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Rut 2:5-16

Rut 2:5-16 ICL00D

Booz domandò al capo dei mietitori: — Chi è quella ragazza? Il capo dei mietitori rispose: — È la ragazza moabita che è tornata dal paese di Moab con Noemi. Mi ha chiesto di poter raccogliere le spighe dietro ai mietitori. È da stamattina presto che sta lavorando, e solo ora si è messa all’ombra per riposarsi. Allora Booz disse a Rut: — Ascolta, figlia mia: non andare a raccogliere le spighe nei campi degli altri. Non andare via da qui e lavora con le mie serve, guarda quale campo viene mietuto e segui i mietitori. Darò ordine ai miei uomini di non darti fastidio. E quando hai sete, vai pure a bere alle brocche di acqua che essi hanno riempito. Rut si inchinò fino a terra e disse a Booz: — Come mai mi prendi così a cuore e sei tanto gentile con me che sono straniera? Booz rispose: — Ho saputo quel che hai fatto per tua suocera da quando è morto tuo marito. Hai lasciato tuo padre, tua madre e la tua patria, per venire in mezzo a un popolo che ti era sconosciuto. Ti ricompensi il Signore per quanto hai fatto. Il Signore Dio d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti, ti dia una ricompensa altrettanto generosa. Rispose Rut: — Possa io trovare il tuo favore, mio signore! Tu mi hai incoraggiato e mi hai parlato in modo gentile, anche se io non sono una delle tue serve. Quando fu il momento di mangiare, Booz disse a Rut: — Vieni a prendere un boccone e intingilo nell’aceto. Rut si sedette insieme ai mietitori, e Booz le passò del grano tostato. Ne mangiò a sazietà, e ne mise da parte un po’. Rut riprese il suo lavoro e Booz diede ordine ai servitori: — Lasciatela raccogliere le spighe anche fra i covoni e non rimproveratela. Anzi, lasciate cadere apposta delle spighe perché possa raccoglierle. Non sgridatela!