Il profeta Geremia mandò da Gerusalemme una lettera a quelli che Nabucodònosor aveva condotto prigionieri a Babilonia. La lettera era indirizzata al gruppo degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutti gli altri. Tutta questa gente era stata costretta da poco ad abbandonare Gerusalemme con il re Ieconia e la regina madre. Erano partiti anche i funzionari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri. La lettera fu recapitata da Elasà figlio di Safan e da Ghemaria figlio di Chelkia. Il re di Giuda Sedecia, li aveva mandati a Babilonia dal re Nabucodònosor. La lettera diceva: «Questo è il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele, per tutti quelli che ha fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: Costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti. Prendete moglie e abbiate figli e figlie. Date moglie ai vostri figli e marito alle vostre figlie perché abbiano anch’essi molti bambini. Crescete di numero, lì dove siete, e non diminuite. Lavorate per il benessere della città dove vi ho fatti deportare e pregate il Signore per lei, perché il vostro benessere dipende dal suo.
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