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EPISTOLA DI S. PAOLO II A'~CORINTI 7:2-11

EPISTOLA DI S. PAOLO II A'~CORINTI 7:2-11 DB1885

DATECI luogo in voi; noi non abbiam fatto torto ad alcuno, non abbiamo corrotto alcuno, non abbiamo frodato alcuno. Io non lo dico a vostra condannazione; perciocchè già innanzi ho detto che voi siete ne' cuori nostri, da morire insieme, e da vivere insieme. Io ho gran libertà di parlare inverso voi, io ho molto di che gloriarmi di voi; io son ripieno di consolazione, io soprabbondo di letizia in tutta la nostra afflizione. Perciocchè, essendo noi venuti in Macedonia, la nostra carne non ha avuta requie alcuna; ma siamo stati afflitti in ogni maniera: combattimenti di fuori, spaventi di dentro. Ma Iddio, che consola gli umiliati, ci ha consolati per la venuta di Tito. E non sol per la venuta d'esso, ma ancora per la consolazione della quale è stato consolato appresso di voi; rapportandoci la vostra grande affezione, il vostro pianto, il vostro zelo per me; talchè io me ne son molto maggiormente rallegrato. Perciocchè, benchè io vi abbia contristati per quell'epistola, ora non me ne pento, benchè io me ne fossi pentito; poichè io vedo che quell'epistola, quantunque per un breve tempo, vi ha contristati. Or mi rallegro, non perchè siate stati contristati, ma perchè siete stati contristati a ravvedimento; perciocchè voi siete stati contristati secondo Iddio, acciocchè in cosa alcuna voi non riceveste alcun danno da noi. Poichè la tristizia secondo Iddio produce ravvedimento a salute, del quale l'uomo non si pente mai; ma la tristizia del mondo produce la morte. Perciocchè, ecco, questo stesso fatto che voi siete stati contristati secondo Iddio, quanta premura ha prodotta in voi, qual giustificazione, quale indegnazione, qual timore, qual grande affezione, quale zelo, qual punizione! per ogni maniera voi avete dimostrato che siete puri in quest'affare.