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Secondo libro dei Re 19:20-37

Secondo libro dei Re 19:20-37 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Allora Isaia, figlio di Amots, mandò a dire a Ezechia: «Così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: “Ho udito la preghiera che mi hai rivolta riguardo a Sennacherib, re d’Assiria”. Questa è la parola che il SIGNORE ha pronunciata contro di lui: “La vergine figlia di Sion ti disprezza, si fa beffe di te; la figlia di Gerusalemme scrolla il capo dietro a te. Chi hai insultato e oltraggiato? Contro chi hai alzato la voce e levati in alto gli occhi? Contro il Santo d’Israele! Per bocca dei tuoi messaggeri tu hai insultato il Signore, e hai detto: ‘Con la moltitudine dei miei carri io sono salito in cima alle montagne, sui fianchi del Libano; io abbatterò i suoi cedri più alti e i suoi cipressi più belli; arriverò al suo più remoto nascondiglio, alla sua magnifica foresta. Io, io ho scavato e ho bevuto delle acque straniere; con la pianta dei miei piedi prosciugherò tutti i fiumi d’Egitto’. Non l’hai udito? Da lungo tempo ho preparato questo; dai tempi antichi ne ho ideato il progetto; e ora ho fatto in modo che si compia: che tu riduca città forti in monti di rovine. I loro abitanti, privi di forza, sono spaventati e confusi; sono come l’erba dei campi, come la tenera verdura, come l’erbetta dei tetti, come grano riarso prima che metta la spiga. Ma io so quando ti siedi, quando esci, quando entri e quando t’infuri contro di me. Poiché ti sei infuriato contro di me e perché la tua insolenza è salita alle mie orecchie, io ti metterò il mio anello al naso, il mio morso in bocca e ti farò tornare per la via da cui sei venuto”. E questo, Ezechia, ti servirà di segno: quest’anno si mangerà il frutto del grano caduto; il secondo anno, quello che crescerà da sé; ma il terzo anno seminerete e mieterete; pianterete vigne e ne mangerete il frutto. E il rimanente della casa di Giuda che sarà scampato, metterà ancora radici in basso e porterà frutto in alto. Poiché da Gerusalemme uscirà un residuo, e usciranno degli scampati dal monte Sion. Lo zelo ardente del SIGNORE degli eserciti farà questo. Perciò così parla il SIGNORE riguardo al re d’Assiria: “Egli non entrerà in questa città e non vi lancerà freccia; non l’assalirà con scudi e non alzerà trincee contro di essa. Egli se ne tornerà per la via da cui è venuto e non entrerà in questa città”, dice il SIGNORE. “Io proteggerò questa città per salvarla, per amore di me stesso e per amore di Davide, mio servo”». Quella stessa notte l’angelo del SIGNORE uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini; e quando la gente si alzò la mattina, ecco, erano tutti cadaveri. Allora Sennacherib, re d’Assiria, tolse l’accampamento, partì e se ne tornò a Ninive, dove rimase. Mentre egli stava adorando nella casa del suo dio Nisroc, i suoi figli Adrammelec e Sareser lo uccisero a colpi di spada e si rifugiarono nel paese di Ararat. Suo figlio Esaraddon gli succedette nel regno.

