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Primo libro dei Re 3:16-28

Primo libro dei Re 3:16-28 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Allora due prostitute vennero a presentarsi davanti al re. Una delle due disse: «Permetti, mio signore! Io e questa donna abitavamo nella medesima casa, e io partorii mentre lei stava in casa. Il terzo giorno dopo il mio parto, partorì anche questa donna. Noi stavamo insieme, e non c’erano estranei; non c’eravamo che noi due in casa. Poi, durante la notte, il figlio di questa donna morì, perché lei gli si era coricata sopra. Lei, alzatasi nel cuore della notte, prese mio figlio dal mio fianco, mentre la tua serva dormiva, e lo adagiò sul suo seno, e sul mio seno mise il figlio suo morto. Quando mi sono alzata al mattino per allattare mio figlio, egli era morto; ma, guardandolo meglio a giorno chiaro, mi accorsi che non era il figlio che io avevo partorito». L’altra donna disse: «No, il figlio vivo è il mio e il morto è il tuo». Ma la prima replicò: «No, invece, il morto è il figlio tuo e il vivo è il mio». Così litigavano in presenza del re. Allora il re disse: «Una dice: “Questo che è vivo è mio figlio e quello che è morto è il tuo”; e l’altra dice: “No, invece, il morto è il figlio tuo e il vivo è il mio”». Il re ordinò: «Portatemi una spada!» E portarono una spada davanti al re. Il re disse: «Dividete il bambino vivo in due parti, e datene la metà all’una e la metà all’altra». Allora la donna a cui apparteneva il bambino vivo, sentendosi commuovere le viscere per suo figlio, disse al re: «Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!» Ma l’altra diceva: «Non sia mio né tuo; si divida!» Allora il re rispose: «Date a quella il bambino vivo, e non uccidetelo; lei è sua madre!» Tutto Israele udì parlare del giudizio che il re aveva pronunciato, ed ebbero rispetto per il re, perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia.

Primo libro dei Re 3:16-28 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Allora due prostitute vennero a presentarsi davanti al re. Una delle due disse: «Permetti, mio signore! Io e questa donna abitavamo nella medesima casa, e io partorii mentre lei stava in casa. Il terzo giorno dopo il mio parto, partorí anche questa donna. Noi stavamo insieme, e non c'erano estranei; non c'eravamo che noi due in casa. Poi, durante la notte, il figlio di questa donna morí, perché lei gli si era coricata sopra. Lei, alzatasi nel cuore della notte, prese mio figlio dal mio fianco, mentre la tua serva dormiva, e lo adagiò sul suo seno, e sul mio seno mise il figlio suo morto. Quando mi sono alzata al mattino per allattare mio figlio, egli era morto; ma, guardandolo meglio a giorno chiaro, mi accorsi che non era il figlio che io avevo partorito». L'altra donna disse: «No, il figlio vivo è il mio, e il morto è il tuo». Ma la prima replicò: «No, invece, il morto è il figlio tuo, e il vivo è il mio». Cosí litigavano in presenza del re. Allora il re disse: «Una dice: Questo che è vivo è mio figlio, e quello che è morto è il tuo; e l'altra dice: No, invece, il morto è il figlio tuo, e il vivo è il mio». Il re ordinò: «Portatemi una spada!» E portarono una spada davanti al re. Il re disse: «Dividete il bambino vivo in due parti, e datene la metà all'una, e la metà all'altra». Allora la donna, a cui apparteneva il bambino vivo, sentendosi commuovere le viscere per suo figlio, disse al re: «Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!» Ma l'altra diceva: «Non sia mio né tuo; si divida!» Allora il re rispose: «Date a quella il bambino vivo, e non uccidetelo; lei è sua madre!» Tutto *Israele udí parlare del giudizio che il re aveva pronunziato, ed ebbero rispetto per il re perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia.

