Prima lettera ai Tessalonicesi 2:1-4
Prima lettera ai Tessalonicesi 2:1-4 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana; anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio per annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma, come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.
Prima lettera ai Tessalonicesi 2:1-4 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana; anzi, dopo aver prima sofferto e subíto oltraggi, come sapete, a *Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il *vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.
Prima lettera ai Tessalonicesi 2:1-4 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Voi stessi, fratelli, sapete bene che non sono venuto da voi inutilmente. Sapete che poco prima, nella città di Filippi, ero stato maltrattato e avevo sofferto. Eppure, anche in mezzo a molte difficoltà, Dio mi ha dato la forza di annunziarvi il messaggio del suo *Vangelo. Nella mia predicazione non c’era nessuna intenzione di dire il falso, di imbrogliare, di parlare con malizia. Anzi, poiché Dio mi ha giudicato degno e mi ha affidato il messaggio del Vangelo, io parlo sempre in modo da avere non l’approvazione degli uomini, ma quella di Dio, il quale giudica anche le nostre intenzioni nascoste.
Prima lettera ai Tessalonicesi 2:1-4 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
PERCIOCCHÈ voi stessi sapete, fratelli, che la nostra entrata fra voi non è stata vana. Anzi, benchè prima avessimo, come sapete, patito, e fossimo stati ingiuriati in Filippi, pur ci siamo francamente inanimati nell'Iddio nostro, da annunziarvi l'evangelo di Dio, con molto combattimento. Poichè la nostra esortazione non procede da inganno, nè da impurità; e non è con frode. Anzi, come siamo stati approvati da Dio, per fidarci l'Evangelo; così parliamo, non come per piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.