Secondo libro dei Re 19:20-37 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Allora Isaia, figlio di Amots, mandò a dire a Ezechia: «Cosí dice il Signore, Dio d'Israele: Ho udito la preghiera che mi hai rivolta riguardo a Sennacherib, re d'Assiria. Questa è la parola che il Signore ha pronunziata contro di lui: “La vergine figlia di *Sion ti disprezza, si fa beffe di te; la figlia di Gerusalemme scrolla il capo dietro a te. Chi hai insultato e oltraggiato? Contro chi hai alzato la voce e levati in alto gli occhi? Contro il Santo d'Israele! Per bocca dei tuoi messaggeri tu hai insultato il Signore, e hai detto: «Con la moltitudine dei miei carri io sono salito in cima alle montagne, sui fianchi del Libano; io abbatterò i suoi cedri piú alti e i suoi cipressi piú belli; arriverò al suo piú remoto nascondiglio, alla sua magnifica foresta. Io, io ho scavato e ho bevuto delle acque straniere; con la pianta dei miei piedi prosciugherò tutti i fiumi d'Egitto». «“Non l'hai udito? Da lungo tempo ho preparato questo; dai tempi antichi ne ho ideato il progetto; e ora ho fatto in modo che si compia: che tu riduca città forti in monti di rovine. I loro abitanti, privi di forza, sono spaventati e confusi; son come l'erba dei campi, come la tenera verdura, come l'erbetta di *tetti, come grano riarso prima che metta la spiga. Ma, io so quando ti siedi, quando esci, quando entri e quando t'infuri contro di me. Poiché ti sei infuriato contro di me, e perché la tua insolenza è salita alle mie orecchie, io ti metterò il mio anello al naso, il mio morso in bocca, e ti farò tornare per la via da cui sei venuto.” E questo, Ezechia, ti servirà di segno: quest'anno si mangerà il frutto del grano caduto; il secondo anno, quello che crescerà da sé; ma il terzo anno seminerete e mieterete; pianterete vigne e ne mangerete il frutto. E il rimanente della casa di Giuda che sarà scampato, metterà ancora radici in basso e porterà frutto in alto. Poiché da Gerusalemme uscirà un residuo, e usciranno degli scampati dal monte Sion. Lo zelo ardente del Signore degli eserciti farà questo. Perciò cosí parla il Signore riguardo al re d'Assiria: Egli non entrerà in questa città, e non vi lancerà freccia; non l'assalirà con scudi, e non alzerà trincee contro di essa. Egli se ne tornerà per la via da cui è venuto, e non entrerà in questa città, dice il Signore. Io proteggerò questa città per salvarla, per amor di me stesso e per amor di *Davide, mio servo». Quella stessa notte l'angelo del Signore uscí e colpí nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini; e quando la gente si alzò la mattina, erano tutti cadaveri. Allora Sennacherib re d'Assiria tolse l'accampamento, partí e se ne tornò a *Ninive, dove rimase. Mentre egli stava adorando nella casa del suo dio Nisroc, i suoi figli Adrammelec e Sareser lo uccisero a colpi di spada, e si rifugiarono nel paese di Ararat. Suo figlio Esaraddon gli succedette nel regno.

Secondo libro dei Re 19:20-37 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Isaia, figlio di Amoz, mandò questo messaggio a Ezechia: «Questa è la risposta del Signore, Dio d'Israele: Ho udito la preghiera che mi hai rivolto a proposito di Sennàcherib, re d'Assiria. Ed ecco la mia risposta contro di lui: Gerusalemme la fanciulla ti ha disprezzato, la città di Sion ti ha deriso, o Sennàcherib! Ma sai tu chi hai insultato e ingiuriato? Contro chi hai alzato la voce? Verso chi sei stato insolente? Verso di me, il Santo d'Israele! I tuoi servi hai mandato a insultarmi con queste parole: “In piedi sul mio carro, sono salito sulle cime dei monti, sulle vette del Libano. Ho abbattuto i suoi cedri più alti, i suoi pini più belli. Delle sue foreste i posti più remoti ho raggiunto. Ho scavato pozzi e bevuto le acque di terre straniere, posso asciugare al mio passaggio tutti i canali d'Egitto”. Ma tu, Sennàcherib, devi sapere: da tempo avevo questo progetto; l’ho pensato in tempi lontani, ora l’ho realizzato. Era deciso che tu abbattessi grandi città fortificate. I loro abitanti, indifesi spaventati e storditi, erano simili all’erba dei campi o alle erbacee sui tetti, seccate dal vento d'Oriente. Io so tutto di te, quel che fai e dove vai: tu sei infuriato contro di me. Per questa tua ira e per l’insolenza che mi è giunta all’orecchio, ti metterò un anello al naso e tra le labbra un morso, per farti rifare all’indietro la strada che hai percorso fin qui». Poi Isaia disse al re Ezechia: «Ecco un segno di quel che accadrà: quest’anno mangerete il grano cresciuto dalle spighe rimaste sul campo, l’anno prossimo il frutto dei semi caduti fuori del campo. Ma l’anno dopo seminate e mietete pure, piantate vigne e mangiate l’uva. I superstiti del regno di Giuda saranno di nuovo come piante con profonde radici e porteranno ancora frutto. Perché è certo che a Gerusalemme ci saranno superstiti e sul monte Sion sopravvissuti. L’amore ardente del Signore farà questo! «Ecco quel che dice il Signore contro il re d'Assiria: Non entrerà mai in questa città, non vi lancerà contro una sola freccia, non l’attaccherà con soldati armati di scudi e contro di lei non alzerà terrapieni. Tornerà per la strada da dove è venuto, senza entrare in città. Io, il Signore, ho parlato! Difenderò Gerusalemme, io la salverò; lo farò per me e per Davide mio servo». Quella stessa notte un angelo del Signore fece morire centottantacinquemila uomini dell'esercito assiro. Al mattino, quando gli altri si alzarono non videro altro che cadaveri. Allora Sennàcherib, re d'Assiria, tolse l’accampamento, tornò a Ninive e si trattenne in quella città. Mentre pregava nel tempio del suo dio Nisroc, due dei suoi figli, Adrammèlec e Sarèser, lo uccisero con la spada e fuggirono nella regione di Araràt. Un altro figlio, Assarhàddon, regnò al suo posto.

