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Lettera ai Colossesi 1:19-29

Lettera ai Colossesi 1:19-29 NR06

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; {per mezzo di lui, dico,} tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli. Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore. Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi. Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo, esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.