Era successo che, per tutto l’accampamento arameo, il Signore aveva fatto sentire un rumore simile all’avvicinamento di un grande esercito con carri e cavalli. Gli Aramei avevano pensato: «Il re d'Israele ha pagato il re degli Ittiti e quello degli Egiziani perché ci attacchino». Perciò, verso sera, si erano dati alla fuga, lasciando l’accampamento come si trovava; avevano abbandonato tende, cavalli e asini. Pur di salvare la vita, erano scappati.
I quattro malati, arrivati ai bordi dell'accampamento, entrarono in una tenda: vi trovarono da mangiare e da bere. Portarono via argento e vestiti e andarono a nascondere tutto. Poi tornarono indietro ed entrarono in un’altra tenda; anche di lì portarono via roba e andarono a nasconderla. Poi ci ripensarono: «Non ci stiamo comportando bene. Quel che abbiamo visto oggi è una notizia troppo bella per starcene zitti. Se aspettiamo fino a domattina prima di diffonderla, saremo certamente puniti. Andiamo subito alla reggia e raccontiamo ogni cosa».
Giunti alla porta della città, gridarono alle sentinelle:
— Siamo andati all’accampamento degli Aramei. Non c’era nessuno, non si sentiva neppure una voce. Ci sono soltanto cavalli e asini, ancora legati, e le tende abbandonate.
Le sentinelle portarono la notizia alla reggia. Il re si alzò in piena notte e disse ai suoi ministri:
— Vi spiego io qual è il piano degli Aramei. Sanno che noi siamo ridotti alla fame. Sono certamente usciti dall’accampamento per andarsi a nascondere in campagna; sono convinti che noi usciremo da Samaria e che, così, potranno prenderci vivi ed entrare in città.
Uno dei ministri propose al re:
— In città ci sono ancora cavalli vivi; prendiamone cinque. In ogni caso sono destinati a far la fine di tutto Israele! Mandiamo qualcuno a vedere e sapremo quel che sta succedendo.
Prepararono due carri con i cavalli. Il re li mandò sulle tracce dell'esercito arameo, con l’ordine di spiarlo. Seguirono le tracce degli Aramei fino al fiume Giordano; la strada era piena di vestiti e di altri oggetti che, nella fretta, gli Aramei avevano abbandonato. Allora gli inviati tornarono dal re a far rapporto. Subito gli abitanti di Samaria si diressero all’accampamento degli Aramei e lo saccheggiarono. Così, come il Signore aveva annunziato, con una moneta d'argento si poterono comprare sette chili di farina o quattordici d'orzo.
Il re incaricò il suo aiutante, il suo braccio destro, di ispezionare il mercato alla porta della città. La folla lo calpestò ed egli morì. Così aveva annunziato il profeta Eliseo quando il re era andato a trovarlo. Il profeta aveva detto al re:
— Domani a quest’ora, al mercato di Samaria con una moneta d'argento si potranno comprare sette chili di farina o quattordici d'orzo.
L’aiutante del re aveva obiettato al profeta:
— Questo non sarebbe possibile neppure se il Signore facesse piovere cibo dal cielo.
— Invece lo vedrai con i tuoi occhi, — gli aveva risposto Eliseo. — Ma non assaggerai di quei cibi!
Avvenne proprio così; la gran folla alla porta della città lo calpestò ed egli morì.