Secondo libro dei Re 19:20-37 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Allora Isaia, figliuolo di Amos, mandò a dire ad Ezechia: Così ha detto il Signore Iddio d'Israele: Io ho esaudita la tua orazione intorno a Sennacherib, re degli Assiri. Questa è la parola che il Signore ha pronunziata contro a lui: La vergine, figliuola di Sion, ti ha sprezzato, e ti ha beffato; e la figliuola di Gerusalemme ha scossa la testa dietro a te. Chi hai tu schernito ed oltraggiato? e contro a cui hai tu alzata la voce, e levati in alto gli occhi tuoi? contro al Santo d'Israele. Tu hai, per li tuoi messi, schernito il Signore; e hai detto: Con la moltitudine de' miei carri, io son salito in cima de' monti, fino al sommo del Libano; io taglierò i suoi più alti cedri, ed i suoi scelti abeti, e perverrò fino alla stanza che è nella sommità di esso, al bosco del suo Carmelo. Io ho cavati pozzi, ed ho bevute acque strane, ed ho asciutti con le piante de' miei piedi tutti i rivi de' luoghi assediati. Non hai tu inteso che già da lungo tempo io ho fatto questo, e l'ho formato ab antico? ed ora l'ho fatto venire, ed è stato per desolare, e per ridurre in mucchi di ruine le città forti. E gli abitanti di esse, scemi di forza, sono stati spaventati e confusi; sono stati come l'erba de' campi, e come la verzura dell'erbetta, e come l'erba de' tetti, e le biade riarse dal vento, avanti che sieno salite in ispiga. Ma io conosco il tuo stare, e il tuo uscire, e il tuo entrare, e il tuo furore contro a me. Perciocchè tu sei infuriato contro a me, e il tuo strepito è salito a miei orecchi; perciò io ti metterò il mio raffio nelle nari, e il mio freno nelle mascelle, e ti farò ritornare indietro per la via stessa per la quale sei venuto. E questo, o Ezechia, ti sarà per segno: Quest'anno si mangerà quello che sarà nato de' granelli caduti nella ricolta precedente; e l'anno seguente altresì si mangerà quello che sarà nato da sè stesso; ma l'anno terzo voi seminerete, e ricoglierete; e pianterete vigne, e mangerete del frutto. E quello che sarà restato della casa di Giuda, e sarà scampato, continuerà a far radici disotto, ed a portar frutto disopra. Perciocchè di Gerusalemme uscirà un rimanente, e del monte di Sion un residuo. La gelosia del Signore degli eserciti farà questo. Perciò il Signore ha detto così intorno al re degli Assiri: Egli non entrerà in questa città, e non vi tirerà dentro alcuna saetta, e non verrà all'assalto contro ad essa con iscudi, e non farà alcun argine contro ad essa. Egli se ne ritornerà per la medesima via, per la quale è venuto, e non entrerà in questa città, dice il Signore. Ed io sarò protettore di questa città, per salvarla; per amor di me stesso, e di Davide, mio servitore. Or quella stessa notte avvenne che un Angelo del Signore uscì, e percosse centottantacinquemila uomini, nel campo degli Assiri; e quando si furono levati la mattina, ecco, non si vedeva altro che corpi morti. E Sennacherib, re degli Assiri, si partì di là, e se ne andò, e ritornò in Ninive, e vi dimorò. Ed avvenne che, mentre egli adorava nella casa di Nisroc, suo dio, Adrammelec, e Sareser, suoi figliuoli, lo percossero con la spada; e poi scamparono nel paese di Ararat. Ed Esar-haddon, suo figliuolo, regnò in luogo suo.