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FATTI DEGLI APOSTOLI 20:7-38

FATTI DEGLI APOSTOLI 20:7-38 DB1885

E nel primo giorno della settimana, essendo i discepoli raunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, fece loro un sermone, e distese il ragionamento sino a mezzanotte. Or nella sala, ove eravamo raunati, vi erano molte lampane. Ed un certo giovanetto, chiamato per nome Eutico, sedendo sopra la finestra, sopraffatto da profondo sonno, mentre Paolo tirava il suo ragionamento in lungo, traboccato dal sonno, cadde giù dal terzo solaio, e fu levato morto. Ma Paolo, sceso a basso, si gettò sopra lui, e l'abbracciò, e disse: Non tumultuate; perciocchè l'anima sua è in lui. Poi, essendo risalito, ed avendo rotto il pane, e preso cibo, dopo avere ancora lungamente ragionato sino all'alba, si dipartì così. Or menarono quivi il fanciullo vivente, onde furono fuor di modo consolati. E noi, andati alla nave, navigammo in Asso, con intenzione di levar di là Paolo; perciocchè egli avea così determinato, volendo egli far quel cammino per terra. Ed avendolo scontrato in Asso, lo levammo, e venimmo a Mitilene. E, navigando di là, arrivammo il giorno seguente di rincontro a Chio; e il giorno appresso ammainammo verso Samo; e fermatici in Trogillio, il giorno seguente giungemmo a Mileto. Perciocchè Paolo avea deliberato di navigare oltre ad Efeso, per non avere a consumar tempo in Asia; poichè egli si affrettava per essere, se gli era possibile, al giorno della Pentecosta in Gerusalemme. E DA Mileto mandò in Efeso, a far chiamare gli anziani della chiesa. E quando furono venuti a lui, egli disse loro: Voi sapete in qual maniera, dal primo giorno che io entrai nell'Asia, io sono stato con voi in tutto quel tempo; servendo al Signore, con ogni umiltà e con molte lagrime, e prove, le quali mi sono avvenute nelle insidie de' Giudei. Come io non mi son ritratto d'annunziarvi, ed insegnarvi, in pubblico, e per le case, cosa alcuna di quelle che son giovevoli; testificando a' Giudei, ed a' Greci, la conversione a Dio, e la fede nel Signor nostro Gesù Cristo. Ed ora, ecco, io, cattivato dallo Spirito, vo in Gerusalemme, non sapendo le cose che mi avverranno in essa. Se non che lo Spirito Santo mi testifica per ogni città, dicendo che legami e tribolazioni mi aspettano. Ma io non fo conto di nulla; e la mia propria vita non mi è cara, purchè io adempia con allegrezza il mio corso, e il ministerio il quale ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testificar l'evangelo della grazia di Dio. Ed ora, ecco, io so che voi tutti, fra i quali io sono andato e venuto, predicando il regno di Dio, non vedrete più la mia faccia. Perciò ancora, io vi protesto oggi, che io son netto del sangue di tutti. Perciocchè io non mi son tratto indietro da annunziarvi tutto il consiglio di Dio. Attendete dunque a voi stessi, ed a tutta la greggia, nella quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascer la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. Perciocchè io so questo: che dopo la mia partita, entreranno fra voi de' lupi rapaci, i quali non risparmieranno la greggia. E che d'infra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporrano cose perverse, per trarsi dietro i discepoli. Perciò, vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, giorno e notte, non son restato d' ammonir ciascuno con lagrime. Ed al presente, fratelli, io vi raccomando a Dio, e alla parola della grazia di lui, il quale è potente da continuar d'edificarvi, e da darvi l'eredità con tutti i santificati. Io non ho appetito l'argento, nè l'oro, nè il vestimento di alcuno. E voi stessi sapete che queste mani hanno sovvenuto a' bisogni miei, e di coloro ch'erano meco. In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi, si convengono così sopportar gl'infermi; e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il qual disse che più felice cosa è il dare che il ricevere. E quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchioni, ed orò con tutti loro. E si fece da tutti un gran pianto; e gettatisi al collo di Paolo, lo baciavano; dolenti principalmente per la parola ch'egli avea detta, che non vedrebbero più la sua faccia. E l'accompagnarono alla nave.