Infatti così dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “I vostri profeti, che sono in mezzo a voi, e i vostri indovini non v’ingannino e non date retta ai sogni che fate. Poiché quelli vi profetizzano falsamente nel mio nome; io non li ho mandati”, dice il SIGNORE. Poiché così parla il SIGNORE: “Quando settant’anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo. Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi”, dice il SIGNORE. “Vi farò tornare dalla vostra prigionia e vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati”, dice il SIGNORE; “vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare”.
Voi dite: “Il SIGNORE ci ha suscitato dei profeti in Babilonia”.
Ebbene, così parla il SIGNORE riguardo al re che siede sul trono di Davide, riguardo a tutto il popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non sono stati deportati con voi; così parla il SIGNORE degli eserciti: “Ecco, io manderò contro di loro la spada, la fame, la peste, e li renderò come quegli orribili fichi che non si possono mangiare, tanto sono cattivi. Li inseguirò con la spada, con la fame, con la peste; farò in modo che siano agitati fra tutti i regni della terra e li abbandonerò all’esecrazione, allo stupore, alla derisione e al vituperio fra tutte le nazioni dove li scaccerò, perché non hanno dato ascolto alle mie parole”, dice il SIGNORE, “che io ho mandate loro a dire dai miei servitori i profeti, continuamente, fin dal mattino; ma essi non hanno dato ascolto”, dice il SIGNORE.
Ascoltate dunque la parola del SIGNORE, voi tutti che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia!
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele, riguardo ad Acab, figlio di Colaia, e riguardo a Sedechia, figlio di Maaseia, che vi profetizzano la menzogna nel mio nome: “Ecco, io do costoro in mano a Nabucodonosor, re di Babilonia, ed egli li metterà a morte davanti ai vostri occhi. Da essi si trarrà una formula di maledizione fra tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia, e si dirà: ‘Il SIGNORE ti tratti come Sedechia e come Acab, che il re di Babilonia ha fatti arrostire al fuoco!’ Costoro infatti hanno compiuto cose nefande in Israele, hanno commesso adulterio con le mogli del loro prossimo e hanno pronunciato in mio nome parole di menzogna, il che io non avevo loro comandato. Io stesso lo so e ne sono testimone”, dice il SIGNORE».
«Quanto a Semaia, il Neelamita, gli parlerai in questo modo: Così dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “Tu hai mandato in tuo nome una lettera a tutto il popolo residente a Gerusalemme, a Sofonia, figlio di Maaseia il sacerdote, e a tutti i sacerdoti, per dire: ‘Il SIGNORE ti ha costituito sacerdote al posto del sacerdote Ieoiada, perché vi siano nella casa del SIGNORE dei sovrintendenti per sorvegliare ogni uomo che è pazzo e che fa il profeta, e perché tu lo incateni e lo metta nei ceppi. Ora perché non tieni a freno Geremia di Anatot, che fa il profeta in mezzo a voi? Egli ci ha perfino mandato a dire a Babilonia: L’esilio sarà lungo; costruitevi case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto’”». Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta Geremia. La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia, dicendo:
«Manda a dire a tutti quelli che sono deportati: “Così parla il SIGNORE riguardo a Semaia il Neelamita: ‘Poiché Semaia vi ha profetizzato, sebbene io non l’abbia mandato, e vi ha fatto confidare nella menzogna, così parla il SIGNORE: Ecco, io punirò Semaia, il Neelamita, e la sua discendenza; non ci sarà nessuno dei suoi discendenti che abiti in mezzo a questo popolo ed egli non vedrà il bene che io farò al mio popolo’, dice il SIGNORE, ‘poiché egli ha parlato di ribellione contro il SIGNORE’”».