Prima lettera ai Corinzi 8:1-11
Prima lettera ai Corinzi 8:1-11 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma l’amore edifica. Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui. Quanto dunque al mangiare carni sacrificate agli idoli, sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo e che non c’è che un Dio solo. Poiché, sebbene vi siano cosiddetti dèi sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti dèi e molti signori, tuttavia per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale anche noi siamo. Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.
Prima lettera ai Corinzi 8:1-11 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma l'amore edifica. Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui. Quanto dunque al mangiar carni sacrificate agli idoli, sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non c'è che un Dio solo. Poiché, sebbene vi siano cosiddetti dèi, sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti dèi e signori, tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesú Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo. Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di piú. Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiar carni sacrificate agli idoli? Cosí, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.
Prima lettera ai Corinzi 8:1-11 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Trattiamo ora il problema delle carni che vengono sacrificate agli idoli. So che tutti siamo pieni di conoscenza su questo argomento. Ma la conoscenza fa insuperbire, l’amore soltanto fa crescere nella fede. Chi pensa di possedere una certa conoscenza, in realtà non la possiede ancora come dovrebbe. Invece, se uno ama Dio, costui è conosciuto da Dio. Dunque: le carni sacrificate agli idoli si possono mangiare? Noi sappiamo che gli idoli di questo mondo non sono niente, e che vi è un solo Dio. Veramente c’è chi parla di certe divinità del cielo e della terra; e di fatto ve ne sono molti di questi «dèi» e «signori». Per noi invece vi è un solo Dio e Padre. Egli ha creato ogni cosa, ed è per lui che viviamo. E vi è un solo Signore, Gesù *Cristo, per mezzo del quale esiste ogni cosa. Anche noi viviamo per mezzo di lui. Non tutti però hanno questa conoscenza. Alcuni, abituati finora al culto degli idoli, mangiano ancora quelle carni come se appartenessero agli idoli. E la loro debole coscienza ne è turbata. Ma non sarà certo un cibo a rendermi gradito a Dio. Non perderemo nulla se non lo mangiamo e non guadagneremo nulla se lo mangiamo. Badate però a questa vostra libertà: non diventi un’occasione di turbamento per chi è debole nella fede. Supponiamo che uno, debole nella fede, veda te che sei pieno di conoscenza, seduto a tavola in un tempio di idoli. Non si sentirà forse spinto nella sua coscienza a mangiare della carne sacrificata agli idoli? E così tu, con tutta la tua conoscenza, metti in pericolo la fede di quel fratello per il quale Cristo è morto.
Prima lettera ai Corinzi 8:1-11 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
ORA, quant'è alle cose sacrificate agl'idoli, noi sappiamo che tutti abbiam conoscenza; la conoscenza gonfia, ma la carità edifica. Ora, se alcuno si pensa saper qualche cosa, non sa ancora nulla, come si convien sapere. Ma, se alcuno ama Iddio, esso è da lui conosciuto. Perciò, quant'è al mangiar delle cose sacrificate agl'idoli, noi sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno. Perciocchè, benchè ve ne sieno, ed in cielo, ed in terra, di quelli che son nominati dii (secondo che vi son molti dii, e molti signori), nondimeno, quant'è a noi, abbiamo un solo Iddio, il Padre; dal quale son tutte le cose, e noi in lui; ed un sol Signor Gesù Cristo, per lo quale son tutte le cose, e noi per lui. Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni mangiano quelle cose infino ad ora, con coscienza dell'idolo, come cosa sacrificata all'idolo; e la lor coscienza, essendo debole, è contaminata. Ora il mangiare non ci commenda a Dio; perciocchè, avvegnachè noi mangiamo, non abbiamo però nulla di più; e avvegnachè non mangiamo, non abbiamo però nulla di meno. Ma, guardate che talora questa vostra podestà non divenga intoppo a' deboli. Perciocchè, se alcuno vede te, che hai conoscenza, essere a tavola nel tempio degl'idoli, non sarà la coscienza d'esso, che è debole, edificata a mangiar delle cose sacrificate agl'idoli? E così, per la tua conoscenza, perirà il fratello debole, per cui Cristo è morto?