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Secondo libro delle Cronache 33:1-17

Secondo libro delle Cronache 33:1-17 NR06

Manasse aveva dodici anni quando cominciò a regnare, e regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme. Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE, seguendo le abominazioni delle nazioni che il SIGNORE aveva scacciate davanti ai figli d’Israele. Ricostruì gli alti luoghi che Ezechia, suo padre, aveva demoliti, eresse altari ai Baal, fece degli idoli di Astarte, adorò tutto l’esercito del cielo e lo servì. Costruì pure altari ad altri dèi nella casa del SIGNORE, riguardo alla quale il SIGNORE aveva detto: «In Gerusalemme sarà per sempre il mio nome!» Costruì altari a tutto l’esercito del cielo nei due cortili della casa del SIGNORE. Fece passare i suoi figli per il fuoco nella valle di Ben-Innom; si diede alla magia, agli incantesimi, alla stregoneria e istituì degli evocatori di spiriti e degli indovini; si abbandonò completamente a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE, provocando la sua ira. Mise l’immagine scolpita dell’idolo, che aveva fatto, nella casa di Dio, riguardo alla quale Dio aveva detto a Davide e a suo figlio Salomone: «In questa casa e a Gerusalemme, che io ho scelta fra tutte le tribù d’Israele, porrò il mio nome per sempre. E farò in modo che Israele non muova più il piede dal paese che ho assegnato ai vostri padri, purché essi abbiano cura di mettere in pratica tutto quello che ho loro comandato, cioè tutta la legge, i precetti e le prescrizioni, dati per mezzo di Mosè. Ma Manasse indusse Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a sviarsi e a far peggio delle nazioni che il SIGNORE aveva distrutte davanti ai figli d’Israele. Il SIGNORE parlò a Manasse e al suo popolo, ma essi non ne tennero conto. Allora il SIGNORE fece venire contro di loro i capi dell’esercito del re d’Assiria, che catturarono Manasse con uncini; e, legatolo con una doppia catena di bronzo, lo portarono a Babilonia. E quando egli fu angosciato, implorò il SIGNORE, suo Dio, e si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri. A lui rivolse le sue preghiere, e Dio si arrese ad esse, esaudì le sue suppliche e lo ricondusse a Gerusalemme nel suo regno. Allora Manasse riconobbe che il SIGNORE è Dio. Dopo questo, Manasse costruì fuori della città di Davide, a occidente, verso Ghion nella valle, un muro che si prolungava fino alla porta dei Pesci; lo fece girare attorno a Ofel e lo tirò su a grande altezza; e pose dei capi militari in tutte le città fortificate di Giuda. Tolse dalla casa del SIGNORE gli dèi stranieri e l’idolo, abbatté tutti gli altari che aveva costruiti sul monte della casa del SIGNORE e a Gerusalemme, e gettò tutto fuori dalla città. Poi ristabilì l’altare del SIGNORE e vi offrì sopra dei sacrifici di riconoscenza e di ringraziamento, e ordinò a Giuda che servisse il SIGNORE, Dio d’Israele. Tuttavia il popolo continuava a offrire sacrifici sugli alti luoghi; però soltanto al SIGNORE, al suo Dio.

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