Primo libro dei Re 3:16-28 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Un giorno due prostitute vennero dal re Salomone. Una di loro disse: — Mio signore, ascoltami, ti prego. Io abito insieme con questa donna e ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo, anche lei ha avuto un bambino. Eravamo sole in casa, non c’era proprio nessun altro. Una notte il bimbo di questa donna è morto perché lei gli si è sdraiata sopra nel sonno. Nel cuore della notte, mentre dormivo, lei si è alzata. È venuta a prendere mio figlio, che tenevo vicino a me, e l’ha portato a dormire con sé. Nel mio letto ha lasciato il bambino morto. Al mattino, quando mi sono alzata per allattare mio figlio, mi sono accorta che era morto. Poi ho guardato più attentamente e ho visto che non era il bambino che avevo partorito io. Ma l’altra donna esclamò: — Non è vero! Il bambino vivo è mio, il tuo è quello morto! La prima rispose: — No! È morto il tuo, quello vivo è il mio! Le due donne si misero a litigare davanti al re. Allora il re disse: — Dunque: una di voi dice che il bambino vivo è suo figlio, l’altra sostiene il contrario! Mandò a prendere una spada e ordinò: — Tagliate in due il bambino vivo e datene metà a ciascuna. La prima donna si sentì gelare il sangue, perché il bambino vivo era il suo, e gridò: — Ti prego, signore, da’ pure a lei il bambino, ma non farlo uccidere! L’altra invece rispose: — No, non darlo né a me né a lei. Fallo tagliare in due! A questo punto il re pronunziò il suo giudizio: — Non uccidete il bambino. Datelo alla prima donna: è lei la madre. In Israele tutti vennero a conoscenza della decisione presa dal re Salomone e provarono un profondo rispetto per lui. Si erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per giudicare con giustizia.

Primo libro dei Re 3:16-28 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Allora due donne meretrici vennero al re, e si presentarono davanti a lui. E l'una di loro disse: Ahi, signor mio! Io, e questa donna, dimoriamo in una stessa casa; or io partorii, stando con lei in quella casa. E il terzo giorno appresso che io ebbi partorito, questa donna partorì anch'essa; e noi stavamo insieme, e non vi era alcun forestiere con noi in casa; non vi era altri che noi due in casa. Ora, la notte passata, il figliuolo di questa donna è morto; perciocchè ella gli era giaciuta addosso. Ed ella s'è levata in mezzo alla notte, ed ha preso il mio figliuolo d'appresso a me, mentre la tua servente dormiva, e se l'ha posto a giacere in seno, e mi ha posto a giacere in seno il suo figliuolo morto. Ora io, levatami la mattina per allattare il mio figliuolo, ho trovato ch'era morto; ma, avendolo la mattina considerato, ecco, egli non era il mio figliuolo che io avea partorito. E l'altra donna disse: No; anzi il vivo è il mio figliuolo, e il morto è il tuo. E quell'altra diceva: No; anzi il morto è il tuo figliuolo, e il vivo è il mio figliuolo. Così parlavano in presenza del re. E il re disse: Costei dice: Questo che è vivo è il mio figliuolo, e il morto è il tuo; e colei dice: No; anzi il morto è il tuo figliuolo, e il vivo è il mio. Allora il re disse: Recatemi una spada. E fu portata una spada davanti al re. Poi il re disse: Spartite il fanciullo vivo in due: e datene la metà all'una, e la metà all'altra. Ma la donna di cui era il fanciullo vivo, disse al re (perciocchè le viscere le si commossero inverso il suo figliuolo): Ahi! signor mio; datele il fanciullo vivo, e nol fate punto morire. Ma l'altra disse: Non sia nè a te, nè a me, spartasi. Allora il re diede la sentenza, e disse: Date a costei il fanciullo vivo, e nol fate punto morire; essa è la madre sua. E tutti gl'Israeliti, udito il giudicio che il re avea dato, temettero il re; perciocchè videro che vi era in lui una sapienza di Dio, per giudicare.

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