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EPISTOLA AGLI EBREI 6:3-18

EPISTOLA AGLI EBREI 6:3-18 DB1885

E ciò faremo, se Iddio lo permette. Perciocchè egli è impossibile, che coloro che sono stati una volta illuminati, e che hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo; ed hanno gustata la buona parola di Dio, e le potenze del secolo a venire; se cadono, sieno da capo rinnovati a ravvedimento; poichè di nuovo crocifiggono a sè stessi il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia. Perciocchè la terra, che beve la pioggia che viene spesse volte sopra essa, e produce erba comoda a coloro da' quali altresì è coltivata, riceve benedizione da Dio. Ma quella che porta spine e triboli, è riprovata, e vicina a maledizione; la cui fine è d'essere arsa. Ora, diletti, noi ci persuadiamo di voi cose migliori, e che attengono alla salute; benchè parliamo in questa maniera. Perciocchè Iddio non è ingiusto, per dimenticar l'opera vostra, e la fatica della carità che avete mostrata inverso il suo nome, avendo ministrato, e ministrando ancora a' santi. Ma desideriamo che ciascun di voi mostri infino al fine il medesimo zelo, alla piena certezza della speranza; acciocchè non diveniate lenti; anzi siate imitatori di coloro che per fede e pazienza, eredano le promesse. Perciocchè, facendo Iddio le promesse ad Abrahamo, perchè non potea giurare per alcun maggiore, giurò per sè stesso; dicendo: Certo, io ti benedirò, e ti moltiplicherò grandemente. E così egli, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa. Perciocchè gli uomini giurano bene per un maggiore, e pure il giuramento è per loro suprema conferma in ogni contesa. Secondo ciò, volendo Iddio vie maggiormente dimostrare agli eredi della promessa come il suo consiglio è immutabile, intervenne con giuramento. Acciocchè, per due cose immutabili, nelle quali egli è impossibile che Iddio abbia mentito, abbiamo ferma consolazione, noi, che ci siamo rifugiati in lui, per ottener la speranza propostaci.