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EVANGELO DI S. MATTEO 22:1-22

EVANGELO DI S. MATTEO 22:1-22 DB1885

E GESÙ, messosi a parlare, da capo ragionò loro in parabole, dicendo: Il regno de' cieli è simile ad un re, il qual fece le nozze al suo figliuolo. E mandò i suoi servitori a chiamar gl'invitati alle nozze, ma essi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servitori, dicendo: Dite agl'invitati: Ecco, io ho apparecchiato il mio desinare, i miei giovenchi, e i miei animali ingrassati sono ammazzati, ed ogni cosa è apparecchiata; venite alle nozze. Ma essi non curandosene, se ne andarono, chi alla sua possessione, chi alla sua mercatanzia. E gli altri, presi i suoi servitori, li oltraggiarono ed uccisero. E quel re, udito ciò, si adirò, e mandò i suoi eserciti, e distrusse que' micidiali, ed arse la lor città. Allora egli disse a' suoi servitori: Ben son le nozze apparecchiate, ma i convitati non n'erano degni. Andate adunque in su i capi delle strade, e chiamate alle nozze chiunque troverete. E quei servitori, usciti in su le strade, raunarono tutti coloro che trovarono, cattivi e buoni, e il luogo delle nozze fu ripieno di persone ch'erano a tavola. Or il re, entrato per vedere quei che erano a tavola, vide quivi un uomo che non era vestito di vestimento da nozze. E gli disse: Amico, come sei entrato qua, senza aver vestimento da nozze? E colui ebbe la bocca chiusa. Allora il re disse a' servitori: Legategli le mani e i piedi, e toglietelo, e gettatelo nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il pianto, e lo stridor dei denti. Perciocchè molti son chiamati, ma pochi eletti. ALLORA i Farisei andarono, e tenner consiglio come lo sorprenderebbero in fallo nelle sue parole. E gli mandarono i lor discepoli, con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, noi sappiamo che tu sei verace, e che insegni la via di Dio in verità, e che non ti curi d'alcuno; perciocchè tu non riguardi alla qualità delle persone degli uomini. Dicci adunque: Che ti par egli? È egli lecito di dare il censo a Cesare, o no? E Gesù, riconosciuta la lor malizia, disse: Perchè mi tentate, o ipocriti? Mostratemi la moneta del censo. Ed essi gli porsero un denaro. Ed egli disse loro: Di chi è questa figura, e questa soprascritta? Essi gli dissero: Di Cesare. Allora egli disse loro: Rendete dunque a Cesare le cose che appartengono a Cesare, e a Dio le cose che appartengono a Dio. Ed essi, udito ciò, si maravigliarono, e, lasciatolo, se ne andarono.