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EPISTOLA DI S. PAOLO AGLI EFESI 4:17-32

EPISTOLA DI S. PAOLO AGLI EFESI 4:17-32 DB1885

QUESTO dico adunque, e protesto nel Signore, che voi non camminiate più come camminano ancora gli altri Gentili, nella vanità della lor mente; intenebrati nell'intelletto, alieni dalla vita di Dio, per l'ignoranza che è in loro, per l'induramento del cuor loro. I quali, essendo divenuti insensibili ad ogni dolore, si sono abbandonati alla dissoluzione, da operare ogni immondizia, con insaziabile cupidità. Ma voi non avete così imparato Cristo; se pur l'avete udito, e siete stati in lui ammaestrati, secondo che la verità è in Gesù: di spogliare, quant'è alla primiera condotta, l'uomo vecchio, il qual si corrompe nelle concupiscenze della seduzione; e d'essere rinnovati per lo Spirito della vostra mente; e d'esser vestiti dell'uomo nuovo, creato, secondo Iddio, in giustizia, e santità di verità. Perciò, deposta la menzogna, parlate in verità ciascuno col suo prossimo; poichè noi siam membra gli uni degli altri. Adiratevi, e non peccate; il sole non tramonti sopra il vostro cruccio. E non date luogo al diavolo. Chi rubava non rubi più; anzi più tosto fatichi, facendo qualche buona opera con le proprie mani, acciocchè abbia di che far parte a colui che ha bisogno. Niuna parola malvagia esca dalla vostra bocca; ma, se ve n'è alcuna buona ad edificazione, secondo il bisogno; acciocchè conferisca grazia agli ascoltanti. E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione. Sia tolta via da voi ogni amaritudine, ed ira, e cruccio, e grido, e maldicenza, con ogni malizia. Ma siate gli uni inverso gli altri benigni, misericordiosi, perdonandovi gli uni gli altri, siccome ancora Iddio vi ha perdonati in Cristo.