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EPISTOLA II DI S. PIETRO 3:1-10

EPISTOLA II DI S. PIETRO 3:1-10 DB1885

DILETTI, questa è già la seconda epistola che io vi scrivo; nell'una e nell'altra delle quali io desto con ricordo la vostra sincera mente. Acciocchè vi ricordiate delle parole dette innanzi da' santi profeti, e del comandamento di noi apostoli, che è del Signore e Salvatore stesso. Sapendo questo imprima, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le lor proprie concupiscenze; e diranno: Dov'è la promessa del suo avvenimento? poichè, da che i padri si sono addormentati, tutte le cose perseverano in un medesimo stato, fin dal principio della creazione. Perciocchè essi ignorano questo volontariamente, che per la parola di Dio, ab antico, i cieli furono fatti; e la terra ancora, consistente fuor dell'acqua, e per mezzo l'acqua. Per le quali cose il mondo di allora, diluviato per l'acqua, perì. Ma i cieli e la terra del tempo presente, per la medesima parola, son riposti; essendo riserbati al fuoco, per il giorno del giudicio, e della perdizione degli uomini empi. Or quest'unica cosa non vi sia celata, diletti, che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni reputano tardanza; anzi è paziente inverso noi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti vengano a ravvedimento. Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; e in quello i cieli passeranno rapidamente, e gli elementi divampati si dissolveranno; e la terra, e le opere che sono in essa, saranno arse.