L’amico disponibile

Come abbiamo considerato in questi giorni, ognuno di questi amici descritti nella parabola ha la consapevolezza di avere un amico a cui ricorrere nel momento del bisogno. Un amico talmente disponibile che anche senza preavviso oppure nel bel mezzo della notte non si tirerà indietro.

Il tempo nel quale viviamo ci porta spesso a misurare l’amicizia in base a dei parametri che potremmo definire di quantità più che di qualità. Sui profili social si contano gli “amici” con cui siamo in contatto o i followers che seguono i nostri profili e quanti commentano o lasciano un like o un emoticon ai post che pubblichiamo. Ma la vera amicizia in realtà si misura soprattutto in base a quanto tempo siamo disposti a dare all’altro; come riusciamo a contagiarci positivamente l’uno con l’altro.

Gesù racconta in parabola la storia di un giovane che lascia la casa del padre prendendo con sé la sua eredità. Da lì in poi, non fa altro che sperperare con “amici” e prostitute tutti i suoi beni. Si ritrova così povero in un tempo di grande carestia, ma nessuno si prende cura di lui quando ne ha bisogno.

La storia continua raccontando il suo ritorno a casa del padre dove viene accolto, ripulito e, seduto a tavola come ospite d’onore, riprende così il suo posto in famiglia. Eppure, anche lì scoprirà che suo fratello maggiore, come i suoi falsi amici, non voleva accoglierlo né perdonarlo.

Il nostro desiderio perciò non è solo quello di avere degli amici veri e sinceri a cui ricorrere nel momento del bisogno, ma anche di essere noi quegli amici su cui gli altri possono contare ed ai quali possono ricorrere.

Con Gesù non siamo mai soli e senza amici, anzi il Signore è Colui che dona una famiglia a chi è solo.