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EVANGELO DI S. MARCO 9:1-29

EVANGELO DI S. MARCO 9:1-29 DB1885

Oltre a ciò disse loro: Io vi dico in verità, che alcuni di coloro che son qui presenti non gusteranno la morte, che non abbian veduto il regno di Dio, venuto con potenza. E SEI giorni appresso, Gesù prese seco Pietro, e Giacomo, e Giovanni, e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte; e fu trasfigurato in lor presenza. E i suoi vestimenti divennero risplendenti, e grandemente candidi, come neve; quali niun purgator di panni potrebbe imbiancar sopra la terra. Ed Elia apparve loro, con Mosè; ed essi ragionavano con Gesù. E Pietro fece motto a Gesù, e gli disse: Maestro, egli è bene che noi stiamo qui; facciamo adunque tre tabernacoli, uno a te, uno a Mosè, ed uno ad Elia. Perciocchè non sapeva ciò ch'egli si dicesse, perchè erano spaventati. E venne una nuvola, che li adombrò; e dalla nuvola venne una voce, che disse: Quest'è il mio diletto Figliuolo; ascoltatelo. E in quello stante, guardando essi attorno, non videro più alcuno, se non Gesù tutto solo con loro. Ora, come scendevano dal monte, Gesù divietò loro che non raccontassero ad alcuno le cose che avean vedute, se non quando il Figliuol dell'uomo sarebbe risuscitato da' morti. Ed essi ritennero quella parola in loro stessi, domandando fra loro che cosa fosse quel risuscitar da' morti. Poi lo domandarono, dicendo: Perchè dicono gli Scribi, che convien che prima venga Elia? Ed egli, rispondendo, disse loro: Elia veramente deve venir prima, e ristabilire ogni cosa; e siccome egli è scritto del Figliuol dell'uomo, conviene che patisca molte cose, e sia annichilato. Ma io vi dico che Elia è venuto, e gli hanno fatto tutto ciò che hanno voluto; siccome era scritto di lui. POI, venuto a' discepoli, vide una gran moltitudine d'intorno a loro, e degli Scribi, che quistionavan con loro. E subito tutta la moltitudine, vedutolo, sbigottì; ed accorrendo, lo salutò. Ed egli domandò gli Scribi: Che quistionate fra voi? Ed uno della moltitudine, rispondendo, disse: Maestro, io ti avea menato il mio figliuolo, che ha uno spirito mutolo. E dovunque esso lo prende, lo atterra; ed allora egli schiuma, e stride de' denti, e divien secco; or io avea detto a' tuoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto. Ed egli, rispondendogli, disse: O generazione incredula, infino a quando omai sarò con voi? infino a quando omai vi comporterò? menatemelo. Ed essi glielo menarono; e quando egli l'ebbe veduto, subito lo spirito lo scosse con violenza; e il figliuolo cadde in terra, e si rotolava schiumando. E Gesù domandò il padre di esso: Quanto tempo è che questo gli è avvenuto? Ed egli disse: Dalla sua fanciullezza. E spesse volte l'ha gettato nel fuoco, e nell'acqua, per farlo perire; ma, se tu ci puoi nulla, abbi pietà di noi, ed aiutaci. E Gesù gli disse: Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede. E subito il padre del fanciullo, sclamando con lagrime, disse: Io credo, Signore; sovvieni alla mia incredulità. E Gesù, veggendo che la moltitudine concorreva a calca, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: Spirito mutolo e sordo, esci fuori di lui (io tel comando), e giammai più non entrare in lui. E il demonio, gridando, e straziandolo forte, uscì fuori; e il fanciullo divenne come morto; talchè molti dicevano: Egli è morto. Ma Gesù, presolo per la mano, lo levò, ed egli si rizzò in piè. E quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo domandarono in disparte: Perchè non abbiam noi potuto cacciarlo? Ed egli disse loro: Questa generazion di demoni non esce per alcun altro modo, che per orazione, e per digiuno.