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EPISTOLA DI S. PAOLO A'~ROMANI 14:10-23

EPISTOLA DI S. PAOLO A'~ROMANI 14:10-23 DB1885

Or tu, perchè giudichi il tuo fratello? ovvero tu ancora, perchè sprezzi il tuo fratello? poichè tutti abbiamo a comparire davanti al tribunal di Cristo. Perciocchè egli è scritto: Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio. Così adunque ciascun di noi renderà ragion di sè stesso a Dio. PERCIÒ, non giudichiamo più gli uni gli altri; ma più tosto giudicate questo, di non porre intoppo, o scandalo al fratello. Io so, e son persuaso nel Signor Gesù, che niuna cosa per sè stessa è immonda; ma, a chi stima alcuna cosa essere immonda, ad esso è immonda. Ma, se il tuo fratello è contristato per lo cibo, tu non cammini più secondo carità; non far, col tuo cibo, perir colui per cui Cristo è morto. Il vostro bene adunque non sia bestemmiato. Perciocchè il regno di Dio non è vivanda, nè bevanda; ma giustizia, e pace, e letizia nello Spirito Santo. Perciocchè, chi in queste cose serve a Cristo è grato a Dio, ed approvato dagli uomini. Procacciamo adunque le cose che son della pace, e della scambievole edificazione. Non disfar l'opera di Dio per la vivanda; ben sono tutte le cose pure; ma vi è male per l'uomo che mangia con intoppo. Egli è bene non mangiar carne, e non ber vino, e non far cosa alcuna, nella quale il tuo fratello s'intoppa, o è scandalezzato, o è debole. Tu, hai tu fede? abbila in te stesso, davanti a Dio; beato chi non condanna sè stesso in ciò ch'egli discerne. Ma colui che sta in dubbio, se mangia, è condannato; perciocchè non mangia con fede; or tutto ciò che non è di fede è peccato.

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