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EPISTOLA DI S. PAOLO II A TIMOTEO 2:7-19

EPISTOLA DI S. PAOLO II A TIMOTEO 2:7-19 DB1885

Considera le cose che io dico; perciocchè io prego il Signore che ti dia intendimento in ogni cosa. Ricordati che Gesù Cristo è risuscitato da' morti, il quale è della progenie di Davide, secondo il mio evangelo. Nel quale io soffro afflizione fino ad esser prigione ne' legami, a guisa di malfattore; ma la parola di Dio non è prigione. Perciò io soffro ogni cosa per gli eletti, acciocchè essi ancora ottengano la salute, che è in Cristo Gesù, con gloria eterna. Certa è questa parola; che se moriamo con lui, con lui altresì viveremo. Se perseveriamo, con lui altresì regneremo; se lo rinneghiamo, egli altresì ci rinnegherà. Se siamo infedeli, egli pur rimane fedele; egli non può rinnegar sè stesso. RAMMEMORA queste cose, protestando, nel cospetto di Dio, che non si contenda di parole, il che a nulla è utile, anzi è per sovvertir gli uditori. Studiati di presentar te stesso approvato a Dio, operaio che non abbia ad esser confuso, che tagli dirittamente la parola della verità. Ma schiva le profane vanità di voci; perciocchè procederanno innanzi a maggiore empietà. E la parola di tali andrà rodendo, a guisa di gangrena; dei quali è Imeneo, e Fileto; i quali si sono sviati dalla verità; dicendo che la risurrezione è già avvenuta; e sovvertono la fede d'alcuni. Ma pure il fondamento di Dio sta fermo, avendo questo suggello: Il Signore conosce que' che son suoi, e: Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo.