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EVANGELO DI S. MARCO 3:20-35

EVANGELO DI S. MARCO 3:20-35 DB1885

POI vennero in casa. Ed una moltidune si raunò di nuovo; talchè non potevano pur prender cibo. Or i suoi, udite queste cose, uscirono per pigliarlo, perciocchè dicevano: Egli è fuori di sè. Ma gli Scribi ch'eran discesi di Gerusalemme, dicevano: Egli ha Beelzebub; e per lo principe de' demoni, caccia i demoni. Ma egli, chiamatili a sè, disse loro in similitudine: Come può Satana cacciar Satana? E se un regno è diviso in parti contrarie, egli non può durare. E, se una casa è divisa in parti contrarie, ella non può durare. Così, se Satana si leva contro a sè stesso, ed è diviso in parti contrarie, egli non può durare, anzi vien meno. Niuno può entrar nella casa d'un uomo possente, e rapirgli le sue masserizie, se prima non l'ha legato; allora veramente gli prederà la casa. Io vi dico in verità, che a' figliuoli degli uomini sarà rimesso qualunque peccato, e qualunque bestemmia avranno detta. Ma chiunque avrà bestemmiato contro allo Spirito Santo, giammai in eterno non ne avrà remissione; anzi sarà sottoposto ad eterno giudicio. Or egli diceva questo, perciocchè dicevano: Egli ha lo spirito immondo. I SUOI fratelli adunque, e sua madre, vennero; e, fermatisi di fuori, mandarono a chiamarlo. Or la moltitudine sedeva d'intorno a lui, e gli disse: Ecco, tua madre, e i tuoi fratelli son là di fuori, e ti cercano. Ma egli rispose loro, dicendo: Chi è mia madre, o chi sono i miei fratelli? E, guardati in giro coloro che gli sedevano d'intorno, disse: Ecco mia madre, e i miei fratelli. Perciocchè, chiunque avrà fatta la volontà di Dio, esso è mio fratello e mia sorella, e mia madre.

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