecco, gli Ebrei escono fuor delle grotte, nelle quali si erano nascosti. E la gente della guernigione parlò a Gionatan, e a colui che portava le sue armi, e disse loro: Salite a noi, e noi vi faremo assapere qualche cosa. E Gionatan disse a colui che portava le sue armi: Sali dietro a me; perciocchè il Signore li ha dati nelle mani d'Israele. Gionatan adunque salì, aggrappandosi con le mani e co' piedi; e dietro a lui colui che portava le sue armi. E i Filistei caddero davanti a Gionatan, e colui che portava le sue armi non faceva altro che ammazzarli dietro a lui. E questa fu la prima sconfitta, nella quale Gionatan, e colui che portava le sue armi, percossero intorno a venti uomini, nello spazio d'intorno alla metà d'una bifolca di campo. E vi fu spavento nell'oste, e nella campagna, e fra tutta la gente; la guernigione anch'essa, e quelli che facevano il guasto furono spaventati, e il paese fu commosso; e questo fu come uno spavento mandato da Dio. E le guardie di Saulle che stavano alla veletta in Ghibea di Beniamino, riguardarono; ed ecco, la moltitudine era in rotta, e fuggiva a calca. E Saulle disse al popolo ch'era con lui: Deh! fate la rassegna, e vedete chi è partito d'appresso a noi. E, fatta la rassegna ecco, Gionatan, e colui che portava le sue armi, non v'erano. E Saulle disse ad Ahia: Accosta l'Arca di Dio; perciocchè l'Arca di Dio era in quel giorno co' figliuoli d'Israele. Ma, mentre Saulle parlava ancora al Sacerdote, il tumulto ch' era nel campo de' Filistei andava crescendo; laonde Saulle disse al Sacerdote: Ritira la tua mano. E Saulle, e tutto il popolo ch'era con lui, adunato a grida, vennero fino al luogo della battaglia; ed ecco, la spada di ciascuno era volta contro al suo compagno, con grandissimo fracasso. Ora i Filistei aveano degli Ebrei con loro, come per addietro, i quali erano saliti, con loro alla guerra, dal paese d'intorno. Costoro si giunsero anch'essi con gl'Israeliti, ch'erano con Saulle e con Gionatan. Tutti gl'Israeliti eziandio che s'erano nascosti nel monte di Efraim, avendo udito che i Filistei fuggivano, li perseguitarono di presso, combattendo. E in quel giorno il Signore salvò Israele: e la battaglia passò oltre a Bet-aven. Ora in quel giorno gl'Israeliti furono straccati; perciocchè Saulle fece fare al popolo un giuramento con esecrazione, dicendo: Maledetto sia colui che mangerà cibo alcuno infino alla sera, finchè io mi sia vendicato de' miei nemici. Perciò niuno del popolo assaggiò alcun cibo. Or tutto il popolo del paese venne in una selva, dove era del miele in su la campagna. E, come fu entrato nella selva, ecco del miele che colava; ma non vi fu alcuno che si recasse la mano alla bocca; perciocchè il popolo temeva del giuramento. Ma Gionatan non avea udito quando suo padre avea fatto giurare il popolo; laonde stese la bacchetta ch'egli avea in mano, e ne intinse la cima in un favo di miele, e si recò la mano alla bocca; e i suoi occhi furono rischiarati. E uno del popolo gli fece motto, e disse: Tuo padre ha fatto espressamente giurare il popolo, dicendo: Maledetto sia colui che mangerà oggi alcun cibo; perciò il popolo è stanco. E Gionatan disse: Mio padre ha turbato il paese; deh! vedete come gli occhi miei sono rischiarati, perchè io ho assaggiato un poco di questo miele. E quanto maggiore sarebbe stata la rotta de' Filistei, se il popolo avesse mangiato a piena voglia della preda de' suoi nemici ch'egli ha trovata? perciocchè ora quella non è stata grande. Il popolo adunque, avendo in quel giorno percossi i Filistei da Micmas fino in Aialon, fu grandemente stanco. Onde, voltosi alla preda, prese pecore, e buoi, e vitelli, e li scannò in terra; e il popolo mangiava le carni col sangue. E ciò fu rapportato a Saulle, e gli fu detto: Ecco, il popolo pecca contro al Signore, mangiando le carni col sangue. Ed egli disse: Voi avete misfatto; rotolate ora qua appresso di me una gran pietra. Poi Saulle disse: Andate qua e là fra il popolo, e dite loro che ciascuno meni qua appresso di me il suo bue, e la sua pecora; e qui li scannerete, e mangerete, e non peccherete contro al Signore, mangiandoli col sangue. E ciascuno del popolo menò quella notte il suo bue con la mano, e lo scannò quivi. E Saulle edificò un altare al Signore. Questo fu il primo altare che Saulle edificò al Signore. Poi Saulle disse: Scendiamo dietro ai Filistei di notte, e saccheggiamoli fino allo schiarir della mattina, e non ne lasciamo scampare alcuno. E il popolo disse: Fa' tutto ciò che ti piace. Ma il Sacerdote disse: Accostiamoci qua a Dio. Saulle adunque domandò Iddio, dicendo: Scenderò io dietro a' Filistei? li darai tu nelle mani d'Israele? Ma il Signore non gli diede alcuna risposta in quel dì. Laonde Saulle disse: Accostatevi qua tutte le comunità del popolo; e sappiate, e vediate in che si è oggi commesso questo peccato. Perciocchè, come il Signore che salva Israele vive, avvegnachè quel peccato si trovi in Gionatan, mio figliuolo, egli del tutto ne morrà. E niuno di tutto il popolo gli rispose. Poi disse a tutto Israele: Voi, state da un lato, ed io e Gionatan, mio figliuolo, staremo dall'altro. E il popolo disse a Saulle: Fa' ciò che ti piace. E Saulle disse al Signore Iddio d'Israele: Mostra chi è innocente. E Gionatan e Saulle furono presi; e il popolo scampò. Poi Saulle disse: Traete la sorte fra me a Gionatan, mio figliuolo. E Gionatan fu preso. Allora Saulle disse a Gionatan: Dichiarami ciò che tu hai fatto. E Gionatan gliel dichiarò, e disse: Io di vero ho assaggiato con la cima della bacchetta ch'io avea nella mano, un poco di miele; eccomi, ho io da morire? E Saulle disse: Così mi faccia Iddio, e così mi aggiunga, Gionatan, se tu del tutto non muori. Ma il popolo disse a Saulle: Gionatan, che ha fatta questa gran liberazione in Israele, morrebbe egli? tolga Iddio che ciò avvenga. Come il Signore vive, non gli caderà pur un capello di testa in terra; perciocchè egli ha operato oggi con l'aiuto di Dio. Il popolo adunque riscosse Gionatan, sì che non morì. Poi Saulle se ne tornò dalla caccia dei Filistei; e i Filistei se ne andarono al luogo loro.

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