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Prima lettera ai Corinzi 9:7-18

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi? O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte. Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi, sopportiamo ogni cosa per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo. Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto. Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è sempre un’amministrazione che mi è affidata. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che, annunciando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà.

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Chi guerreggia mai al suo proprio soldo? chi pianta una vigna, e non ne mangia del frutto? o chi pastura una greggia, e non mangia del latte della greggia? Dico io queste cose secondo l'uomo? la legge non dice ella eziandio queste cose? Poichè nella legge di Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia. Ha Iddio cura dei buoi? Ovvero, dice egli del tutto ciò per noi? certo, queste cose sono scritte per noi, perciocchè, chi ara deve arare con isperanza, e chi trebbia deve trebbiare con isperanza d' esser fatto partecipe di ciò ch'egli spera. Se noi vi abbiam seminate le cose spirituali, è egli gran cosa se mietiamo le vostre carnali? Se gli altri hanno parte a questa podestà sopra voi, non l'avremmo noi molto più? ma noi non abbiamo usata questa podestà; anzi sofferiamo ogni cosa, per non dare alcuno sturbo all'evangelo di Cristo. Non sapete voi che coloro che fanno il servigio sacro mangiano delle cose del tempio? e che coloro che vacano all'altare partecipano con l'altare? Così ancora il Signore ha ordinato a coloro che annunziano l'evangelo, che vivano dell'evangelo. MA pure io non ho usata alcuna di queste cose; ed anche non ho scritto questo, acciocchè così sia fatto inverso me; perciocchè, meglio è per me morire, che non che alcuno renda vano il mio vanto. Perciocchè, avvegnachè io evangelizzi, non ho però da gloriarmi; poichè necessità me ne è imposta; e guai a me, se io non evangelizzo! Perciocchè, se io lo facessi volontariamente, meriterei un premio; ma, se lo fo non di mia volontà, è un ministerio che m'è stato confidato. Qual premio ne ho io adunque? questo, che, predicando l'evangelo, io faccia che l'evangelo di Cristo non costi nulla; e non usi della podestà che ho dall'evangelo.

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi? O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte. Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi, sopportiamo ogni cosa per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo. Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto. Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è sempre un’amministrazione che mi è affidata. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che, annunciando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà.

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di *Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi? O non dice cosí proprio per noi? Certo, per noi fu scritto cosí; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte. Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di piú? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al *vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel *tempio? E che coloro che attendono all'altare, hanno parte all'altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunziano il vangelo vivano del vangelo. Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia cosí a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto. Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è sempre un'amministrazione che mi è affidata. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunziando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà.

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Da quando in qua un soldato presta servizio nell’esercito a sue spese? E chi pianta una vigna non mangia forse la sua uva? E chi conduce un gregge al pascolo non beve il latte di quelle pecore? Ma non porto soltanto esempi tratti dall’esperienza umana. Anche la *legge di Mosè prescrive: Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano. Dio si preoccupa forse dei buoi? O è per noi che parla? Certamente! Questa regola è stata scritta per noi. Perché, chi ara il campo e chi trebbia il grano deve fare il lavoro nella speranza di avere la sua parte del raccolto. Noi abbiamo seminato per voi beni spirituali. Non c’è dunque nulla di strano se raccogliamo da voi beni materiali. Se altri hanno questo diritto su di voi, tanto più l’abbiamo noi. Ma noi non facciamo uso di questo diritto, anzi sopportiamo ogni specie di difficoltà, per eliminare qualsiasi ostacolo all’annunzio di Cristo. Chi lavora nel *Tempio riceve dal Tempio il proprio nutrimento, e chi si occupa dei sacrifici offerti sull’*altare, riceve una parte dei sacrifici. Allo stesso modo, per quelli che annunziano il *Vangelo, il Signore ha stabilito che hanno il diritto di vivere di questo lavoro. Io però non ho mai fatto uso di questo diritto. E non vi scrivo per pretenderlo ora. Piuttosto preferisco morire! Nessuno potrà togliermi questo vanto. Infatti non posso vantarmi di annunziare la *parola del Signore. Non posso farne a meno, e guai a me se non annunzio Cristo. Se avessi deciso di annunziarla di mia spontanea volontà, sarebbe giusto che ricevessi una paga. Ma poiché mi è stato imposto di farlo, compio semplicemente il mio dovere. Quale sarà dunque la mia ricompensa? La soddisfazione di annunziare Cristo gratuitamente, senza usare quei diritti che la predicazione del Vangelo mi darebbe.

Prima lettera ai Corinzi 9:7-18 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Chi guerreggia mai al suo proprio soldo? chi pianta una vigna, e non ne mangia del frutto? o chi pastura una greggia, e non mangia del latte della greggia? Dico io queste cose secondo l'uomo? la legge non dice ella eziandio queste cose? Poichè nella legge di Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia. Ha Iddio cura dei buoi? Ovvero, dice egli del tutto ciò per noi? certo, queste cose sono scritte per noi, perciocchè, chi ara deve arare con isperanza, e chi trebbia deve trebbiare con isperanza d' esser fatto partecipe di ciò ch'egli spera. Se noi vi abbiam seminate le cose spirituali, è egli gran cosa se mietiamo le vostre carnali? Se gli altri hanno parte a questa podestà sopra voi, non l'avremmo noi molto più? ma noi non abbiamo usata questa podestà; anzi sofferiamo ogni cosa, per non dare alcuno sturbo all'evangelo di Cristo. Non sapete voi che coloro che fanno il servigio sacro mangiano delle cose del tempio? e che coloro che vacano all'altare partecipano con l'altare? Così ancora il Signore ha ordinato a coloro che annunziano l'evangelo, che vivano dell'evangelo. MA pure io non ho usata alcuna di queste cose; ed anche non ho scritto questo, acciocchè così sia fatto inverso me; perciocchè, meglio è per me morire, che non che alcuno renda vano il mio vanto. Perciocchè, avvegnachè io evangelizzi, non ho però da gloriarmi; poichè necessità me ne è imposta; e guai a me, se io non evangelizzo! Perciocchè, se io lo facessi volontariamente, meriterei un premio; ma, se lo fo non di mia volontà, è un ministerio che m'è stato confidato. Qual premio ne ho io adunque? questo, che, predicando l'evangelo, io faccia che l'evangelo di Cristo non costi nulla; e non usi della podestà che ho dall'evangelo.